‘La bestia’ – L’esistenza di una struttura occulta che regge le fila dei poteri
Il libro dell’ex Magistrato Carlo Palermo
Roma, 4 giugno 2020 – Carlo Palermo è stato Giudice Istruttore presso il Tribunale di Trento dal 1980 al 1985, anno in cui, da febbraio a ottobre, è stato Sostituto Procuratore a Trapani dove giunse a seguito di sua specifica domanda di trasferimento…. Dopo i primi contatti con la diffidente realtà trapanese le prime indagini ereditate da Ciaccio Montalto, il successivo 2 aprile ci fu il tragico attentato di Pizzolungo, che uccise al suo posto due gemellini di 6 anni e la loro Mamma. Nel 1990 ha lasciato la Magistratura
Perché questo titolo? Come ha dichiarato lo stesso Palermo durante la presentazione del suo libro, “La Bestia” è il nome di un’operazione degli Stati Uniti, dopo il crollo del Muro di Berlino”. Infatti dal dopoguerra al 1989, anno del crollo del Muro, si era realizzata una vera e propria spartizione del mondo tra imperialismo americano e imperialismo sovietico. In Europa, totalmente nascosta alla magistratura e alle popolazioni dei paesi democratici, vigeva l’operazione “Stay Behind”, della quale l’ex Presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, rivelò l’esistenza solo nel 1990: un’operazione segreta che avrebbe dovuto, almeno nelle intenzioni, contrastare l’influenza politica o l’eventuale invasione militare dell’URSS dei Paesi europei tra cui l’Italia, ma che di fatto si tradusse nel controllo del territorio italiano da parte americana.
Iniziamo le lettura di alcune parti del libro, nel quale l’autore illustra le sue esperienze e le sue ricerche…
– da pag.20…””Un’organizzazione mafiosa nel tranquillo Trentino? Si apre l’indagine alla fine del 1979, ma i fatti da cui partiva e i relativi documenti sequestrati, risalivano a molto tempo addietro. Sapevo di un cittadino turco che si era presentato in Questura a Milano, tale Asim Akkaya, di 48 anni. Aveva detto di avere notizie su un traffico internazionale di stupefacenti tra la Turchia e l’Italia… Nel dicembre 1980 vennero scoperti, a Trento, Bolzano e Verona, i più grossi quantitativi europei di morfina base ed eroina: 200 kg. Risultò che l’organizzazione, in 4 anni, ne aveva importati 4000. Tutti diretti in Sicilia. Contemporaneamente, il Giudice Giovanni Falcone, scoprì le raffinerie di Trabia e di Carini, proprio vicino a Palermo, rifornite dal gruppo di Trento. Iniziarono gli arresti… Emerse poi, come possibile contropartita, il flusso delle armi, che prendevano la strada dal Medio Oriente in seguito a trattative che, come per la droga, si svolgevano in particolare a Sofia, la capitale della Bulgaria. Iniziarono subito le minacce contro di me. Fui oggetto di esposti e liti da parte di colleghi di altre località nonché di Trento.””
– pag.25…””L’inchiesta raggiunse lo Yemen, la Polonia, il Libano, la Siria, l’Iraq e l’Iran. Riguardò anche la Somalia del dittatore Siad Barre, che riceveva armamenti dall’Italia e anche dagli Stati Uniti; e così la Corea del Sud e l’Argentina, reduce dal conflitto con l’Inghilterra per le Isole Falkland. Qui erano finiti, tramite la Francia e attraverso canali di logge massoniche, i missili Exocet che avevano affrontato un cacciatorpediniere inglese. C’era poi la Libia di Gheddafi, che con l’Italia trafficava in armi e petrolio. E non si potevano dimenticare le connessioni tra i nostri Servizi segreti, quelli americani e di altri paesi, soprattutto orientali, che coniugavano armamenti e droga in traffici che li vedevano collegati. Il 25 gennaio 1983 Ciaccio Montalto fu ucciso a Valderice, in provincia di Trapani. Il 29 luglio successivo, a Palermo, salta in aria con un’autobomba Rocco Chinnici, insieme agli uomini della sua scorta. Nel mese di giugno, a seguito diuna soffiata anonima – che rappresenta un quinto elemento da rivalutare – sequestrai documenti che chiamavano in causa l’onorevole Bettino Craxi, che il 4 agosto 1983 sarebbe diventato Presidente del Consiglio.””
