Tematiche etico-sociali
Onore al Carabiniere Ermenegildo Metti, martire della libertà!
Roma, 3 marzo – Il 23 novembre scorso, la Sezione dell’ Associazione Nazionale Carabinieri di Cornuda– Maser-Crocetta del Montello, in provincia di Treviso (gemellata con la Sezione di Roma Quirinale–Gruppo Corazzieri), con una serie di articolate cerimonie alla presenza di Sindaci, Autorità, popolazione e scolaresche del comprensorio, ha voluto celebrare la Patrona dell’Arma, Maria “Virgo Fidelis”, e il Bicentenario della Fondazione dell’ Arma.
Il merito di tutto questo va al dinamico ed esemplare Presidente della Sezione, Maresciallo Maggiore “Aiutante”, Cav. Levi Bronca, sempre distintosi per importanti coinvolgenti iniziative. Nella circostanza, è stato ricordato l’Eroe della Patria Carabiniere Ermenegildo Metti, nel 70° Anniversario della sua morte, con la deposizione di una corona di alloro.
Nativo di Maser (TV), il Militare faceva parte della “Brigata Partigiana Matteotti”; catturato sul Monte Grappa durante un vasto rastrellamento operato dai nazi-fascisti, dopo indicibili torture, il 24-09-1944, venne trucidato, mediante impiccagione, all’età di appena 21 anni. All’esecuzione furono costretti ad assistere i familiari del Caduto, con la partecipazione della gente del luogo, sotto la minaccia delle armi dei boia. Le ultime parole dell’Eroe furono: “Viva l’Italia!”.
Sul luogo del martirio, avvenuto in Piazza Pieve di Cavaso del Tomba (TV), il 25 aprile del 2008, nel 63° anniversario della Liberazione, fu inaugurato un cippo in suo onore.
La storia valorosa del Carabiniere Metti si riallaccia a quella del giovane Tenente che abbiamo ricordato con l’articolo: “Onore al Tenente dei Carabinieri Luigi Giarnieri, martire della libertà!” del 18 ottobre 2013. Anch’egli, poco più che ventenne, operante nello stesso contesto, ebbe analoga sorte.
Per inquadrare storicamente le vicende in narrazione, come documentato dalla Prof. Sonia Residori, storica, componente del Direttivo dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea della Provincia di Vicenza, il rastrellamento del Grappa, contrariamente alla versione diffusa e accettata da decenni anche dalla storiografia ufficiale, non fu un’operazione militare, ma un massacro di uomini indifesi, in parte partigiani combattenti che si erano arresi o consegnati spontaneamente, in parte civili inermi, padri di famiglia e ragazzi.
Tra il 20 e il 27 settembre 1944, sul Grappa, quindi, non avvenne un combattimento sanguinoso tra Tedeschi e partigiani, ma solo alcuni scontri armati, con un numero esiguo di perdite.
I nazisti intendevano “bonificare” la zona del Grappa dai “banditi”, per la costruzione della Blau Linie, una linea fortificata che doveva fermare l’avanzata delle truppe alleate sulle Prealpi, e a questo scopo, secondo i documenti, il generale Wilhelm Harster, comandante della Polizia di Sicurezza e del Servizio di Sicurezza per l’Italia (BdS), aveva ordinato di uccidere 30 uomini per ogni villaggio situato ai piedi del Grappa.
Con Decreto del Capo dello Stato del 14 febbraio 1966, fu concessa la Medaglia d’Argento al Valore Militare “Alla Memoria” al Carabiniere Ermenegildo METTI con la seguente motivazione: “NEL CORSO DI UN LUNGO PERIODO DI LOTTA PARTIGIANA PARTECIPAVA A NUMEROSI COMBATTIMENTI DANDO PROVA DI CORAGGIO E DI FEDE NELLA CAUSA DELLA LIBERTA’. FATTO PRIGIONIERO E SOTTOPOSTO AD INAUDITE TORTURE PREFERIVA IMMOLARE SUL PATIBOLO LA SUA GIOVANE VITA ANZICHE’ RIVELARE I NOMI DEI CAPI E DEI SUOI COMPAGNI D’ARME. FONTE DI LIBERTA’, 24 SETTEMBRE 1944”.
Terminiamo, con le stesse parole con cui concludemmo l’articolo su Giarnieri presi dagli stessi sentimenti di commossa partecipazione, grande ammirazione e riconoscenza:”Lassù, sul vicino Montegrappa, sacro alla Patria, estremo baluardo contro l’invasore nella grande guerra, la gloria dei Padri si avvince a quella dei Figli che del venerato Monte ne hanno fatto emblema di ferrea, cosciente, impari lotta, apponendovi un ideale “Orifiamma” con la scritta: “LIBERTA’!”. Nessuno dimentichi che nel settembre del ’44 vi combatterono anche i Carabinieri d’Italia fedeli al Dovere che, in quella tormentata epoca, significava lotta per la conquista della legalità e della Democrazia, ancora oggi da tutelare e salvaguardare! Uomini come il Carabiniere Ermenegildo Metti e il Tenente Luigi Giarnieri vanno onorati perché hanno dato tutto della loro bella giovinezza per la più nobile Causa; perché, ancor di più, hanno offerto con leonino coraggio la Vita, dono di Dio!”
Sulla partecipazione dei Carabinieri nella Resistenza, anche l’articolo del 25 aprile 2013 dal titolo: “Nell’anniversario del 25 Aprile, un ricordo di Angelo Joppi, Eroico Carabiniere Viterbese”