Il terrorismo oggi diventato spettacolare … situazione ovviamente solo italiana …

Roma, 17 febbraio 2020 – Su Il Giornale.it : “Meglio mani sporche di sangue“. E Giletti “caccia” l’ex brigatista. Raimondo Etro invitato a “Non è l’Arena” che attacca tutti e dice: “Meglio le mani sporche di sangue…”;il che fa decidere a Giletti di farlo uscire dallo studio – di Roberta Damiata “”Scontro durissimo a “Non è l’Arena” dove l’ex brigatista Raimondo Etro era stato invitato da Massimo Giletti in un dibattito. Dopo aver attaccato duramente gli altri ospiti presenti, dicendo ad esempio a Rachele Mussolini di essere una zo****a, dice una frase che lascia tutti interdetti riferendosi alle stragi delle Brigate Rosse: “Meglio mani sporche di sangue piuttosto che di acqua”.
Luca Telese presente in studio non ci sta, e chiede a Etro di ritirare immediatamente quella frase orribile, mentre lui ribatte che si tratta semplicemente di una battuta.
“Noi non possiamo accettare battute su questo, c’è gente che è morta” risponde un infuriato Telese.
Questa era una battuta da un romanzo di Graham Greene che tu neanche conosci, e significa che meglio le mani sporche di sangue che lavarsi le mani come Ponzio Pilato, tu sei un ignorante, e comunque mi avete invitato voi, non ci sono venuto io” gli risponde altrettanto alterato Etro.
Interviene Massimo Giletti, perché gli opinionisti presenti, tra cui anche Daniela Santanché, pretendono le scuse da parte dell’ex brigatista trovando estremamente offensiva una frase del genere.
Ma per tutta risposta lui non cede di un centimetro e anzi risponde: “Scusa al c***o”.
A questo punto il conduttore che fino a quel momento aveva cercato di mantenere la calma all’ennesima offesa, lo allontana dello studio. “Il taxi glielo pago di tasca mia però quella è la porta – le dice Giletti -Lei questa frase non doveva dirla, questo non è accettabile” e lo accompagna all’uscita.
Poi rivolgendosi al pubblico dice: “Storicamente nella mia vita televisiva e mi rammarico di quello che avviene perchè non è mai piacevole, mi sono capitate due situazioni nelle quali non ho potuto far altro. La prima era quando una persona sorrise sulle leggi razziali e per me era una cosa su cui non si poteva sorridere, ma non si può neanche dire una cosa del genere pensando che a farlo è stato un protagonista di uno degli episodi più tragici della nostra democrazia: la morte di Moro, dei suoi uomini di scorta, questo non è accettabile. Quindi quando dice una frase del genere io speravo che capisse che le battute su certe cose non si possono fare. Si poteva tornare indietro. Mi spiace per Etro, ma io non avevo altra alternativa che indicargli l’uscita””.
Sin qui Giornale.it

Ricordiamo, inerente all’argomento, che circa un anni fa, su Il Corriere della Sera, leggemmo un articolo di Mario Denigris su una grande polemica, a Bari. Alberto Franceschini, 71 anni, ex BR, era stato invitato al convegno su Aldo Moro per le scuole.. “”Le proteste di Potito Peruggini, nipote del Brigadiere di Polizia Giuseppe Ciotta (ucciso nel ’77 da Prima Linea a Torino, Medaglia d’Oro quale Vittima di terrorismo “Alla memoria”- nda), non hanno fatto cambiare idea agli organizzatori. Il convegno, promosso in collaborazione col MIUR, avrà come relatori anche il Presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo (PD), e l’ex Parlamentare Gero Grassi, già componente della Commissione d’inchiesta “MORO 2”. In chiusura, è prevista un’intervista all’ex BR. Cosa aspetta la Regione Puglia a ricordare tutti i pugliesi che sono stati uccisi dai killer degli anni di piombo?…”
Capisco il dolore delle vittime del terrorismo – dice Loizzo -, domani le ricorderemo in una mostra fotografica, ma Franceschini ha pagato il suo debito scontando 18 anni e non ha mai ucciso. Incontrarlo vuole essere la testimonianza di un periodo buio e un messaggio alle nuove generazioni, perché costruiscano il futuro senza violenza””.

