Io donna

Il sesso, variamente considerato nei millenni, sta attraversando
un’epoca di sconvolgente trasformazione. Il concetto “svedese” si confronta con quello “talebano” creando apparentemente un enorme
varco che lo differenzia.
Per la femmina, come nel regno animale,
è tutto rimasto immutato. La femmina accetta o cerca un
compagno al solo scopo di fare una famiglia.
Nel denudarsi con il suo uomo, offre non il suo corpo ma ne disimpegna l’animo del
quale fa dono per amore. Questo atteggiamento gli uomini lo chiamano
civitteria e sbagliano.
La civitteria della donna, manifesta o
mimetizzata, rappresenta il sorriso della natura che peraltro per lei,
nel suo ruolo dominante che è quello di madre, è piuttosto breve
specie se le si concede il tempo da dedicare all’istruzione ed alla
formazione sociale.
Se non vi fossero, non vi sarebbero i fiori e
quindi i profumi ed i colori. Un mondo atono e soprattutto inutile
anche se vedesse meno contrasti di gelosia, e se trionfasse la pace.
Donne scanzonate, auspicanti la notorietà, si vestono e svestono
con semplicità mai maligna perché tendono alla conquista di un
uomo, di un compagno e soprattutto di un padre dei loro figli per i
quali si trasformano e, con la loro nascita, anche esse nascono di
nuovo.

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