Roma, 20 dicembre – La notizia della scomparsa del Generale Siracusano mi è giunta l’altra sera, da un collega di Milano che, con tre parole asciutte: “É deceduto Siracusano!”, mi ha informato dell’accaduto; …
… “Grazie” ho risposto, nello stesso secco stile della vecchia territoriale capitolina anni ’70.
Che fare? Ben poco purtroppo, così dopo un primo momento di commozione, ho ritenuto opportuno partecipare la cosa ai Veterani della gloriosa Legione Roma di quarant’anni fa, ormai da anni tutti in congedo, e le telefonate si sono intrecciate con chiamate ricevute che annunciavano la stessa notizia, un tam-tam durato tutta la serata e la mattina successiva, in un fiume di ricordi comuni.
Ma chi era Giuseppe Siracusano (nella foto con il Presidente della Camera dei Deputati, On. Pietro Ingrao), il grande Generale che ora ricordiamo, scomparso novantenne? Cosa ha rappresentato per più generazioni di Carabinieri? Dobbiamo in primis dire che, generoso per temperamento, egli ebbe della vita una concezione direi ottimistica; non per una particolare interpretazione filosofica di essa, ma perché ben presto, dall’ambiente familiare della sua cara Sicilia, si immise giovanissimo, nell’immediato dopoguerra, al servizio dello Stato, entrando nell’Arma, ambito che gli offrì la possibilità di conoscere il dramma umano da chiunque vissuto e patito, a rimedio del quale, per quello che poteva l’uomo, uno slancio di cristiana solidarietà partecipe e di amore verso il prossimo.
La via da lui scelta, quella di servire l’Italia nell’Arma, lo confermò in tale convinzione. Comandante della Tenenza Parioli e poi della impegnativa Compagnia Interna di Roma, in San Lorenzo in Lucina, alla fine degli anni ’50, fu Comandante del Gruppo di Palermo e della Legione di Roma dal 1971 alla fine del 1975, quando promosso Generale, comandò la XI^ Brigata Meccanizzata per breve periodo e poi la IX^ Brigata della Sicilia, in Palermo, per transitare, nell’agosto 1977, alla VI^ in Roma, con giurisdizione su Lazio e Sardegna. Con la promozione al grado superiore, assunse il comando della 3^ Divisione “Ogaden” con competenza, allora, su tutta l’Italia meridionale.
Ma noi, in questa sede, vogliamo ricordarlo quale mitico Comandante della Legione Roma, in anni difficili caratterizzati sia da imponenti manifestazioni di piazza spesso degenerate in violenti incidenti, sia dal terrorismo come da fenomeni di criminalità efferata dedita ai sequestri di persona.
Sempre presente, non faceva mancare il suo sostegno morale e materiale, e se doveva muovere qualche rilievo lo faceva in modo diretto ed efficace guardandoti con i suoi grandi occhi azzurri che in quei momenti sembravano fulminarti.
Concedeva fiducia a chi la meritava, stimolando a meritarla maggiormente dando il meglio di sé. Quindi, la profonda conoscenza dei sottoposti era condizione imprescindibile per la sua intelligente azione di comando, tanto da fidelizzarli e farli crescere professionalmente, il tutto vissuto in un clima di altissima coesione morale ed operativa che ingenerava un elevato senso di appartenenza con la sicurezza del sostegno del Comandante di Legione!
Veniva chiamato affettuosamente “Peppone”, data la sua prestanza fisica, ma soprattutto per il suo grande cuore. Era vicinissimo ai “suoi” Carabinieri, in specie a quelli bisognosi per esigenze alloggiative, economiche, sanitarie, e quando si presentavano particolari necessità, si adoperava al massimo e con il contributo legionale e quello più importante del Comando Generale metteva in condizione di intervenire in delicate questioni di salute di militari e familiari.
Concludiamo, dicendo “Addio, nostro sempre caro Comandante di Legione; addio indimenticabile Maestro di vita saggio e autorevole; addio brillante Comandante; addio Uomo onesto, scrupoloso, previdente, altruista, stimato, amato e ammirato. Ed ora che godi della Luce del Signore che ti ha chiamato nella schiera dei suoi prediletti, oltre che proteggere la tua cara Famiglia da lassù, continua a volere bene ai Veterani della vecchia e gloriosa Legione Roma, che hanno avuto la ventura di conoscerti e di collaborarti, in anni lontani e difficili, i quali oggi sentono l’onore di indicarti alle giovani generazioni dell’Arma quale esemplare Guida e Maestro. Grazie signor Generale!”
Raffaele Vacca
Ricordo del Direttore
Nel lontano 1971, promosso Vicebrigadiere, venni assegnato alla Compagnia Casilina, dipendente della Legione Roma, all’epoca comandata dal Colonnello Giuseppe Siracusano. Ho sempre trattato principalmente la Polizia Giudiziaria, anche al. Nucleo Operativo della Compagnia Montesacro, dove venni trasferito nel 1974. Ricordo ancora che, dopo ogni brillante operazione di servizio, “Peppone” ci convocava in via XXIV Maggio, per congratularsi con noi e premiarci. Quell’omone, sorridendoci, allargava le braccia, richiudendole poi come una stretta di mano, dicendo “per ripagare l’operato dei carabinieri, non basterebbero le casse dello Stato”, dandoci un premio o semplicemente una stretta vigorosa di mano che ci gratificava per il rischio e ci ristorava dalla stanchezza facendoci tornare sul campo a combattere la delinquenza con sempre crescente vigore. Purtroppo, quei bei tempi sono finiti.. Possa riposare in pace.
Onori al Signor Generale Giuseppe Siracusano!
Salvatore Veltri