Tempi duri per gli autovelox non verificati. Consulta ‘boccia’ codice strada

Ora il via ai risarcimenti

Roma, 19 Giugno   – Era stata la Corte di Cassazione a rimettere gli atti alla  Corte Costituzionale,  a seguito di un ricorso proposto da un cittadino contro una contravvenzione contestata con l’autovelox.

Ieri, la Corte Costituzionale ha depositato la sentenza redatta da giudice Aldo Carosi con cui boccia l’articolo 45 del nuovo codice della strada nella parte in cui non prevede che tutte le apparecchiature per l’accertamento dei limiti di velocità, come gli autovelox, appunto, siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura.

Con la sentenza, la Corte ha stabilito  che la norma, così come formulata, non va in quanto “i fenomeni di obsolescenza e deterioramento possono pregiudicare non solo l’affidabilità delle apparecchiature, ma anche la fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale, quale quello della sicurezza stradale”. “Appare evidente – si legge nella sentenza  – che qualsiasi strumento di misura, specie se elettronico, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche e quindi a variazioni dei valori misurati dovute ad invecchiamento delle proprie componenti e ad eventi quali urti, vibrazioni, shock meccanici e termici, variazioni della tensione di alimentazione”. Pertanto “l’esonero da verifiche periodiche, o successive ad eventi di manutenzione, appare intrinsecamente irragionevole”.

Con questa decisione della Corte, secondo le associazioni Adusbef e Federconsumatori, si  “ristabilisce la legalità violata da enti locali adusi ad appaltare a terzi gli agguati con autovelox ed altri strumenti di rilevazione della velocità, in cambio di una percentuale sugli incassi”. Per Elio Lannutti di Adusbef e Rosario Trefiletti di Federconsumatori “si apre la strada ai risarcimenti per milioni di multe recapitate con strumenti tecnici di dubbia funzionalità”.

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