Quattro anni con l’Anello del Pescatore

Roma, 13 marzo 2017 – Quattro anni di pontificato di papa Francesco. Chi è il Pescatore?  Papa Bergoglio ha più volte ricordato e precisato che compito della Chiesa non è il proselitismo ma la testimonianza, che diventa accoglienza nei riguardi di chi desidera condividere il percorso.
E come ogni disciplina anche il Catechismo del buon cristiano presuppone preparazione in chi insegna e risultato in chi apprende: il problema è tenere sempre presente quali i mezzi e quali i fini.
Presupposto e finalità della Chiesa è Cristo. Ciò valido, nella identificazione del Nome e in diversi modi, ancheper tutte le Confessioni Cristiane Riformate  e per gli Ortodossi.
La massima autorità terrena nella Chiesa Cattolica Romana è il papa, anche vescovo di Roma, definito pontefice.
Pontefice è definizione precisa, ereditata dalla tradizione latina, di costruttore di ponti. Durevoli, utili, proporzionati ai luoghi, i ponti di pietra latini (che durarono a lungo e ancora, a differenza di altri attuali) e altrettanto lo possono essere quelli che, traendo spunto da essi, nascono fra le coscienze.
C’è chi si meraviglia o è scettico sul fatto che realtà in apparenza lontane per tradizioni e per luoghi possano essere davvero collegate, ma è bene ricordare che senza ponti si resta isolati e c’è più rischio di finire nell’acqua, nella melma, nel baratro, ovvero nel vuoto della
solitudine individuale o di settore.
I ponti vanno ben costruiti; altrimenti crollano e portano giù rovinosamente chi li percorre. Così i ponti fra le persone, fra i piccoli gruppi di esse o i grandi o grandissimi, e richiedono
preparazione e impegno proporzionati. La coscienza, però, non è pietra, è già di per sé attiva e predisposta alla comunicazione, primo e fondamentale ponte fra i viventi.
Sulla comunicazione, sul possibile e reale dialogo, si fonda la Tradizione, verbale e scritta, ecclesiale. I Vangeli significano Annuncio. Le Lettere degli Apostoli sono comunicazione.
La presenza del Cristo, supremo e garantito legame, è dove anche soltanto due discepoli, davvero, Lo testimoniano.
Da ciò il peregrinare di papa Francesco e dei precedenti pontefici, per mantenere viva l’attenzione su tutte le componenti del nostro pianeta, per dare voce, rilievo il più possibile a tutti, senza preclusioni geografiche, etniche, sociali. Dando valore alle diverse, molteplici
espressioni positive della vita quotidiana o evidenziando i problemi presenti nei modi di agire rispetto alla Salvezza, intesa come realtà davvero da condividere, finalità terrena ed escatologica. La libertà consapevole del singolo, non avulso dalla propria crescita, nella
collettività rispettata e nella considerazione ed accoglienza verso le generazioni future.
Molto è stato superato, molto è stato già definito? Poco resta da fare?
Il tanto e il poco si muovono in proporzione a quanto accade e a come si muove il mondo.
La Chiesa incarnata non si può staccare dai problemi reali, da quanto affligge o allieta tutti gli uomini, anche Non Credenti (divenuti pieni interlocutori e definiti come tali con il Concilio
Vaticano Secondo). Ogni gioia rispettosa degli altri ed ogni dolore non possono essere definiti estranei all’interesse fraterno della Chiesa, anche se non inclusi nella condivisione sacramentale apparente (se non vi è l’adesione al Credo da parte di chi li prova). Ma la condivisione nell’intenzione dell’Unità ultima con tutti gli uomini e donne, rispettando e aiutando a migliorare i momenti storici di ciascuno, è l’impegno e il desiderio della Chiesa Cattolica.
Da qui il Giubileo della Misericordia.
La società civile e ormai internazionale, ha certamente bisogno di cautele per andare avanti e per non creare confusioni e per difendere i più deboli, in tutti i sensi.

Chi deve essere il Pescatore? Chi non lascia senza soccorso. Chi si fa carico delle difficoltà, soprattutto dei più deboli. Chi ama il Prossimo senza aspettarsi un riscontro. In nome di Cristo e della Chiesa Cattolica Romana.
E lo insegna agli altri.

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