Mentre il Ministro pronunciava queste parole, a Roma, davanti alla Camera, era in corso un sit-in di protesta delle Forze di Polizia contro i tagli previsti nella legge di stabilità. Ancora, sul sito “FICIESSE” (Associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà), leggiamo l’articolo: “AL VIA IL TAGLIO DELLA SPESA, OBIETTIVO DIECI MILIARDI, Cottarelli si insedia, il piano pronto in venti giorni” di Alessandro Barbera in cui è scritto che “Lo Stato italiano quest’anno è costato 807 miliardi, l’anno prossimo il conto salirà a 812, nel 2017 a 854.
Da ieri, Carlo Cottarelli ha il compito di mettere sotto controllo una spesa che tuttora vale metà di quel che produce l’intera economia. I dettagli su come Cottarelli intenda procedere arriveranno il 13 novembre, quando presenterà al Premier programmi e obiettivi”. Da quel che trapela, Cottarelli avrebbe preso visione del rapporto dell’ex Ministro Giarda del Governo tecnico, incontrandolo personalmente. “I primi capitoli (del rapporto in questione), analizzano proprio la spesa di Arma dei Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco e Capitanerie di Porto”, continua l’articolista, che aggiunge: “Ebbene, Giarda era giunto alla conclusione che le spese di queste quattro strutture sono significativamente più elevate, a parità di condizioni, nelle Province o nelle Regioni di minori dimensioni demografiche. Il tema è delicato perché chiama in causa il più irrinunciabile dei servizi ai cittadini, ma quel servizio potrebbe essere garantito persino meglio a costi più contenuti: basti dire che Polizia e Carabinieri costano rispettivamente 6,7 e 7,2 miliardi l’anno”.
Si continuerà a seguire la linea Giarda? Vedremo! Ciò premesso, chiariamo un punto. L’argomento del depotenziamento delle Polizie si è rafforzato negli ultimi venti anni e, quindi, non meraviglia che nel silenzio codardo generale taluni esponenti politici dicano, di tanto in tanto, ed in modo non esaustivo, quel che si tenta di decidere nelle segrete stanze nei riguardi delle Forze dell’Ordine.
Su questa stessa testata, il 20 Luglio 2012, con l’articolo: “Giù le mani dall’Arma dei Carabinieri!”, affermammo che ipotesi di unificazione o altre assurdità costituirebbero un vero e proprio fatto eversivo e golpista. Lo confermiamo!!
La storia delle mani non nette della politica sui Carabinieri è antica, ma sempre respinta con sdegno dall’Arma dell’altro ieri e di ieri. E oggi, che si fa? Nessuno si muove, nessuno protesta? Andando a un passato recente, il 4 febbraio 2009, l`on. Riccardo Mazzoni, del PDL, presentò una interrogazione parlamentare affermando che “secondo notizie giornalistiche, l’attuale Ministro dell’ Interno Roberto Maroni avrebbe inviato in Francia – dove nel frattempo l’unificazione tra due forze (Gendarmeria e Polizia) si é attuata – due alti dirigenti del Viminale, per valutare come quel nuovo modello di sicurezza possa essere esportato nel nostro Paese…” La cosa, all’epoca, cadde nel nulla ma lo stesso Maroni, alla festa della Polizia del 2009, confermò ufficialmente che: “Sono maturi i tempi per procedere alla revisione dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, per evitare sovrapposizioni che possono comportare diseconomie”.
Più recentemente, a ferragosto 2012, il Ministro dell’Interno Cancellieri, alla domanda dei giornalisti sull’ipotesi di unificare le Forze di Polizia sotto un unico comando potesse consentire di risparmiare risorse, rispose tranquillamente: “Non siamo noi del Governo tecnico a dovere fare questa importante modifica dell’assetto strutturale delle Polizie; questa riforma importante ha bisogno di un forte mandato politico elettorale, che solo un Ministro nominato dopo elezioni politiche può fare, se ritiene”. Con questa risposta, il Ministro Cancellieri ha di fatto rinviato l’attesa riforma del Comparto Sicurezza già annunciata, nel 2009, dal suo predecessore.
Che dire? Nulla, oltre che manifestare meraviglia e rabbia. Possibile che in Italia c’è chi pensi che per recuperare risorse di fronte ad un’emergenza economica gravissima si debba rivoluzionare il pianeta sicurezza dello Stato? Possibile non si tenga conto che l’illegalità, la corruzione e la criminalità hanno occupato tutti i settori della vita politica, civile e pubblica modificando l’idea stessa di democrazia? Possibile non si capisca che le Forze dell’Ordine sono l’unico presidio di legalità di uno Stato nel quale essere onesti diventa l’eccezione ed essere delinquente è divenuta la normalità? La nostra, una democrazia nella quale prevalgono le logiche della massoneria “Piqquattrista” in virtù delle quali i modesti per trascorsi e cultura vanno avanti e dove solo dire la verità comporta l’isolamento e la discriminazione; una democrazia, la nostra, devastata da mafie endogene ed esogene, martoriata da grassazioni, attentati e bombe. Una democrazia, certamente, che sta rinnegando i suoi valori e la storia della nostra Patria.
Sia chiaro, concludendo, che sul tema saremo in tanti a svolgere forte e incisiva vigilanza, anche pronti a manifestare pubblicamente e democraticamente nelle strade e davanti alle sedi istituzionali il nostro pensiero, al grido del motto: “GIU’ LE MANI DALL’ARMA DEI CARABINIERI!”