Al via la nuova legge antidroga con alcune considerazioni…e il suo percorso nel tempo…

Direttore: commenti di chi ha trattato la materia della droga, non favole!

Roma, 08 marzo 2019 – del Direttore: Argomento di massima attualità, commentato da chi ha vissuto la materia, non le favole raccontate filosoficamente da chi non ha vissuto o conosciuto il dramma che esiste dietro tale fenomeno.

Su “IlFattoQuotidiano.it” del 4 marzo un articolo di di F.Q. “”Droga, Salvini presenta disegno di legge: “Aumentiamo la pena per chi spaccia e basta con la modica quantità“”. Un nuovo disegno di legge che inasprisce le pene ed elimina il concetto di quantità legalmente detenibile per uso personale. Matteo Salvini in conferenza stampa alla Camera annuncia il suo nuovo fronte di battaglia: la droga. “A me interessa togliere dalle strade chi spaccia: poi quello che fa ognuno non mi interessa. I venditori di morte li voglio veder scomparire dalla faccia della terra”, dice il Ministro dell’Interno, presentando il nuovo provvedimento che rievoca i contenuti della legge Fini-Giovanardi, considerata da molti una delle cause che ha portato al sovraffollamento delle carceri e poi dichiarata incostituzionale dalla sentenza della Consulta n. 32/2014 per il modo in cui era stata approvata. Per giustificare l’urgenza del ddl Salvini prende a pretesto l’ultimo caso di cronaca avvenuto la notte tra sabato e domenica a Recanati: “È un disegno di legge urgente. Faccio riferimento a quel tossico che ha incrociato un babbo e una mamma uccidendoli. Era coinvolto nel sequestro di 225 chili di droga ed era a spasso”, spiega il Vicepremier. Alla guida dell’Audi c’era Farah Marouane, 34 anni, marocchino, da anni residente a Monte San Giusto (Macerata), arrestato dalla Polizia Stradale per omicidio stradale e con vari precedenti per reati legati alla droga. Insieme a Marouane c’erano a bordo altre due persone: tutti e tre sono stati sottoposti ad alcoltest e a narcotest con esito positivo.

Salvini espone quali saranno le principali misure del ddl: “Basta con la modica quantità“, chiarisce innanzitutto. Poi le pene previste che “passano da un minimo di tre a un massimo di 6 anni e multe da un minimo 5mila a un massimo di 30mila euro“, oltre alla “revoca del veicolo”. “Se arrivano dall’altra parte del mondo, il fastidio è doppio”, rimarca il Ministro. Ad oggi il decreto Lorenzin del 2013 prevede la reclusione da sei mesi a quattro anni e multe da mille a 10mila euro. Inoltre, viene considerato uso personale e quindi non punito il possesso di droga, se la quantità di sostanza non è superiore ai limiti massimi indicati con decreto del Ministero della Salute.
Eliminando il concetto di “modica quantità”, il rischio è quello di colpire anche chi consuma, mentre il referendum abrogativo promosso dai Radicali nel 1993 ha abolito la sanzione carceraria per l’uso personale. “Non è un intento punitivo nei confronti di chi consuma – si difende Salvini – lì c’è mamma e papà, la scuola, gli amici, non mi interessa entrare nelle aule di scuola“. Secondo il Ministro “è ben chiaro chi spaccia e chi consuma. Non sono per lo stato censore dei consumi ma è chiaro ai poliziotti e ai Giudici quale quantità porta dal consumo allo spaccio”.
Aumentare l’arresto di spacciatori non rischia di creare un problema di ulteriore sovraffollamento per le carceri? Bonafede sta lavorando bene”, risponde Salvini citando il Guardasigilli. Poi afferma: “In manovra ci sono i soldi per nuove carceri e nuove assunzioni di Polizia Penitenziaria. Ci sono stanziamenti… La cosa assolutamente frustrante è che Poliziotti e Carabinieri mettono a rischio la loro vita per prendere lo stesso spacciatore per lo stesso reato”, ribadisce ancora il Vicepremier. Perché sulla droga la Lega presenta un disegno di legge “urgente” e non un decreto? “Ci sono sensibilità diverse nel Governo su questi temi, come sapete. Il Parlamento è sovrano, penso che nessuno in Parlamento, anche se ha altre attitudini sul consumo personale, non voglia stroncare lo spaccio”, risponde in questo caso Salvini. “Qui si tratta di salvare vite, poi so che da parte dei Cinquestelle ci sono proposte per legalizzare alcune droghe. Ma qui si tratta di altro, di togliere dalle strade persone che sono bombe umane”, aggiunge.