– da pag.27…””Il 3 dicembre firmai, attesa da tutti, la domanda di trasferimento a Trapani, dove presi servizio il 15 febbraio 1985. Tutto si svolse in modo affrettato, quasi stessi per far saltare i segreti affari di Stato, e non solo del nostro. Ma a saltare fui io. Dopo i primi contatti con la diffidente realtà Trapanese e le prime indagini ereditate da Ciaccio Montalto, il successivo 2 aprile ci fu l’attentato di Pizzolungo (……)… Un mese più tardi fu scoperta ad Alcamo, vicino a Trapani, la raffineria di morfina base più grande d’Europa. Era rifornita dalla stessa organizzazione turca che 5 anni prima avevo individuato nell’inchiesta di Trento. Ma, dopo l’estate del 1985 e mesi di vita blindata e minacce di morte rivolte anche alle mie figlie, che allora vivevano ad Ancona, lasciai la Sicilia e la Magistratura attiva. Mi trasferii a Roma, iniziai a lavorare, fuori ruolo, presso il Ministero di Grazia e Giustizia, abbandonando ogni ricerca e tentando di dimenticare. Tuttavia le minacce proseguirono e le intimidazioni crebbero. Frattanto a Trapani, nel 1986, la Polizia entra in quello che sembrava un innocuo circolo culturale, Il Centro Studi Scontrino,scoprendo che celava logge massoniche coperte frequentate da Fratelli Templari, politici nonché mafiosi sospettati della partecipazione al mio attentato… Intanto, i trafficanti di droga che avevo incriminato a Trento vennero condannati a pene molto severe, sino a 29 anni di reclusione. Sorte analoga subiranno in primo grado numerosi imputati che avevo frettolosamente rinviato a giudizio per traffici di armamenti. Ma in appello vennero assolti tutti, perché – venne detto – le armi non transitavano per l’Italia””.
– da pag.49…””Il triplo Lodo Moro…In quel momento, alla fine del 1973, proprio dopo le stragi di Monaco e di Khartum, scocca l’ora dell’accordo con l’Italia. È il 17 dicembre. Al Tribunale Penale di Roma si celebra un processo contro 5 arabi trovati a Ostia in possesso di armi che volevano usare contro Israele. Nella tarda mattinata, da un volo proveniente dalla Spagna, all’aeroporto di Fiumicino scendono alcuni individui (cinque in totale) con bagagli a mano contenenti armi. Le estraggono dalle borse e si dividono in due commandi. Uno dei gruppi si dirige sparando verso un aereo della Pan Am. Vengono gettate all’interno della fusoliera alcune bombe incendiarie al fosforo. Il velivolo si incendia istantaneamente. Muoiono carbonizzati 28 passeggeri e una hostess (ricordo bene, in quanto ero Ufficiale di turno alla Centrale Operativa della Legione di Roma, per cui avvertii subito il Comandante, il grande Colonnello Giuseppe Siracusano, che venne in Centrale per seguire via radio quei drammatici momenti n.d.a.). Sedici persone vengono ricoverate negli ospedali romani. Una di queste perisce poco dopo per le ustioni. Il secondo commando raccoglie altri ostaggi per salire a bordo di un aereo Lufthansa che poi decolla con destinazione prima ad Atene, poi a Damasco infine nel Kuwait: qui, nella serata del giorno successivo, verranno liberati gli ostaggi sopravvissuti e arrestati i terroristi. Claire Sterling ricorda, in un suo studio: “quel giorno del dicembre 1973, quando Aldo Moro, allora Ministro degli Esteri, comparve davanti al Parlamento italiano per difendere il colonnello Gheddafi dall’accusa, peraltro fondata, di avere organizzato, il 17 dello stesso mese, la più atroce azione terroristica compiuta in Europa negli anni 70 (…) Ero seduta nella tribuna stampa quando Moro parlò alla Camera dei Deputati, affermando che era felice di accettare il vigoroso diniego del Colonnello Gheddafi, che si dichiarava del tutto estraneo alla vicenda di Fiumicino”. Accade così che due dei cinque palestinesi che avevano fatto parte del gruppo di assalto ottennero la libertà provvisoria e gli altri tre vennero rispediti in Libia a bordo di un aereo militare italiano. Era già dal 1970 che l’Italia, attraverso accordi segreti, operava tali scarcerazioni a favore dei libici, e prima ancora (dal dopoguerra) di israeliani implicati in analoghe vicende processuali. Da allora quel patto è durato praticamente fino a oggi… In Italia è stato Aldo Moro a confessarlo, per tentare di ottenere la propria liberazione attraverso lo scambio con terroristi arrestati. Ma questo andava contro le posizioni ufficiali. Non avvennero scambi e Moro venne ucciso. E l’intera vicenda, imputata e attribuita esclusivamente alle Brigate Rosse, rimasta ancora in gran parte segreta.””
