Che dire quando due meravigliosi ragazzi in divisa muoiono uccisi in attività di servizio nottetempo? In questi casi, oltre al dispiacere di ordine umano e personale per il vuoto incolmabile lasciato nelle Famiglie come tra gli amici e colleghi, si fa riferimento giustamente al senso del dovere e allo spirito di sacrificio dei Caduti, non di rado anche autori di atti di valore.
Giammai si dovrebbe decadere limitandosi alle solite consuete parole di circostanza, unite alla fredda retorica di facciata, attingendo a piene mani dalle tavole sacre del mito, senza aver fatta, contestualmente e amaramente, e questo senza alcun riferimento alla nostra storia, una seria e attenta riflessione sulle capacità organizzative di chi, avendone la responsabilità ai vari livelli, dispone servizi carenti in termini di progettualità, sicurezza ed efficacia risolutiva. Questi i fatti. I Carabinieri Donato Chiarelli, 22 anni, di Loreto Aprutino (Pescara) e Giovanni Liberto Corinto, 23 anni, di Acquaviva delle Fonti (Bari), della Compagnia di Camerino, certo non immaginavano di andare incontro alla morte quella sera del 29 marzo 1988. I due Militari erano in abito civile a bordo di un’ autovettura non contrassegnata ed erano in appostamento nei pressi di una villa che era stata già visitata dai ladri; era stato lo stesso proprietario a denunciare, giorni prima, il furto di mobili per un valore di 50 milioni di lire. Ma, per le cose lasciate e non potute trasportare, era prevedibile una nuova incursione. Infatti, quella notte, i Militari, accortisi a distanza di movimenti sospetti, scesi dalla loro auto e percorso a piedi un tratto di strada, sorpresero un uomo di spalle che armeggiava alla porta di ingresso della villa. A questo punto siamo nel campo delle ipotesi per cui, qualificatisi e riconosciuto il ladro, tale Carlo Ceresani, 37enne pittore camerinese, noto perché dedito alla compravendita di mobili antichi e per la vita bohémien, certamente, da quel che si può immaginare, gli avranno intimato di seguirli in Caserma ma, per tutta risposta, il malvivente avrà estratto improvvisamente un pugnale con il quale colpì più volte il Chiarelli; solo Corinto ebbe il tempo di reagire, estrarre la pistola dalla fondina, sparare e colpire il ladro alla gola. Ma questi,velocissimo, riuscì a raggiungere con la lama anche il secondo Carabiniere che, sebbene gravemente ferito, tentò di mettersi alla guida della Lancia Fulvia del Ceresani, senza riuscirci. Da quel momento, più nessuna comunicazione radio con la Centrale Operativa del Comando, né alcun tentativo di contatto da parte di questa con i due Carabinieri. Solo verso le 6 di mattina, una pattuglia del Nucleo Radiomobile, giunta sul posto, trovò Chiarelli e il Ceresani già morti, mentre il Corinto, ancora in vita, fu trasportato agonizzante all’Ospedale camerte dove purtroppo morì mentre stava per essere sottoposto ad un intervento chirurgico; il bravo Carabiniere ebbe però la forza di raccontare l’accaduto. In casa del pittore furono rinvenuti oggetti e mobili di provenienza furtiva tra i quali anche quelli trafugati pochi giorni prima nella nota villa. Ora il risvolto umano, il più importante! Quanti sogni spezzati per due splendidi ragazzi, poco più che ventenni, che hanno immolato la loro giovane vita per onorare il Giuramento di Fedeltà allo Stato; quale dolore per le care Famiglie; che grande lezione di coraggio e valore, ma soprattutto di amore verso il prossimo, che va difeso ad oltranza, anche a costo di perdere la Vita! Nel ventennale del grave fatto, nel marzo 2008, la Città di Camerino, depositaria di antiche tradizioni di alta cultura e civiltà, si strinse intorno all’Arma dei Carabinieri e alle Famiglie dei Caduti con pubblica manifestazione, presenti Autorità, scolaresche e popolazione. “La memoria dei Camerinesi- affermò il Sindaco Fanelli- non potrà che essere imperitura”. A testimoniare questo impegno, subito dopo, venne scoperta, nell’atrio del Palazzo Comunale, una lapide (nella foto) che reca il testo della motivazione con la quale il Presidente della Repubblica conferì, il 30 maggio 1989, ai due Militari la Medaglia d’Argento al Valor Civile “alla Memoria”. A conclusione, presso lo storico Teatro “Marchetti”, alla presenza delle Famiglie, giunte dall’Abruzzo e dalla Puglia, furono rievocati gli avvenimenti del 29 marzo 1988, riproposti anche in un libro e un dvd realizzati per l’occasione.