Oggi vi sono contraddizioni sulle opportunità lavorative delle donne.
Per quanto si voglia parlare di parità tra uomo e donna e nonostante che
vi sia un Dicastero dedicato alle pari opportunità, si ripropongono
disuguaglianze sul trattamento economico e sociale femminile.
Se diamo uno sguardo al quadro prospettico dei posti di responsabilità
affidati alle donne, ci accorgiamo che vi sono ancora molte remore nellaffidare
compiti che diano possibilità di far carriera. La donna latina è considerata
ancora oggi diversamente dalla donna anglosassone; infatti questultima
ha molte più opportunità di affermarsi poiché è aiutata sulla
flessibilità dellorario e vi è inoltre nelle Aziende stesse la possibilità di
poter tenere i bambini affidati ad una baby-sitter.
In Italia il programma del welfare dovrebbe prevedere iniziative per dare spazio
alle donne.
Da elogiare il ministro on. Mara Carfagna che ha previsto un asilo nido
presso lUniversità degli Studi di Salerno, affinché ne possano usufruire
tutti gli operatori del settore. È una testimonianza dellimpegno profuso
per le donne che vogliono dare un contributo alla società senza
rinunciare alla famiglia.
Le donne manager sono poche: nel Consiglio Nazionale del Lavoro le
dirigenti sono 7 su 112 uomini, nella Consip nessuna, nel Formez nessuna,
nellInml nessuna, nel Soced una; tra i pochi Amministratori delegati
delle Aziende si annoverano coloro che hanno ricevuto per eredità la
Dirigenza come: Marina Berlusconi, Dirigente di Mediaset, della Fininvest
e di Banca Intesa; Giuliana Benetton appare tra le donne più ricche del
mondo perché è a capo, oltre che dellAzienda manifatturiera, anche di alcune
Imprese quali; Autostrade, Autogrill, la Pirelli ecc.; Diana Bracco è a capo
dellAzienda Farmaceutica; Emma Marcegaglia è la prima donna
Presidente della Confindustria. Nessuna donna invece in Corte di
Cassazione, il 40% è in Magistratura, ma non al vertice. La top-management
donna è rara perché male si concilia la vita familiare con gli impegni
lavorativi da assolvere, per cui spesso riemergono sensi di colpa per
ciò che si è lasciato incompiuto.
Se osserviamo il modello sociale, a partire dagli orari lavorativi, vediamo che è
stato pensato in funzione di un uomo. La donna per poter lavorare in tranquillità
ha necessità psicologiche di gestire il tempo in funzione delle esigenze familiari.
Gli uomini nella gestione del potere si uniscono. Si formano così delle
squadre, ciò che non fanno le donne.
Ad esempio le nomine dei Questori (due donne su centotre uomini),
dei Prefetti (diciotto donne su ottanta), di Ambasciatori (cinque donne su quaranta).
Allora quale sarebbe la soluzione perché le quote rosa non siano solo
un bluff politico, ma anche una realtà? Alcune manager intervistate hanno
dato una soluzione a questa domanda: rinunciare al proprio tempo libero per
dedicarlo alla famiglia, rinunciare al divertimento, al tempo per se stessi
e concentrare tutto su lavoro e famiglia.
È da mettere in rilievo che le donne in genere allUniversità hanno migliori
voti e sono in numero più alto di laureati rispetto ai colleghi maschi
(sedici ogni quattro).
I Segretari di Partito in Italia sono uomini.
Cè ancora un altro aspetto da valutare: in tutto il mondo le donne guadagnano
meno degli uomini pur svolgendo lo stesso lavoro; lultimo esempio è
una donna che fa parte dello staff del Presidente Obama, scelta come emblema
di ingiustizia lavorativa perché per molti anni guadagnava meno dei suoi
colleghi di lavoro.
Il talento non ha sesso.
Oggi ci accorgiamo che la presenza femminile incide anche su una pacificazione
delle trattative, non solo per ciò che riguarda la diplomazia tra gli Stati, ma anche
per la presenza protettiva in Aziende e in ambienti che mal conciliano larrivismo a
tutti i costi di uomini assetati di potere.
Il cammino della parità è ancora da percorrere.
Bisogna edificare una società che non marci in maniera claudicante.