Intanto, i politici strumentalizzano ogni circostanza a proprio piacimento…
Mentre si avvicina la data della Festa della Polizia, sulla stampa e nelle TV si scrive e parla con enfasi dei tre Agenti di Polizia, condannati a tre anni e mezzo per omicidio colposo del diciottenne Federico Aldrovandi, applauditi nel corso del Congresso nazionale del Sap, il secondo Sindacato di Polizia, al quale erano stati invitati quali ospiti.
Tale comportamento ha provocato, giustamente, la reazione della Madre del giovane deceduto ma è stato fortemente criticato dal Governo e dal Capo della Polizia.La politica, poi, in campagna elettorale perenne, si è impossessata del tema per condurre il solito balletto sulla base delle proprie aspirazioni di voto.
Dovendo esprimere un parere sull’ argomento, siamo d’accordo sull’inopportunità dell’ovazione, ma diciamo pure che sicuramente si sarà trattato, da parte dei colleghi del Sindacato, di un semplice atto di solidarietà umana e cameratesca e non già di un atto eversivo di ribellione e rifiuto per le decisioni della Magistratura; poi, verosimilmente, sarà stato anche il pretesto per dare voce al malcontento dei Poliziotti, da vent’anni bistrattati sul piano giuridico ed economico da tutti i governi succedutisi.
Quel che la politica dovrebbe fare, invece di rincorrere avida voti immeritati per poi nulla fare, è comprendere lo stato d’animo di tutti i componenti del Comparto Sicurezza dello Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza compresi, e nel far ciò dovrebbe meditare sui contenuti di una studio intitolato “I funzionari della Polizia di Stato”, realizzato nel 2006 dal criminologo Francesco Carrer, incentrato su di un questionario promosso per iniziativa dell’ Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, cui accettò di rispondere un terzo dei Funzionari italiani, che fornì un identikit dei nostri Commissari e Poliziotti.
Il quadro che emergeva, come si evince nel libro “Il partito della Polizia” di Marco Preve (Chiarelettere Editore, marzo 2014) era sconsolante: “”uomini e donne consapevoli dell’importanza del loro lavoro ma completamente sfiduciati da un sistema incapace di valorizzare i migliori, cocciutamente impegnato a conservare il clientelismo come antidoto alla meritocrazia, arrogante nell’utilizzare la forza e l’ingiustizia del potere nei confronti dei ribelli, strettamente intrecciato alle alte gerarchie con la politica. Impressionante l’altissima percentuale di intervistati che si auguravano un mestiere diverso per i propri figli. Questa grande disillusione viene confermata nelle risposte raccolte in un’altra ricerca terminata nel 2013, relativa ai possibili miglioramenti della Legge 121 del 1981, “bibbia” della sicurezza interna italiana. I principali problemi della Polizia sono stati individuati nella direzione tecnico organizzativa (e questo dice tutto); nello scadimento delle funzioni; nella solitudine e nell’abbandono di tutti i livelli di chi lavora in periferia. Una solitudine sofferta da chi campa alla giornata o segue con attenzione i propri svariati interessi. Un vertice che si dimostra più attento alle proprie carriere e ai desiderata dei referenti politici che alle esigenze di chi è in prima linea; e dove si trovano uffici snaturati perché privati dei collaboratori migliori, che sono stati allontanati per evitare che oscurassero il dirigente (anche se questa, purtroppo o per fortuna, è una prerogativa dei superiori mediocri di tutto il mondo e non solo dell’ambiente della Polizia)””.
Questa la Polizia di oggi, delusa e umiliata per la mancata possibilità di dar corso alle procedure di rinnovo contrattuale, con l’ esclusione di qualsiasi forma di recupero della parte economica.
La politica, quindi, cambi pagina, ripristini il merito, dia le provvidenze giuste meritate e necessarie, renda onore a chi difende lo Stato, ormai preda dell’illegalità, con dignità e consapevolezza.
Nel salutare e rendere omaggio alla gloriosa Polizia di Stato, in prossimità del Suo 162° compleanno, propongo la lettura dell’articolo pubblicato su questa testata il 21 Maggio 2013 dal titolo: “Il Capitano Straullu, l’Appuntato di Roma e tanti altri Caduti della Polizia nella lotta al terrorismo negli anni di piombo“