A ritroso, esaminiamo il cammino difficile delle leggi antidroga..Il 12 febbraio 2014, come citato dal Ministro dell’Interno, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la Legge Fini-Giovanardi del 2006, perchè improvvidamente equiparava le droghe leggere, come la cannabis e l’hashish, a quelle pesanti, come eroina e cocaina. Uno spacciatore di hashish, infatti, con la legge precedente, la cosiddetta Iervolino-Vassalli, rischiava il carcere tra due e sei anni, mentre con la Fini-Giovanardi, la Legge cassata, la reclusione era aumentata da sei a vent’anni.
Sappiamo, poi, che nel lontano 1923 si puniva la vendita, la somministrazione e la detenzione e, con una multa, la partecipazione “a convegni in fumerie”(era l’epoca dell’oppio e delle bevute di assenzio).
Successivamente, la Legge del 1934 introdusse il ricovero coatto dei tossicomani in “case di salute”(leggi manicomi). Novità rilevanti furono invece apportate dalla Legge n.1041 del 1954, che i vecchi operatori di Polizia giudiziaria (come chi scrive operativo nella Compagnia di Roma Trastevere dal 1971 al ’76), ricordano, che non prevedeva alcuna distinzione tra commercio e uso personale. Quindi, spacciatore e consumatore (anche con un grammo di cannabis), erano arrestati e condannati indistintamente (come non ricordare l’operazione della Compagnia Roma Trionfale, comandata dal grande Capitano Giancarlo Servolini, con l’irruzione nel “Barcone del Tevere” adibita a frequentata fumeria, con numerosi arresti..?).
La svolta decisiva ci fu, con una legge di grande civiltà giuridica, nel 1975 che, pur vietando la detenzione, prevedeva la non punibilità per l’uso personale di una “modica quantità”, introducendo quindi una più che intelligente distinzione tra spacciatore e consumatore, secondo il principio che la trattazione del tossicodipendente era di competenza sociale e medica mentre quella dello spacciatore della Polizia Giudiziaria. Proprio in virtù di ciò, furono adottate misure di prevenzione per chi volontariamente si sottoponeva alla riabilitazione presso presidi medici e sociali, mentre permaneva il ricovero coatto da parte dell’Autorità Giudiziaria per motivi di necessità e urgenza.
Come alcuni ricorderanno, lo Stato, che avrebbe dovuto presiedere al recupero e all’assistenza, delegò con forti contributi tale aspetto a privati, a volte improvvisati, che gestirono il fenomeno con prospettive di grandi guadagni.
Comunque, la diffusione del fenomeno e l’allarme mediatico portò a criteri maggiormente repressivi, per cui si arrivò al “Testo Unico” del 1990, che introducendo il principio dell’illegalità della detenzione, anche per uso personale, prevedeva sia l’attivazione di un procedimento amministrativo del Prefetto sia anche l’istituzione dei servizi pubblici (Ser.T) con compiti di prevenzione, cura e riabilitazione, sia infine l’abolizione del ricovero coatto disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Il referendum del 1993 modificò in parte questa norma, eliminando la dose media giornaliera ed abolendo la competenza dell’Autorità Giudiziaria nei casi di recidiva nella detenzione per uso personale, che permaneva di pertinenza prefettizia.
Quindi, abbiamo assistito ad un’altalena di Leggi che mai hanno affrontato, “more italico”, la complessa, delicata materia in modo organico, compiuto e definitivo; materia che, certamente, non troverà soluzione nella pericolosa legalizzazione di droghe leggere da taluni ben noti ambiti politici auspicata…..

