Eroi oscuri ma grandi: il Maresciallo Egeo Caposassi!
Ancora valore dell’Arma nella Resistenza
Emergono dalle nebbie della memoria figure importanti di Patrioti, cosiddette minori, che vanno fatte conoscere soprattutto in quest’epoca di appannamento dei valori; sono Persone i cui nomi non sono noti ai più perché non scritti sulle tavole della storia ufficiale spesso retorica, ma non per questo meno importanti e meritevoli di ricordo. La storiografia locale, spesso tramandata per via orale, è stata considerata di importanza minore, rispetto a quella ufficiale, e quando scritta, ritenuta ambito di cultori dilettanti.
Solo recentemente si è cominciato a prestarle maggiore attenzione, forse anche per un bisogno migliore e più profondo di conoscenza delle radici e delle vicende umane più vicine, a difesa di una identità da contrapporre ad un mondo sempre più globalizzato, ritenuto forse a ragione ostile, certamente impersonale ed evanescente. Ed è stato così, nella nostra ricerca, che abbiamo appreso dall’Amico friuliano Mario Benedetto Tabacchi, Luogotenente della benemerita Arma dei Carabinieri in Terra Veneta, da me motivatamente definito valoroso “Missionario della Vita”, alcune vicende lontane nel tempo riguardanti il Triveneto e in particolare la Terra natìa,la Carnia, con la Sua Forni di Sopra, tanto che con articolo del 18 Dicembre 2012, su questa testata, dal titolo: “Onore agli Alpini d’Italia…..lassù, nel “Paradiso di Cantore“”, abbiamo scritto della Famiglia Antoniacomi, ed in particolare del Generale Ferdinando, ferito e mutilato durante il combattimento nel giugno 1915 nella zona del Montenero, che fu proposto per grande atto di valore per la Medaglia d’Oro al Valore Militare, venendogli concessa solo quella d’Argento; abbiamo anche ricordato suo figlio, Elio, nato a Gemona del Friuli nel 1919, che dopo la frequenza dell’Accademia Militare di Torino, Alpino anch’egli come il Padre, fu decorato di Medaglia d’Argento al V.M. sul Fronte Orientale. Quindi, un Padre e un Figlio, due vite, anzi potremmo idealmente dire una sola vita vissuta in intima comunione e continuità affettiva e di idealità, tutta spesa sul fronte del Dovere e dell’amor di Patria.
Questa volta ci interessiamo, invece, di Egeo Caposassi (Sedegliano 1912 – Forni di Sopra 1993, nella foto), figlio di Carabiniere, arruolatosi nel 1931 e congedatosi nel 1966 con il grado di Maresciallo Maggiore. Prestò servizio in varie località italiane, comandando anche le Stazioni dei Carabinieri di Paese, Cordignano e Susegana, in provincia di Treviso, dedicando allo Stato quarant’anni di ininterrotta e scrupolosa abnegazione.
Questa la storia di indubbio interesse storico che pone in giusta luce la determinazione del valoroso Sottufficiale, evidenziata dopo l’8 settembre 1943, quando non volle porsi al servizio dei Tedeschi e della Repubblica Sociale, mettendo a repentaglio la propria vita compiendo passi decisivi di grande coraggio. Informato che a Forni di Sopra, da alcuni giorni, non esisteva più alcun presidio militare di sicurezza, dei tre esistenti, quali Carabinieri, Guardia di Finanza e Milizia Forestale, si diede alla clandestinità, non presentandosi alla Stazione C.C. di Paluzza, nella regione montana della Carnia, dov’era effettivo; giunto a Forni di Sopra, in divisa e armato, si mise subito in collegamento con la Brigata Partigiani Garibaldi e, successivamente, dall’autunno 1944 all’aprile 1945, con il Battaglione Monte Grappa, al quale fornì importanti notizie relative al movimento delle truppe Tedesche. Fu così che, molto probabilmente, intrecciò il suo destino a quello del Tenente Luigi Giarnieri, del quale abbiamo scritto con articolo del 18 Ottobre 2013 dal titolo “Onore al Tenente dei Carabinieri Luigi Giarnieri, martire della libertà!“. Il primo maggio 1945, dopo la liberazione, Egeo Caposassi riattivò autonomamente, in attesa di disposizioni superiori, la Stazione Carabinieri di Forni di Sopra, assumendone il comando, venendo riconfermato in tale carica dopo il 4 giugno 1945, data dell’insediamento a Tolmezzo del “Comando C.L.N. Alta Italia”. In quel giorno, dal racconto dei superstiti, “..nasceva a Forni di Sopra la democrazia e l’ordine, sino allora messi a repentaglio dalle vicende belliche..”. Da un dattiloscritto del 12 giugno 1945 dell’intrepido Sottufficiale, leggiamo: ” Lo spirito dei Militari dell’Arma, tutti defezionati dalle file della pseudo Repubblica di Salò, sin dalla primavera-estate 1944, andava oltre ogni elogio anche perchè, finalmente, gli era stato restituito quello che da circa un anno anelavano: il nome di Carabiniere!”.
Come testimonianza dell’impegno profuso a favore del Paese restano a suo ricordo due Croci al Merito di Guerra nonchè il riconoscimento di quattro Decorazioni per Campagne di Guerra. In ultimo, gli fu conferita l’ onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Fu consigliere comunale a Forni di Sopra dal 1964 al 1974.
Nel rendere omaggio a questo grande Carabiniere d’Italia, avvicinandosi la data del bicentenario della secolare Quercia, a quanti volessero approfondire l’attività dei Carabinieri nella Resistenza, riproponiamo il nostro articolo del 25 aprile 2013, dal titolo:”Nell’anniversario del 25 Aprile, un ricordo di Angelo Joppi, Eroico Carabiniere Viterbese“.