Ora noi, liberi Cittadini e liberi pensatori, con tutto il rispetto per le finalità dell’evento, rivolgiamo una sola domanda…
Come può un’istituzione pubblica promuovere un convegno in memoria della Vittima più illustre d’Italia e, in particolare, di Puglia, invitando ad una commemorazione per i giovani uno dei fondatori dell’associazione criminale che l’ha ucciso?
Non avrebbe fatto meglio ad invitare un Combattente della Legalità di quei torbidi anni (Magistrato in primis, ma anche rappresentante delle FFOO dell’epoca, che combatterono la guerra, rischiando la vita, vincendola..?)
Ma non siamo comunque nuovi a tali iniziative..
Ricordiamo che proprio quattro anni fa, addirittura, la Scuola della Magistratura dovette decidere di annullare l’incontro, nell’ambito di un corso di formazione per i Giudici, al quale avrebbero dovuto partecipare gli ex terroristi Adriana Faranda e Franco Bonisoli, a seguito della grandinata di critiche giunte da figli delle vittime del terrorismo, ma anche dagli stessi Magistrati.
La polemica era diventata forte dopo l’intervento di Alessandra Galli, figlia del Giudice Guido, ucciso da Prima Linea: “E’ inaccettabile il dialogo in una sede istituzionale come questa con chi ha ucciso per sovvertire lo Stato e la Costituzione alla quale noi, come Magistrati, abbiamo giurato fedeltà”. Dopo Alessandra Galli, anche Ambra Minervini, figlia del Magistrato Girolamo Minervini, ucciso dalle BR nel 1980, ha definito “oltraggioso” per la memoria del Padre che fosse invitata la Faranda, peraltro vicino al carcere di Sollicciano (FI), che si trova lungo la strada intitolata proprio a Minervini e un’altra vicina che porta il nome di Girolamo Tartaglione (ucciso dalle BR nell’ottobre 1978).
Ora per allora, ci chiediamo cosa gli ex BR avrebbero potuto insegnare ai Magistrati della Repubblica; peraltro due dissociati e non pentiti, i quali proprio per questo hanno avuto gli sconti di pena senza fare nomi di complici nelle loro ribalderie criminal-terroristiche?
Certo, i tempi cambiano e tutto trova una ragione nel fatto che oggi predominano criteri di valutazione diversi da quelli del passato, certamente migliori e seri.
Figuriamoci, ora, se sui banchi della Scuola dei Magistrati si fosse trovato il Magistrato Bruno Caccia… un esempio per tutti i Giudici della Repubblica di rigore morale e serietà, per alto senso dello Stato, per sublime dedizione al dovere. Il lavoro di Caccia a Torino fece vacillare le basi del dominio ‘ndranghetista tra Torino e provincia tanto che il 26 giugno 1983 fu ucciso. Si, proprio a Torino, dove nei decenni successivi certa politica sosteneva che nel nord Italia la mafia non esisteva… Eccome esisteva!!

Concludendo, in questo strano mondo iniziato con l’11 settembre 2001, andato avanti con la cosiddetta “guerra asimmetrica” (cioè conflitto ad armi impari, non dichiarato, nel quale una delle parti è costretta a difendersi da un nemico non identificabile) e proseguita con i deliri terroristici dei decapitatori “religiosi”; in tutti questi anni di povertà culturale e politica ricca di narcisismo e “pompa” che fruttano fior di miliardi grazie ad agenzie di malaffare, Banche “libere” che creano addirittura crisi finanziarie, rendiamo certamente omaggio a tutti i Caduti per mano terroristica e mafiosa in lunghi decenni, piacendoci ricordare nella circostanza il grande drammaturgo tedesco Bertolt Brecht, che scrisse: “Sfortunato quel popolo che ha bisogno di eroi. Ma ancora più sfortunato il popolo che ne disperde l’esempio e l’insegnamento…”.
Sì, proprio su questa strada è avviata l’Italia, da lungo tempo… giungendo a quanto accaduto ieri sera con Massimo Giletti…!

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