Mazzette anche per celebrare il sommo Gabriele D’Annunzio
La commemorazione del centocinquantenario della nascita del Vate d’ Italia, Gabriele d’Annunzio, si evolve all’ italiana maniera, anche con frusciar di mazzette, denunce per corruzione, tintinnar di manette per arresti anche eccellenti.
Dalla stampa dei giorni scorsi apprendiamo che “un Assessore regionale abruzzese c’è tra i destinatari delle misure cautelari emesse dal Gip di Pescara sull’erogazione di fondi regionali utilizzati per l’organizzazione degli eventi celebrativi. Quattro le misure cautelari, due agli arresti domiciliari e due obblighi di dimora eseguiti. L’indagine, coordinata dal Procuratore Capo di Pescara, Federico De Siervo, ha preso il via da una denuncia di un imprenditore che si è rivolto al Corpo Forestale dello Stato dopo le continue richieste di denaro che a lui sarebbero state fatte da parte dell’ Assessore competente in cambio della erogazione di fondi”. Tutto questo non ci meraviglia, perché siamo in un’Italia malata di modestia politico-istituzionale e corruzione. A febbraio scorso scrivemmo su questa testata proprio sulle celebrazioni sottotono del sommo Gabriele d’Annunzio, dimenticato dagli Italiani. Perché le Università e la grande critica letteraria, rilevammo, in occasione del centocinquantesimo dalla nascita non hanno promosso convegni cui far affluire anche studiosi stranieri per una rivisitazione moderna del grande Poeta? Quindi, più che favorire qualche spettacolo teatrale e la pubblicazione dei soliti libri che hanno trattato di amplessi ancorchè estetizzanti e lirici, indubbiamente fonte di ispirazione letteraria, si attendevano per questa importante ricorrenza iniziative più significative che lumeggiassero meglio dal punto di vista storico e letterario colui che fu una vera e propria leggenda vivente. Lui, il vero futurista che non si limitò a scrivere manifesti, ma rischiò la sua “vita inimitabile” in imprese eccezionali come quella con le motosiluranti della “Beffa di Buccari”, il volo su Vienna e l’ impresa fiumana. D’Annunzio poi, piaccia o no, influenzò enormemente la cultura tanto che ebbe fra i due secoli la più vasta risonanza in Italia e in Europa. Sono assai rilevanti, infatti, le tracce lasciate nella letteratura, in particolare nella poesia italiana del Novecento, come testimonia autorevolmente Eugenio Montale, ricordando che “tutti sono passati attraverso il d’Annunzio, foss’anche solo per negarlo”! Chiedendo scusa al Poeta, ascriviamo anche questa triste vicenda nel gran novero delle vergogne nazionali, che sono purtroppo tante!