– da pag.64…””L’occulto dietro l’attentato al Papa…Nel febbraio del 1983 ho occasione di conoscere a Roma il turco Ali Agca. Tra i boss della droga e delle armi emergeva la figura di un altro capo turco, Bekir Celenk, accusato di aver commissionato ad Agca il “contratto” per assassinare il Papa. Celenk, colpito da vari mandati di cattura, uno dei quali firmato da me, viene bloccato a Sofia e lì tenuto sotto controllo da parte delle autorità bulgare. Le ipotesi accusatorie formulate sull’attentato provengono dalla Magistratura di Roma. L’inchiesta viene condotta dal Giudice Istruttore Ilario Martella (in modo magistrale n.d.a.). Questi, sulla base delle dichiarazioni di Mehmet Ali Agca, individua i mandanti in alcuni personaggi appartenenti ai servizi segreti Bulgari. L’ipotesi è in linea con le impostazioni di logica allora dominanti in Occidente, in particolare degli Stati Uniti, ma anche in Italia: quella che enfatizza la pericolosità di Mosca e del Comunismo per le democrazie occidentali e per la Chiesa… Mehmet Ali Agca era un gran mentitore, ma in questa vicenda non era il solo. Una simile macchinazione internazionale doveva avere un bravo regista. Subito, il giorno seguente, lo interrogo di nuovo. Agca, senza scomporsi, ribadisce le proprie risposte. Gli contesto, documenti alla mano, la falsità delle sue dichiarazioni. Rimane frastornato dinanzi alle mie insistenze, ammette che, mentre si trovava in carcere, gli erano stati consegnati alcuni documenti sequestrati ad altri imputati, arrestati dopo di lui. Così aveva imparato a memoria indicazioni utili a conferire credibilità alle proprie dichiarazioni. Qualche anno dopo ne riparlerò con Rosario Priore, il nuovo Magistrato di Roma incaricato di portare a termine quella vecchia indagine. Apprendo che degli atti del processo non esiste copia di quell’ interrogatorio, ovvero della prova datata 1983 che le dichiarazioni di Agca erano state costruite almeno in parte a tavolino… Il depistaggio… Questa parte dell’indagine sarebbe durata solo 9 mesi. Venni subito depistato e poi fermato. Come accennato in precedenza, fui indirizzato, attraverso lettere anonime inviate in Tribunale, ad eseguire perquisizioni che mi avrebbero portato a trovare un documento che chiamava in causa Bettino Craxi e una società nell’orbita del Partito Socialista per affari svolti in Argentina durante la guerra tra quel paese e l’Inghilterra per le isole Falkland-Malvine… Bettino Craxi, colui che, il 4 agosto 1983, sarebbe diventato Presidente del Consiglio dei Ministri…””
– da pag.96…””Le XI Tavole” (indagine 2015-2018)… La chiave dei collegamenti tra traffici, terrorismo e massoneria… Questi appunti, scritti a penna, che d’ora in poi chiamerò “XI Tavole”, risultano provenire dal Comando Generale – IV Reparto- della Guardia di Finanza di Roma. E risultano consegnati all’ on. Tina Anselmi, Presidente della Commissione P2, il 23 gennaio 1984, in un periodo in cui era in contatto con me… La prima pagina delle “XI Tavole” è un organigramma, una sintesi, con 40 nomi. Al centro indica personaggi principali allora presenti dell’inchiesta di Trento (Massimo Pugliese e Giuseppe Santovito, entrambi della P2, ex dei Servizi segreti e allora imputati nei traffici di armi nell’inchiesta di Trento). L’intero documento è dedicato ai traffici internazionali di armi, di droga, dei massimi affari di ogni tempo, del petrolio, dei rifiuti tossici, di omicidi, stragi, terrorismo, strategie della tensione, massoneria… In tutta la memoria non compare mai il nome del suo verosimile autore, Stefano Giovannone, ovvero il capogruppo dei nostri Servizi segreti militari a Beirut dal 1972 al 1981, liquidato dagli stessi servizi perché risultato, appartenente, anche lui, alla P2. … Altro aspetto di particolare importanza di questo appunto mi appare l’esposizione in chiave filoatlantista tipica di Gladio/Stay-behind (quindi propensa, in