Certo, il problema è tutto politico; di quella politica da tempo solo parolaia che ha fatto poco e quel poco male. Quella politica che dovrebbe per carità di Patria evitare decreti come lo “svuota carceri”, che riduce della metà la durata delle pene e che consente l’uscita da galera di migliaia di delinquenti, spacciatori e mafiosi per cui, il cittadino italiano, già gravato dai problemi di esistenza per la crisi e già assediato da una criminalità in particolar modo straniera violenta e tracotante, si trova alle prese con ulteriori reati anche gravi quali omicidi, rapine in casa ed estorsioni, ma soprattutto con l’ aumento di furti.
Tutto ciò si sarebbe potuto evitare se per tempo, proprio per decongestionare le carceri ed evitare le sanzioni dell’Europa, fossero stati ampliati gli ambiti di detenzione esistenti e riattivate strutture ancora valide e utilizzabili, come anche assunto personale di Polizia Penitenziaria, oggi sotto organico, ma soprattutto accelerando i processi… Provvedimenti fortunatamente in programma dall’attuale compagine politica… Piaccia o no!!
Infine, tornando al problema droga, la politica, come annunziato, vari una nuova, organica e moderna Legge che sostituisca quella dichiarata incostituzionale.
Al riguardo, andrebbe tenuto presente quanto accertato nel panorama scientifico.. Infatti, leggendo un recente articolo su “fanpage.it SCIENZE” del 2 gennaio 2019, apprendiamo che a lanciare l’allarme sui potenziali rischi per la salute dei (numerosi) consumatori è un team di ricerca internazionale guidato da studiosi dell’Addiction and Mental Health Group (AIM) dell’Università di Bath e del Centro nazionale per le dipendenze, Istituto di psichiatria, psicologia e neuroscienze presso il King’s College di Londra, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT) con sede in Portogallo.
Gli scienziati hanno determinato l’aumento progressivo della concentrazione di THC nella cannabis analizzando i dati raccolti dai 28 Paesi membri della UE, dalla Turchia, dalla Norvegia e dall’OEDT. Ciò che preoccupa gli autori dello studio è soprattutto il fatto che all’aumento del THC non è seguito quello dell’altro principio attivo di maggior rilievo, il cannabidiolo (CBD), che “tiene a bada” gli effetti psicotici del primo e il rischio di dipendenza.
Diverse ricerche scientifiche hanno inoltre evidenziato che il CBD ha la capacità di trattare ansia, psicosi e persino gravi forme di epilessia infantile.. Recentemente, la FDA ha approvato il farmaco a base di cannabis Epidiolex per il trattamento delle sindromi di Dravet e Lennox-Gastaut -, si tratta dunque di una sostanza di notevole interesse medico.
Si stima che in Europa, nell’ultimo anno, abbia consumato cannabis ben il 7,2 per cento dei cittadini adulti (24 milioni di persone), mentre nel mondo ci sarebbero poco meno di 200 milioni di utilizzatori, comprendendo sia chi si rifornisce nei mercati dove la cannabis è legale che chi la assume dove è proibita. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Addiction.
Una conclusiva nota storica.. A Sparta, il legislatore Licurgo dell’ottavo secolo a.C, sosteneva che chi proponeva una legge doveva farlo con la corda al collo, per dar modo al cittadino di impiccarlo subito se la legge era sbagliata….
Sorridiamo al pensiero che il buonismo italiano lo ha sempre evitato..!
SEMPRE AVANTI ITALIA!!

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