Nel bimillenario dalla morte, nel cuore delle Alpi alla scoperta dei tesori archeologici
Aosta, 19 agosto – (ansa) Non poteva mancare la Valle d’Aosta – che fin dal nome (contrazione di ‘Augusta’) richiama il passato romano – alle celebrazioni per il Bimillenario della morte dell’Imperatore Ottaviano Augusto, avvenuta il 19 agosto del 14 d.C. a Nola, a cui tutte le città nate come colonie augustee sono chiamate a contribuire, ricordando la figura del loro fondatore.
Erede designato di Caio Giulio Cesare, suo prozio che lo aveva adottato e, ottenuto dal Senato nel 27 a.C. il titolo di “Augustus”, Ottaviano governò per oltre 40 anni facendo di Roma il centro del mondo. Con Augusto anche la Valle d’Aosta entrò a far parte di questo grande impero costituendo un importante corridoio di transito e collegamento con le aree transalpine già in gran parte conquistate da Cesare. In piena età augustea, poi, nel 25 a.C., venne fondata Augusta Praetoria Salassorum, la moderna Aosta.
Il nome ‘Augusta’ perché voluta da Augusto e a lui dedicata; ‘Praetoria’ perché il nucleo dei primi coloni era costituito da veterani della Guardia Pretoriana dell’imperatore; infine, ‘Salassorum’, ossia ‘dei Salassi’, in omaggio alla valorosa e tenace popolazione locale che tanto filo da torcere aveva dato alle legioni romane prima di essere sottomesse all’Impero.
Se il capoluogo valdostano conserva vestigia di rilievo storico-archeologico assoluto per la quantità e la qualità – dal Teatro Romano al Criptoportico forense, dall’Arco onorario di Augusto alla Porta Praetoria, e ancora la Villa patrizia della Consolata, l’area funeraria fuori Porta Decumana, la cinta muraria della città con le torri rimaneggiate in epoca medievale – la presenza e l’importanza di Roma nella storia della regione si ritrova, però, in tutto il territorio valdostano.
Basti pensare alla strada romana delle Gallie, costruita per collegare l’Italia settentrionale alle province galliche ed elvetiche, che attraversa il territorio valdostano giungendo da Eporedia (Ivrea), sino ad Augusta Prætoria, per poi biforcarsi in direzione del colle dell’Alpis Graia (Piccolo San Bernardo) e dell’Alpis Poenina (Gran San Bernardo). La via ha nel tratto di Donnas, nella bassa Valle d’Aosta, uno dei suoi punti più caratteristici, intagliata com’è nella viva roccia per una lunghezza di 221 metri, ma è in località Pierre Taillée (Avise) che si conserva la parte più monumentale della strada, che, qui, si presenta con tagli nella viva roccia e sorretta da costruzioni ciclopiche. Altri importanti resti archeologici sono quelli dei ponti di Saint-Vincent e Chatillon, i resti della strada a Montjovet, e il celebre ponte romano di Pont-Saint-Martin.
In territorio di Aymavilles, invece, sorge il ponte-acquedotto del Pont d’Ael che apre al pubblico dopo un lungo restauro con uno spettacolare percorso di visita proprio in occasione del programma di eventi organizzato nell’ambito del Bimillenario augusteo.
Una ricorrenza importante che verrà celebrata all’insegna di mostre, conferenze, visite guidate a musei e monumenti, aperture notturne dei siti, attività laboratoriali per le famiglie e diverse altre iniziative racchiuse dal titolo ‘Ottaviano Augusto e la Valle d’Aosta. Una storia lunga oltre 2000 anni’ che si susseguiranno nel corso dell’estate e dell’autunno fino a fine dicembre. I visitatori avranno, così, l’opportunità di compiere un viaggio nella storia, rivivendo la vita ai tempi dell’Impero quando Roma aveva da poco compiuto la conquista della Gallia, scoprendo le bellezze di una Valle d’Aosta diversa da quella a base di ‘neve’ e ‘natura’ più radicata nell’immaginario dei turisti, e le cui origini affondano in un passato ricco di glorie e testimonianze.
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