Roma – mercoledì, 08 aprile 2015 – Manifesto pervenuto da USB – Pubblico impiego.
Proprio quella che non può essere compresa da coloro che sono riusciti nell’arco di pochi giorni a essere sonoramente smentiti dalla stragrande maggioranza di coloro che pretendevano di rappresentare. Eppure non ci voleva molto per capire che quel Contratto, che hanno avuto l’ardire di scrivere e sottoscrivere con l’Amministrazione, ai lavoratori capitolini non piaceva proprio. Ci saremmo aspettati almeno l’accenno di una autocritica; ma, evidentemente, i loro stessi iscritti hanno in gran parte votato contro le loro indicazioni.
Quando la mattina del 26 marzo migliaia di lavoratori hanno provato uno strano senso di soddisfazione e rappresentavano visivamente la gioia per qualcosa che giustamente consideravano una loro “vittoria”, non lo facevano per incoscienza o per ignoranza delle difficoltà che la scelta di bocciare un contratto miserabile avrebbe posto a tutti noi nel prossimo futuro; lo facevano “nonostante” la consapevolezza di tali difficoltà.
Lo facevano perché erano riusciti a provare, dopo forse troppo tempo, l’orgoglio di aver drizzato la schiena e di aver gridato un sonoro “NO” a chi pretendeva che tornassero a inginocchiarsi sotto la pressione di un infame ricatto. Oggi, terrorizzati dalla inaspettata prova di forza e dignità dei lavoratori, reagiscono in modo scomposto e, in alcune occasioni, pericolosamente aggressivo.
E chiamano a raccolta i migliori tra i loro scribacchini perché aprano un fuoco incrociato contro i “ribelli”, a suon di ricostruzioni creative di quello che sarebbe accaduto. Raccontano di un contratto fantastico che stava per regalare a tutti centinaia, se non migliaia di euro a tutti. E di lavoratori che, poveri ingenui, si sono fatti infinocchiare dal lupo cattivo ed hanno incredibilmente rifiutato questo dono graziosamente elargito da un’amministrazione buonina buonina.
Che fenomeni! Hanno firmato un accordo che nessuno voleva, hanno preteso di realizzare un referendum con modalità autodirette. E dopo averlo perso, invece di rendersi conto dell’accaduto e rifletterci su, cercano all’esterno il colpevole di una disfatta che è soltanto loro, riuscendo nel miracolo di offendere ancora l’intelligenza dei lavoratori trattandoli da imbecilli.
Usb non terrà conto degli sfoghi esistenziali di qualcuno, ma darà corso al mandato ricevuto dai lavoratori per fare la cosa più importante: costringere l’Amministrazione a tornare immediatamente al tavolo di trattativa.
Già la sera stessa del referendum, una volta emerso con chiarezza l’esito della consultazione, abbiamo proposto a tutte le organizzazioni sindacali che fossero interessate al raggiungimento di tale obiettivo di programmare insieme le iniziative ritenute necessarie.
Qualcuno ha risposto tempestivamente all’appello, altri no (ma non disperiamo in un sano ripensamento). Il primo frutto concreto di tale convergenza è la convocazione della
Assemblea del 9 aprile 2015
(sala del Carroccio in Campidoglio con orari differenziati a partire dalle 14)
Sarà il primo momento di ripresa della lotta per un Contratto che rispetti la dignità dei lavoratori ed abbia come obiettivo il miglioramento dei servizi ai cittadini. Sarà un’iniziativa pacifica ma determinata e dovrà vedere in piazza il più gran numero possibile di lavoratori.
Invitiamo tutti a partecipare con la convinzione di rappresentare anche visivamente quale è la vera consistenza umana, etica e professionale dei dipendenti capitolini.