Roma, 1 settembre – Apprendiamo su “Il Venerdì’ di Repubblica, un interessante articolo dal titolo “Amianto: un sito per stanare il Killer”….La bonifica dell’Amianto:una economia che nasce, un territorio che risorge. Si annuncia pure la nascita della “Guardia Nazionale Amianto”.
Questo il resoconto del Convegno ONA del giorno 11.07.2015 presso Castello di Ceglie del Campo in Bari. L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto (ONA – Onlus) ha presentato alle Autorità, alle Istituzioni, ai cittadini, alle organizzazioni civili, professionali e produttive della operosa Puglia un metodo scientifico innovativo per rendere inerte il micidiale e pericolosissimo amianto, creando una opportunità tecnologicamente avanzata di sviluppo di una economia del recupero e dello sviluppo del territorio. Il Convegno era aperto alla collaborazione di tutte le Istituzioni e ai soggetti pubblici e privati, che sono stati invitati a partecipare, in quanto interessati al benessere della cittadinanza e allo sviluppo economico della Regione Puglia.
L’ONA auspica che, come hanno fatto da tempo la Francia e la Germania, l’Italia possa dotarsi di adeguati Grandi Centri di Ricerca operativa, capaci di affiancare gli scienziati di pregio, che non mancano nel nostro Paese, per passare, in sicurezza, dal laboratorio all’industria.
La compressione dei costi del disinquinamento mediante nuove tecniche deve essere una delle principali fonti di ristoro delle iniziative pubblico-private sul territorio. Valore d’impresa e istituzioni efficaci ed efficienti, finalmente insieme. Anche in Italia.
Tutto questo ci va più che bene… ma era necessario varare una struttura di si grande importanza ambientale con la costituzione della Guardia Nazionale Amianto, proprio nel momento in cui viene annullato il benemerito Corpo Forestale dello Stato che tra i suoi compiti ha anche quello della gestione dell’amianto, rischiando di far scomparire il Corpo che più di altri deve far applicare la nuova Legge sui reati ambientali, attesa vent’anni?… Questa scelta non soltanto è incoerente ma rischia di comportare un’infrazione delle direttive europee ed è culturalmente arretrata.
Se il CFS non esistesse, piuttosto, bisognerebbe inventarlo….
Secondo Cesare Patrone, Capo del Corpo Forestale dello Stato, infatti, l’eventuale transito nella Polizia “comporterebbe delle questioni critiche in quanto non sarebbe possibile proseguire nella gestione sostenibile delle 130 riserve naturali statali su terreni demaniali; si verrebbero a creare ulteriori duplicazioni tra Carabinieri e Polizia sul territorio… (occorrerebbero) soldi per nuove uniformi; si perderebbero professionalità scientifiche; e se scompare il Corpo Forestale nelle regioni a statuto ordinario permarrebbe invece in quelle a statuto speciale.
Tra le tante voci autorevoli ad esporsi contro la discutibile idea è stato qualche settimana fa il Capo della Procura Nazionale Antimafia Roberti: “La Forestale contribuisce alla lotta alla criminalità organizzata; le sue competenze specialistiche, unite alla conoscenza capillare del territorio, sono preziose….Pensiamo solo ai rifiuti: il business delle organizzazioni criminali non è solo il traffico internazionale di rifiuti, ma anche lo smaltimento illegale, lo sversamento nei corsi d’acqua, le discariche non autorizzate”.