Educare i giovani ad essere responsabili
Ha ragione Manzoni quando osserva che “la vita non deve essere un
diletto per alcuni e sofferenza per altri. Essa deve costituire per tutti un
impiego, del quale ciascuno renderà conto”. È una grande responsabilità guidare la crescita delle giovani generazioni.
Leducatore si pone “al servizio” del processo di crescita della sua personalità. I Valori non sono
negli istinti, né nei bisogni, tanto meno sono elementi di risposta alle
esigenze elementari della persona.
Pensiamo ai valori estetici, culturali,
religiosi… Sono valori da ricercare nella vita della persona che è continuamente
in crescita. La Pedagogia si assume il compito di “educare al
divenire”. Ma la scuola, mentre intensifica 1’impegno di ricerca per
“rinnovare la didattica” soffre ancora di quelle proposte che negli ultimi
decenni hanno irrobustito le radici, disperdendo la “giusta misura :
la concessione di libertà totale all’alunno; la rivoluzione del concetto di
valutazione del profitto dei singoli allievi; la revisione totale dei libri di
testo nella forma e nei contenuti; il diritto agli studenti di ‘autogestirsi’;
la promozione in massa con la garanzia del titolo di studio.
Il primo frutto amaro maturato da questa allettante infiorescenza è
un generale disorientamento dei docenti e delle famiglie, l’insuccesso
morale e culturale della popolazione studentesca, la perdita
per tutti dei necessari “punti di riferimento” dentro le mura domestiche
e tra le pareti scolastiche
Il ‘valore’ in senso proprio appare quasi per trasparenza dalla struttura fondamentale dell’essere
umano. È, in altre parole, una rappresentazione
di “quel che è l’uomo” nella sua sostanza caratteristica
e inalienabile. Il Valore è l’Uomo. L’Uomo è il Valore.
Connotazione umana è la Libertà: la libertà è un Valore. Razionalità
e spiritualità, esclusivamente umane, sono Valori. In tal modo
collochiamo il Valore non nel biologico, anche se rilevantissimo;
non nello psicologico, anche se irrinunciabile; neppure nel sociologico
e nel culturale, anche se ineludibili.
Esso risiede nello Spirituale o, meglio, nell’Etico. Per cui si spiega l’insuccesso delle
cosiddette “scienze sperimentali” quali la psicologia, la sociologia,
1′ economia, la politica nella loro pretesa di ‘liberare’ l’uomo e la
cultura dalle indagini della filosofia e della morale. Il quadro poliedrico
che rappresenta il mondo dei valori si scandisce in molteplici e
complesse sfaccettature: valori morali, sociali, politici, estetici,
economici, religiosi, teoretici, pratici…
Conseguentemente l’ educazione ai valori ha di fronte un orizzonte problematico vasto e
articolato; ma noi, interessati oggi a celebrare la potenza del Dialogo
come l’unico imbattibile strumento di armoniosa convivenza per
l’Umanità, affrontiamo il tema complesso e delicato della
Educazione ai Valori Morali.
Essi non sono immanenti nell’uomo: secosì fosse, saremmo in grado di qualificare moralmente già in partenza
le azioni del bambino come dell’adulto. L’ essere con l’altro”
non deve essere per lo studente un apprendimento solo mentale, ma
un fatto autenticamente vitale, emotivo, affettivo; quindi irrinunciabile
diventa il dialogo. Nell’ampio quadro della educazione
dell’uomo la libertà deve essere necessariamente avvertita, non
come ‘fine’ teso a realizzare questo o quell’obiettivo, bensì come
condizione e ‘mezzo’ per calarsi in una trama di scelte e di decisioni.
Il grande potere che detiene l’Educazione consiste nell’insegnare
a “sapere-ascoltare”: un sapere-ascoltare che non sia certo
l’ascolto prevenuto che incatena l’Altro ai nostri pregiudizi (in tal
caso non avrebbe senso l’Educazione!); ma piuttosto un riconoscere
che l’Altro è diverso da noi, ha una propria fisionomia, ha una
propria identità.
La Scuola deve essere idonea ad operare per una
qualità elevata dell’istruzione che contemperi culture e valori pluralistici.
Una scuola capace di garantire, un’autentica Libertà intellettuale
in un sistema di valori anche “religiosi”.