…. Ascoltare ….
In generale non amo chi sputa sentenze, o quelli che poi chiacchierano a vanvera.
Mi riferisco in particolare a quegl’inopportuni che, quando vanno male le cose, hanno sempre da ridire senza sapere.
Non hanno idea di quel vissuto e di cosa davvero si vive in quel momento.
C’è sempre quel qualcuno che cita sopra le righe :”Chiusa una porta, si aprirà un portone”.
E verrebbe da obiettare con stizza a chi lo dice con “superficialità” che prima di trovare la chiave di quel portone…passa sempre “anche troppo” tempo!
Tempo, che poi trascorri per amore o per forza, in una realtà, che talvolta può essere dura e ingiusta, dove si trovano con frequenza porte, inevitabilmente chiuse sul viso. E quei tonfi di porte sbattute in faccia, restano nel profondo, a formarti il carattere, facendo pagare delle volte un pesante tributo.
Codardi si potrebbe restare immobili ad aspettare che gli eventi decidano, ma quello non è crescere.
La vita si sa non ti forma la personalità stando fermi a guardarla nel suo placido andare, ma molto spesso nelle difficoltà.
Nello sconforto, negli impedimenti, quello che si cerca davvero è solo “parlare” ed essere “ascoltati”, davvero!
L’ascolto però, non esiste più.
Ascoltare presuppone anche l’intimo confronto, il porsi domande, il rivedersi.
Le possibilità ci sono, basta avere la volontà di farlo “davvero” ma non sempre si ha questo coraggio, e non tutti sono pronti e disposti a guardare il proprio fondo.
Il “dialogo”, il guardarsi negli occhi, sembra sempre un’icona irraggiungibile di questi tempi…tutti troppo presi da altro.
Persino in famiglia, spesso, il dialogo e l’ascolto sembrano dileguarsi per la routine che ci perseguita. Quel cercarsi per ridere insieme, emozionarsi e condividere gioie, dolori, successi e sconfitte si trasforma spesso in un evento raro.
Questo può generare incomprensioni, problemi, diffidenze e altre conseguenze…
Alla fine, basterebbe solo saper “ascoltare”…