In Arabia Saudita le donne dal 2015 avranno il diritto di votare e di candidarsi alle elezioni municipali.
Potranno, inoltre, essere nominate nella Shura, il Consiglio consultivo di nomina reale che rappresenta un organo molto importante nellIslam sunnita.
Questo annuncio, fatto dallanziano re Abdullah, non è proclamato per limitare la segregazione
tra i due sessi, o rendere le donne più autonome oppure per rispetto dei diritti umani.
E unapertura, per ora solo affermata, dettata con ogni probabilità dal vento della libertà che soffia sul mondo arabo e sta facendo tremare le fondamenta della regione del Nord Africa e del Medio Oriente.
Come molti altri regimi della regione, la monarchia saudita lo teme come un pericolo mortale, ma è ben consapevole che non può fermarlo.
Le rivolte arabe presentano caratteristiche diverse rispetto al passato. Viaggiano attraverso internet ed i social network, creando una rete di contatti che nessun Torquemada di oggi può recidere e censurare definitivamente.
E un piccolo cedimento, dettato dalla paura, e le donne sono consapevoli che sarà richiesto loro un grande coraggio e una ancora maggiore tenacia per vivere diversamente la quotidianità: guidare senza la minaccia delle frustate, frequentare insieme agli uomini i luoghi di lavoro e di preghiera.
Chissà, quando la primavera sarà già avviata, potranno ottenere anche riforme istituzionali, pari diritti tra i due sessi.
Per ora è possibile solo desiderare queste utopie, nella consapevolezza che la prima stagione inizia con i boccioli.
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