Roma, 17 marzo 2021 – Agli uomini che vanno per mare sull’Amerigo Vespucci, la celebre nave-scuola della nostra Marina Militare,ben si adatta quello che diceva Platone:
“Al mondo ci sono tre tipi di uomini: i vivi, i morti e quelli che vanno per mare”.
Per questi ultimi intendeva quelli che ogni giorno, tra un’onda e l’altra, sono costretti dalla loro condizione di marinai a vivere di ricordi, nostalgie e affetti lontani.
E così facendo vivono in pieno i propri sentimenti, tra i quali c’è anche la paura di affrontare l’ignoto (che ai tempi di Platone era molto più ignoto di oggi) e di non far ritorno alle proprie case.
L’Amerigo Vespucci, varata nel febbraio del 1931, è una delle belle eccellenze della nostra Italia.
E ora che è arrivata al suo 90mo anno di vita vogliamo celebrarla in queste poche righe che le dedichiamo.
Perché siamo dei vecchi amanti dei velieri. Perché ci commoviamo ancora a sentire l’inno nazionale.
Perché le sue vele colorate come il tricolore nel momento peggiore della pandemia ci sono rimaste nell’anima.
E anche perché sull’Amerigo Vespucci ha viaggiato, nel suo periodo di apprendistato per diventare comandante della Marina Militare, pure un nostro caro amico di università.
Che, poi, ha fatto diventare anche nostri i suoi ricordi di quell’anno che ha vissuto a bordo, rinfocolando, così, il nostro animo di marinai da scrivania.
Buon vento, dunque. Oggi e sempre.