Recatasi nei pressi della grotta di Massabielle a fare legna, ebbe il privilegio (ma anche l ‘onere) di vedere con i propri occhi quella che, di lì a poco, si rivelerà come la Madre di Dio, ricevendo l‘incarico, sin dalla settima apparizione (siamo al 24 febbraio e le apparizioni termineranno a luglio) di trasmettere il messaggio di conversione del cuore preparato per l’ umanità: “Penitenza, penitenza, penitenza! Pregate Dio per i peccatori!”.
La cronologia è troppo nota per indugiarvi, e molto è stato scritto, non solo su questa, ma su molte apparizioni mariane (si veda l’ottimo“Dizionario delle apparizioni della Vergine Maria di René Laurentin Ed. Du Parvis, maggio 2007) ma vorremmo richiamare l’attenzione sulla definizione che la Madonna fece di sé stessa. Alla domanda di Bernadette su chi fosse quella bella Signora vestita di bianco, Ella, in dialetto, rispose:” Que soy era Immaculada Councepciou”.
La frase, lì per lì, non dovette dire granché alla pastorella, poco più che analfabeta, ma assurse ben presto ad un’importanza teologica, storica, liturgica, devozionale pari ai principali dogmi di fede.
Era accaduto, infatti, che pochi anni prima, precisamente l’otto dicembre 1854, il Papa Pio IX, con la famosa bolla “Ineffabilis Deus”, aveva proclamato in forma solenne il dogma dell’ Immacolata Concezione di Maria, ponendo fine ad una serie interminabile di diatribe (sfociate, purtroppo, anche in forme violente) che vedevano contrapposti i cosiddetti ”maculatisti”, i quali, appellandosi all’autorità di San Paolo ed alla teologia medievale, sostenevano l’impossibilità teologica di tale definizione, poiché nessuna creatura, per quanto nobile e sacra, poteva essere esente dal peccato originale; ed i loro avversari, gli “immaculatisti”, che portavano altrettante solide ragioni, peraltro ben radicate nella pietà popolare.
Il Pontefice intese, pertanto, porre fine alla disputa, ma non potè prevedere che proprio (ci sia consentito dire)…. la diretta interessata intervenisse personalmente con una interpretazione autentica! Tale, infatti, dovette rivelarsi per il popolo cristiano la sorprendente auto proclamazione, avvenuta solo dopo pochissimi anni dalla presa di posizione ufficiale della Chiesa.
Per fortuna, ora, nessuno si sente più tentato di mettere in discussione la preservazione di Maria dal peccato originale, essendo sicuramente lo Spirito penetrato nei cuori per guidare l’umanità verso le verità eterne, ma ci pare interessante sottolineare altre conseguenze di tale dogma, che hanno diretta attinenza con la vita di ogni cristiano.
Com’ è noto, a proposito della vita terrena di Maria, si parla correttamente non di morte, bensì di dormitio Mariae, che, comunemente tradotto con dormizione, sta ad indicare che, per Ella, non si trattò di vera e propria morte, come per ogni essere umano (e di certo Maria lo era), ma di una cosa diversa. Ella, secondo le fonti classiche, era nella sua casa ad Efeso, (dov’è ancora visibile la basilica), insieme a Giovanni, e lì accadde una cosa che mai prima avvenne e mai più fu suscettibile di avvenire: una creatura mortale che non conobbe la corruzione del sepolcro!
Ecco le parole che Ella rivolse alla veggente Maria Valtorta: “Io morii?…No, se per morte s’intende la separazione dell’anima vivificante dal corpo…e la lugubrità del sepolcro… Lo spirito mi tornò a splendere al centro dell‘anima, traendo la carne dalla sua dormizione, onde è giusto dire che fui assunta in cielo in anima e corpo…. Mi destai da quella mistica dormizione e volai, perché ormai la mia carne aveva conseguito la perfezione dei corpi glorificati” (cfr: Maria Valtorta, Il Vangelo come mi è stato rivelato, Centro Editoriale Valtortiano, 2001, pag.151).
La preservazione dalla morte di Maria è il riflesso e la logica conseguenza del dogma dell’ Immacolata Concezione: Maria non è morta perché non può morire chi è nato senza il peccato originale, che è la causa della morte. Infatti, è noto che ”tutti muoiono in Adamo” (cfr:1^ Cor 15,22); nonché “a causa di un uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte e così la morte ha raggiunto tutti gli uomini” (cfr:Rom 5,12-17 e 6,23); e “la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo” (cfr:Sap. 2, 24). Ed è anche per questo che il “caso” Maria appare ancor più unico.
Come dice S.Agostino, infatti, il mondo era indegno di ricevere il Figlio di Dio direttamente dalle mani del Padre. Questi l‘ha dato a Maria perché lo ricevesse per mezzo di Lei” (cfr:S.L.M.G.deMonfort, Trattato delle vera devozione, Ed.Shalom, Ancona, 1997,pag 32). E, come abbiamo visto, essendo stata concepita senza peccato, non potè seguire la sorte dei mortali.
Quale, dunque, le conseguenze di queste brevi riflessioni per la nostra vita?
La promessa della nostra resurrezione ha ricevuto in Maria la prima e meravigliosa conferma. Ella è la prima creatura ad avere sperimentato la vita eterna, costituendo per noi l‘esempio più splendido di com’ è vera la promessa di Cristo contenuta in Gv 14, 2-4 : “ Vado a prepararvi un posto…tornerò e vi prenderò con me perché siate anche voi dove sono io“.