Bergoglio e i conviventi
Roma, 26 febbraio 2017 – Ormai ci siamo abituati alle “svirgolate” di questo papa. Alcuni provvedimenti vertono proprio a sovvertire il Diritto Canonico, ma che ci vogliamo fare? È il mondo che sta marciando su un binario diverso.
Oggi, vale a dire ieri, 25 febbraio, è stata la volta delle coppie conviventi. Appello ai parroci affinché non le condannino e, piuttosto, si confrontino su tutte le drammatiche realtà del nostro tempo, le unioni celebrate in Cristo, le unioni di fatto, le unioni civili, le unioni fallite, le famiglie e i giovani felici e infelici. Ci sono tutte le categorie ed è una realtà che non può essere né sottovalutata, né elusa.
Comunque, prima di attribuire questi interventi a Bergoglio, consideriamo una cosa molto importante. Queste “disposizioni”, sotto forma di “inviti”, non vengono da lui, ma da un fortissimo e competentissimo collegio di filosofi della chiesa che “sta” alle sue spalle; lui ne è soltanto la “voce”. A questo punto rendiamoci conto anche che, da qualche decennio, la figura del Papa è cambiata. Da Pio XII, “figura di un altro mondo”, in cui un popolo e il mondo, martoriati dalla guerra, vedevano la salvezza dell’umanità, siamo arrivati a “chiamatemi Francesco” e a “…chi sono io per giudicare?…”, per non parlare del suo divertimento, nella Sala Nervi, alle argomentazioni, a tratti blasfeme, di Roberto Benigni, e il suo cognome, Bergoglio”, sta prendendo piede rapidamente e si sta sostituendo nella menzione a “Sua Santità”.
Quindi aperture inaspettate ai rapporti degli omosessuali, che mettono in discussione i dettami del Diritto Canonico riguardo al matrimonio, apertura alle coppie di divorziati, che mette in discussione la indivisibilità del sacramento matrimoniale, e oggi apertura alle coppie conviventi che mette in discussione il sacramento.
Fermiamoci un momento e prima di giudicare giusto o sbagliato, quest’ultimo passo, facciamo una riflessione.
Ero giovane e, parlando con il parroco che avendo di me una buona opinione, affrontando l’argomento della labilità dei rapporti umani della nostra epoca, mi fece presente che durante i suoi studi, il suo insegnante di Diritto Canonico, religioso, era solito iniziare le sue lezioni con la frase introduttiva ”ragazzi, ricordatevi che i matrimoni perfetti si celebrano in paradiso”.
I fatti storici contemporanei a quell’incontro, e quelli che si sono succeduti, fino ai giorni attuali, mi hanno fatto fare tesoro culturale di quella frase, che aveva il sapore di “massima”, e, oggi, la giudico alla stregua di una “sentenza” che “fotografa” incontestabilmente una realtà dei nostri tempi.
La “frase”, ovviamente, non investe soltanto il sacramento del matrimonio ma, più propriamente, la fallibilità dell’uomo nella quale trovano “cittadinanza” tutte quelle categorie considerate e, allargando un po’ il concetto, il “dogmatismo” assoluto e intransigente dei voti in quanto essa dice (e sentenzia), in sostanza “l’uomo è fallibile e i fatti che da questa fallibilità derivano, sono sbagliati anch’essi. Dove, l’uomo, correggerà quello che nella sua vita ha sbagliato? Solo nell’altra”.
A questo punto, ha giustamente significato, Bergoglio, con le “sue” aperture, “se l’uomo è fallibile, perché non dargli la possibilità di risolvere e rimediare ai suoi umani errori?”.
Preso atto di questo, c’è da fare debita considerazione di un fenomeno. Si è sempre pronti a criticare, da una parte, e a condannare dall’altra, quando ci sono dei problemi, (c’è di buono, però, che Bergoglio ha esordito dicendo “…chi sono io per giudicare?…), ma non si è mai pensato a prevenire l’insorgere di questi problemi, con una accurata opera di educazione delle coscienze.
Che cosa significa? Soltanto che, invece di invitare i parroci solamente a non respingere o ad “accogliere” “colui che è incorso nell’errore”, operare prima che incorresse nell’errore, ad insegnargli il comportamento giusto da adottare e a saper distinguere la “virtù” dal “vizio”. Perché questo? Perché, per fare un esempio pratico, oggi si è troppo inclini a definire eufemisticamente “amore”, quello che è semplicemente fornicazione e, siccome la persona, con il proprio corpo, può fare ciò che vuole, il risultato di questo fenomeno, se non viene fatta una adeguata opera di educazione delle coscienze, si trova, dopo, nei problemi enunciati e per i quali Bergoglio ha invitato i parroci all’”apertura”.
In questo modo quei problemi non si risolveranno mai e le “aperture” di Bergoglio corrispondono, né più, né meno, ai DDLL di Renzi, quando non trovava soluzione ai problemi sul tappeto: “legalizzazione” e il problema è risolto.