Giancarlo Tamborrino, generale, cittadino e galantuomo
“Quando si continua a servire lo Stato?”
In un recente articolo pubblicato sulla Bacheca di Effettotre, dal titolo “Quando si continua a servire lo Stato?”, di Antonio Pappalardo, l’articolista si pone un interessante interrogativo: “… quando si va in pensione, si può continuare a servire lo Stato? E in che modo?Qualcuno preferisce godersi la pensione e curare i nipoti, poiché in servizio non hanno avuto il tempo di curare i figli. Di certo non si serve lo Stato, quando, prendendo una bella pensione da generale di corpo d’Armata (oltre 7.000 euro) si chiede e si ottiene un posto di sottogoverno, percependo un altro stipendio (oltre 7.000 euro), che qualcuno considera un furto quando ci sono pensionati che vivono, si fa per dire, con 500 euro al mese”, e poi mette in evidenza l’odierno impegno del Generale Vito Damiano, sindaco di Trapani. La storia del sindaco di Trapani non è dissimile da quella di tanti altri umili servitori dello Stato, che appesa a un chiodo la propria uniforme, continuano a servizio la propria comunità attraverso un impegno sociale come quello di amministrare un ente locale (cosa difficilissima in questo momento storico). Tra costoro mi piace ricordare la figura del Generale Giancarlo Tamborrino, deceduto il 28 marzo, all’età di settantanove anni. Giancarlo Tamborrino è stato sindaco di Trani dal 12 maggio 1995 al 28 giugno 1999. «La sua elezione – ricorda Vittorio Lentini nel volume dal titolo “Sindaci, assessori, consiglieri comunali. Trani 1946-2008” (Andria, 2009, Sveva editrice) – è molto indicativa non solo per lo spessore professionale e culturale del personaggio, ma anche perché inaugura una nuova fase della politica amministrativa che prevede l’elezione diretta del primo cittadino”. L’avvento del Generale alla guida del governo di Trani fu segnato dalla scelta di dotarsi di una giunta tecnica, con assessori tutti di sua stretta fiducia, e da un’iniziativa mai più ripetuta da alcuno: emanare un vero e proprio bando pubblico per vagliare i migliori curriculum possibili fra i quali nominare i presidenti delle ex municipalizzate, altro che Grillo e le scelte del web. In tal senso fu un innovatore. A Giancarlo Tamborrino va dato il merito, altresì, di avere favorito la storica approvazione dello Statuto comunale (nel primo anno del suo mandato), anche con il sostegno dell’opposizione, e aperto la strada decisiva alla creazione della Società trasporti provinciale, evitando così che la gestione del servizio pubblico su gomma passasse ad altro soggetto esterno alla città di Trani. Fra le altre iniziative che si ricordano, anch’essa rimasta, purtroppo, isolata, quella di prevedere presso villa Guasta Macchia la piantumazione di alberi per ogni nuovo bambino nato a Trani. Il Generale Tamborrino, a differenza di tanti altri suoi colleghi, nel mettere a disposizione della collettività la propria immagine, reputazione e competenza professionale e culturale, senza sotterfugi o pietismi di sorta, “…seppe accettare le critiche, cui talvolta cordialmente replicava, ben sapendo che il suo ruolo di primo cittadino l’avrebbe, inevitabilmente, esposto a un giudizio politico che, peraltro, non fu mai contro la sua fulgida persona. Che a Trani mancherà tanto”. La storia del Nostro dimostra come si può continuare a servire lo Stato e la collettività senza chiedere incarichi di sottogoverno o presso consigli di amministrazione di società collegate, ma continuando a sporcarsi le mani e le scarpe sulla strada tra la gente e per la gente.