“..Qui bisogna assicurare ordine e disciplina…”
Roma, 2 gennaio – Sulla Rivista dei Carabinieri Reali (Anno II N.4 Luglio-Agosto 1935-XIII) l’interessante articolo:”La Funzione Politico Sociale dell’Arma dei Carabinieri Reali”, scritto dal 1° Capitano dott. Luigi Licci.
Sono parole di ottant’anni addietro, che fanno riferimento a periodi molto difficili, ma che ben si possono adattare alla situazione sociale dell’oggi, anch’essa oltremodo problematica, che vede l’Arma sostegno forte della gente e presidio di legalità come in passato.
Leggiamo cosa scrive l’autore: “”Ciò che il popolo d’Italia ama di più nell’Arma dei Carabinieri è il suo senso tradizionale di probità e di moderazione; l’essere stati e l’essere Carabinieri come una grande forza permanente di giustizia, di sicurezza e di ordine..”. Così affermò il nostro Comandante Generale, all’indomani delle provvidenze finanziarie adottate dal Governo per migliorare le condizioni ( e la funzionalità)….. dell’Arma. E questo nel momento in cui le nostre supreme gerarchie decidevano di procedere a quella ricostituzione che, dopo la guerra (del 1915-’18), si era resa necessaria. In questa sintesi sono racchiusi gli elementi d’ordine morale, politico, sociale che ne presiedono la sua tradizione, ormai consacrata da una serie di grandiosi eventi nazionali, quali il Risorgimento italiano e il consolidamento dell’Unità Nazionale. Infatti, quando Roma diviene Capitale d’Italia….la Monarchia ha già lo strumento per garantire l’ordine e la giustizia: l’Arma dei Carabinieri Reali!… Ebbene, durante tale periodo – che potremmo qualificare per l'”experimentum crucis” (cioè l’ esperienza della croce, ossia l’esperimento decisivo) dell’Italia risorta ad unità -, la nostra Arma adempie la sua missione e costruisce quella magnifica, granitica piattaforma morale … per l’unità morale e spirituale degli Italiani. E si giunge alla grande guerra mondiale, alla prova suprema…dove rifulgono la bontà dei nostri ordinamenti, l’utilità del nostro istituto, l’alta concezione morale dell’Arma nostra… L’Italia si batte sulle frontiere? Qui bisogna assicurare ordine e disciplina … L’Italia lavora e forgia le armi nelle retrovie, nei suoi stabilimenti e nei suoi porti? Qui bisogna assicurare ordine e disciplina… L’Italia segue, con ansia crescente, le vicende dei suoi figli più generosi sulle trincee…e talvolta nelle piazze si tumultua e negli opifici si sciopera? Qui bisogna assicurare ordine e disciplina… Le prove non sono finite. La vittoria, come l’Unità, va consolidata all’interno e, nella lotta dei partiti, nella giostra della competizioni, mentre gli spiriti si smarriscono e le opere si intrecciano in spietate contraddizioni… la nostra Arma adempie ai suoi doveri con quella moderazione consapevole, che costituisce la più ampia garanzia di giustizia…””.
Cosa è mutato nella quotidianità del Carabiniere, una volta Reale e dal 1946 Repubblicano? Assolutamente nulla. Infatti, ieri come oggi, come abbiamo già scritto in passato su questa testata, gli eventi con i quali il Carabiniere quotidianamente si confronta, sono molteplici e delicati perchè vanno dalla gestione della normalità della vita civile, nel proprio contesto di lavoro, alla gestione di situazioni che lo vedono confrontarsi con la violenza, percependo un continuo senso di pericolo proveniente da un nemico invisibile e sconosciuto, sempre però offrendo garanzie alla richiesta di sacrificio da parte dei cittadini.
Nel segno della storia, la storia dei Carabinieri d’Italia coincide con l’identità nazionale di un popolo….E diciamo, concludendo, che il bicentenario della secolare Quercia ha consentito di rivisitare la storia dell’Italia, dal primo Risorgimento alla Grande guerra, dal Fascismo sino ad oggi; sì, l’oggi, certamente un periodo delicatissimo per l’ abnorme crisi economica, per l’assenza di valori, come per la carenza di alta Politica e l’assedio alla gente per bene indifesa da parte del malaffare. Un periodo, quindi, che evidenzia la necessità di porre le basi per più solide certezze, auspicando per tutti, prendendo a prestito le parole di Luigi Licci, maggiore “..ordine e disciplina..”!!
Mi piace ricordare che l’autore dell’articolo citato sulla “Rivista dei Carabinieri Reali”, 1° Capitano dott. Luigi Licci, congedatosi dall’Arma, divenne Avvocato tanto che dal dopo guerra e per tutti gli anni ’50-’60 fu molto apprezzato nella Capitale. Decedette nel maggio 1972. Suo figlio, Raffaele, anch’ Egli Ufficiale della Benemerita, dal 18 aprile 1990 al 17 aprile 1991 ricoprì l’alta carica di Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.
Tra i vari incarichi, fu brillante e autorevole Comandante del Gruppo Roma 1°, nella sede storica di Piazza San Lorenzo in Lucina, nel 1971-’72.