Che cosa ha di particolare questa canzone? Come “’O Sarracino”, ha raccontato, nella chiave brillante e maliziosa, le drammatiche conseguenze della violenza subita da molte donne italiane da parte delle truppe alleate, durante l’ultimo conflitto, questa, sia Modugno, sia Carosone, non l’avrebbero nemmeno immaginato, rappresenta una “scenetta”, “il disappunto di un giovane la cui fidanzata non viene mai lasciata sola in sua compagnia”, specchio di una educazione d’altri tempi, che, rappresentato in chiave ironica, è l’allegoria che può essere applicata a molte situazioni che si verificano nei nostri tempi.
Questa mattina sono andato alla banca per fare un prelevamento e, non appena ho fatto il mio ingresso nell’agenzia, come conoscitore del repertorio classico partenopeo, mi è sfuggita una esclamazione a mezza voce “…siamo rimasti proprio “io, mammet’e tu”…”. Che cosa era successo? L’agenzia era “quasi” vuota; da tempo immemorabile, ormai, i quattro o cinque cassieri che fornivano la “prima immagine” dell’esercizio che “cura” o meglio, ”dovrebbe” curare, gli interessi economici del cliente, sono diventati… uno… qualche volta “coadiuvato” da un collega che, a intermittenza, quando si rende necessario, porta il numero a due, ma questo avviene raramente.
Avanti all’unica cassa in funzione, c’erano due signore tra il maturo e l’anziano. Vista la situazione, mi sono premurato, per etica e per senso civico, a prendere il numero all’apposita macchina, ma, la cosa, era perfettamente inutile. Da oltre la “distanza di cortesia”, mi sono disposto di buon grado ad aspettare lo scatto della numerazione nel display e, contemporaneamente, ho cominciato a gettare uno sguardo al procedere dell’operazione delle due attempate clienti. La cassiera in servizio, più adatta ad andare ad accudire i nipotini che a svolgere un lavoro per il quale è richiesta prontezza di riflessi e dinamismo, (come, del resto, la guardia giurata che, nel monitor, controllava l’agenzia), “operava” al terminale, ma qualcosa…”non andava”. Più volte ha dovuto spiegare alle clienti che cosa non andava e più volte ha fatto ripetere a queste la “firma elettronica” sul tablet e più volte costoro non hanno capito di che cosa si trattava e perché il terminale si fermava. Ad un certo punto è transitato nella sala il direttore che, avvicinatosi alla postazione dall’esterno, non si è premurato di interessarsi della ragione per cui il terminale si fermava, ma di chiedere alle due anziane clienti, se avessero il tesserino del “Bancomat” e la “chiave” della “Banca on-line”. Mentre entravano alcuni clienti alla spicciolata e si disponevano in attesa, le due donne, più anziane che mature, hanno chiesto spiegazioni al direttore della sua domanda e questi gliel’ha fornita. “Se avessero avuto il bancomat, quella operazione che stavano facendo alla cassa con difficoltà, l’avrebbero potuta fare al bancomat di cui un terminale era nella sala e, con la “chiave”, l’avrebbero potuta fare da casa con il computer.”.
È superfluo dire che, per le due clienti, il direttore era peggio che se parlasse in turco, ma queste hanno avuto l’”ardire” di chiedergli perché vi era solo un cassiere e dove stavano gli altri. Gli altri non c’erano perché gran parte del personale era stato esodato.
Una domanda: come si può pretendere che una persona che, fino a ieri, ha guidato il calesse, si metta, oggi, alla guida di un aviogetto?
Una considerazione: se questa situazione rappresenta l’evoluzione inarrestabile della tecnologia, innanzi tutto non lo è del progresso e, secondo, essa porterà – e non sono il primo a “profetizzare” questa escalation perché, con la compra-vendita dei titoli per mezzo del computer essi sono già in atto – ad una banca formata da un direttore e da un segretario, “…io, mammet’e tu…” .. e… gli altri… gli impiegati, gli esperti-consulenti del finanziario, i cassieri… dove stanno?
Ad ingrassare le file dei disoccupati, no?!…quelle file che, parole di Renzi, “stanno facendo l’Italia migliore di come lui l’abbia trovata”…