La forza di Elisa
Elisa Antonioli ha 30 anni eppure sembra una ragazzina.
La sua vitalità ( è un’atleta), l’entusiasmo per la vita , la spontaneità, l’ottimismo, l’affetto che dimostra a chi le stà accanto sono invidiabili. Da Elisa si può imparare molto, riscoprendo in lei quell’innocenza dimenticata priva d’invidia, malizia , arrivismo.Elisa è nata con la sindrome Down, probabilmente per lei questo non è un problema, lo è forse per chi di un disabile o della parola Down non ha dimestichezza. Elisa mi ha spalancato le porte di un mondo a cui mi ero avvicinata in punta di piedi, quasi per paura di dovermi confrontare con persone capaci di amare o aiutare gli altri come io non so fare. Mi parla del Centro di Autonomia di Mantova ( AIPD) dove lei impara a cucinare, fare acquisti, tenere in ordine la casa , contare il denaro. Il Centro aiuta i disabili nella crescita verso l’autonomia, per superare gli ostacoli dovuti al loro deficit ed i limiti che atteggiamenti troppo protettivi, spesso dei familiari, ne ritardano lo sviluppo verso indipendenza. Lì, Elisa, ha incontrato, oltre a tanti amici, il suo “moroso”, così mi dice, mostrandomi le foto di lui dal cellulare. Elisa mi elenca gli sports praticati: sci, tennis, nuoto, l‘abilità nel cavalcare ed usare la bicicletta e le piace molto viaggiare. Alle spalle dei suoi numerosi progressi ci sono persone dedicatesi a lei , specialmente la sorella Cecilia che, nonostante il lavoro nel suo studio dentistico e la responsabilità di madre, si è impegnata a seguire Elisa, promuovendo insieme a genitori di bambini disabili iniziative e gare sportive per incoraggiare e stimolare tanti bambini portatori di handicap.
Elisa si è sempre dedicata con entusiasmo alle discipline sportive collezionando medaglie d’oro e d’argento in gare nazionali ed internazionali. Nel 2011 e 2012 ha partecipato alle Nazionali di Sestriere e alle regionali di Valgrisenche, alle Nazionali di Merano ha vinto una medaglia d’oro e due d’argento nel Super G, nel Gigante e nello Slalom. Quest’anno, in Corea, ai Mondiali invernali Special Olimpics, si è guadagnata il quarto posto nello slalom gigante e un quinto posto nello slalom speciale. Elisa è un simbolo di speranza per le famiglie con figli disabili. I risultati da lei raggiunti negli sports sono anche merito dei tecnici che la seguono per migliorare le sue prestazioni sportive. La tenacia e l’energia che la distinguono, hanno dimostrato come l’aiuto e lo stimolo avuto, specialmente dopo l’incontro di Mariateresa Cerani, presidente della polisportiva Andes H., ha portato a raggiungere tanti traguardi. La polisportiva aderisce ai programmi di allenamento e gare di Special Olimpics, associazione fondata da Eunice Kennedy 40 anni fa, le ha dato la possibilità di partecipare a competizioni nel nord Italia di sci alpino e tennis, gareggiando con altri atleti alla pari. Inoltre, l’associazione organizza sempre eventi di svago paralleli alle gare. Quel che conta non sono esclusivamente i risultati sportivi ma far muovere i ragazzi e dar loro la possibilità di girare il mondo facendogli fare esperienze in grado di aumentare la loro autonomia. Il motto dello Special Olimpics è ”Che io possa vincere, ma se non riuscissi l’importante è che abbia tentato con tutte le mie forze.” Special Olimpics è un programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche per 4.000.000 di ragazzi e adulti con disabilità. Sono oltre 170 I Paesi nel mondo che hanno adottato il programma. “Nel settore della disabilita” -ci spiega Cecilia Antonioli-” c’è ancora molto da fare. Le carenze principali si trovano nel mondo della scuola dove si dovrebbe trovare maggior sostegno per l’integrazione del disabile. Abbiamo trovato aperture incredibili nel Comune di Asola per realizzare progetti operativi ai disabili. Quel che maggiormente aiuta i disabili, oltre ai risultati sportivi ,è la possibilità di muoversi, fare amicizie, vivere nuove esperienze viaggiando che è un grande aiuto per raggiungere la propria autonomia come persone.”