particolare, a evidenziare le connessioni riconducibile all’ Unione Sovietica), con indicazione anche di nomi di esponenti del KGB in Italia non segnalati altrove (quantomeno non che io sappia). Cioè vengono anticipate spiegazioni e fornite indicazioni analitiche anche personali che i magistrati italiani non hanno intuito né compreso nemmeno vent’anni dopo, quando si sono trovati e indagare su Gladio, sul Centro operativo Scorpione (creato nel 1987) e sull’uccisione del Maresciallo Li Causi (https://www.attualita.it/notizie/tematiche-etico-sociali/skorpio-lagente-segreto-vincenzo-li-causi-45268/) né in altre delicate indagini dal caso Moro alle stragi dei primi anni 90, in quelle sul dossier Mitrokhin…””
– da pag.308…””L’occhio di Dio e la regia per il terzo millennio… L’ipotesi che dietro le azioni dell’11 settembre 2001 siano state presenti forze segrete e trasversali mi ha sempre tentato: attorno a quell’ evento si sono sempre affollate in numerose circostanze molteplici mistificazioni, che in questa sede è troppo difficile riassumere. Inoltre, dopo aver constatato la ricorrente presenza della massoneria dal dopoguerra fino al crollo del Muro di Berlino, nonché la sua implicazione nelle operazioni più strategiche attuate da coalizioni trasversali di potere tra servizi segreti e potentati bancari e militari, mi meraviglierei che simile oscure alleanze non abbiano svolto un ruolo operativo nella ricerca e nell’attuazione degli equilibri di potere successivi alla conclusione della guerra fredda tra Washington e Mosca. Seguendo essenzialmente i riferimenti documentali di cui ho parlato in passato, ricordo che l’alleanza tra ‘La fratellanza musulmana’ e il ‘Grande Oriente’ era menzionato nella Carta M. del febbraio 1983; se ne indicavano le coalizioni massoniche sin da allora presenti a livello trasversale occulto. Proprio queste conducono agli eventi del 1989 e poi all’invasione dell’Iraq. Sempre riguardo agli attentati dell’11 settembre è innegabile che i 19 terroristi implicati nelle esecuzioni materiali provenissero per la maggior parte dall’Arabia Saudita. In realtà questo Paese, già da prima dell’invasione dell’Iraq nel 1991, presentava consistenti basi americane schierate contro l’Islam. Dagli anni Settanta esisteva un filo diretto (e convergenze affaristiche) tra Gran Bretagna, Stati Uniti e i reali dell’Arabia Saudita, tramite quei famosi intermediari libanesi siriani… Sette anni dopo, d’agosto, verrà pubblicato, controcorrente, uno studio dettagliato su quegli attentati. Porta il nome Zero ed espone l’ipotesi di un colossale inganno architettato da una parte dell’establishment degli Stati Uniti per indurre Bush a decretare una guerra infinita contro il terrorismo islamico, con l’avvio di una strategia imperiale per la conquista del mondo. Fra gli autori spiccano famosi giornalisti. Anche Steve R. Pieczenik, lo psichiatra che ha ammesso di aver applicato le direttive presidenziali del proprio Paese nel sequestro Moro, esprimere forti perplessità sull’operato dei servizi durante l’attacco dell’11 settembre…””.
Qui finisce il libro.
Concludendo, invito a leggere il libro, denso in modo astrale di informazioni anche documentate, di misteri, occulte ispirazioni e macchinazioni diaboliche con nomi, numeri, date… Un vero fiume in piena…Quel che fa trepidare è l’esistenza di una struttura occulta che regge le fila dei poteri politici, delle oligarchie finanziarie fino ai servizi segreti…ovviamente sotto l’egida di una massoneria cosmica…
Quel che va sottolineato, è che indubbiamente a Carlo Palermo, la fine tragica di quella Mamma e dei due bimbi a Pizzolungo, uccisi al suo posto, abbia cambiato la vita non solo dal punto di vista professionale, ma anche umano, psicologico e morale…volendo, in un certo senso, rendere loro giustizia e onore…
Anche da questo punto di vista l’autore del libro va meritoriamente considerato… Ho finito.