Nella fattispecie cercherò di tratteggiare il ruolo e la funzione dei nonni, non soltanto per la straordinaria attualità, ma anche e soprattutto per la notevole moltitudine dei soggetti interessati.
Per onestà intellettuale devo confessare che potrei incorrere in un virtuale “conflitto d’interesse”, dal quale mi auguro venga prosciolto in fase istruttoria ed, in subordine, spero mi vengano concesse le attenuanti generiche per aver concepito e progettato un disegno “criminoso” senza premeditazione ed in perfetta buona fede.
Il “casus belli” potrebbe configurarsi nel fatto che, pur essendo nonno, mi propongo di analizzare e valutare la figura di questo eclettico, versatile e singolarissimo personaggio nel contesto della famiglia moderna, ingenerando così il ragionevole dubbio che io possa attentare alla “par condicio”, eludendo deliberatamente od incosciamente, l’obbligo morale di essere, oltre che apparire, inequivocabilmente “super partes”.
Prima di qualsiasi considerazione di merito, nonché formale e procedurale, tengo a sottolineare un dato inoppugnabile ed incontrovertibile: il nonno, prima di essere tale, è stato figlio, padre e nipote, per cui l’insieme degli episodi, delle immagini, dei fatti e delle circostanze che scorrono e si rincorrono ritmando e scandendo l’andamento della vita familiare, sintetizzano e ripropongono un film già visto, rivisto ed in diversi modi giudicato e commentato.
Non è un mistero per nessuno che le persone di una certa età guardano e contemplano con infinita dolcezza e tenerezza i bambini, forse perché riassumano la flagranza e il candore della loro infanzia e della loro fanciullezza vissute in condizioni difficilissime e certamente meno agiate e più miserevoli rispetto ad oggi, anche per tutte quelle ragioni legate alle spaventose conseguenze di un terrificante conflitto mondiale, perso in maniera disonorevole e devastante.
Se poi queste amabili creature sono i figli dei propri figli, conservano nel proprio organismo lo stesso D.N.A. e tramandano il medesimo casato, allora l’affetto travalica ogni confine e tracima a destra ed a manca, diventando ineluttabilmente la ragione più importante della propria vita.
Generalmente nella società moderna, entrambi i coniugi delle giovani coppie sono costrette a lavorare se aspirano ad un tenore di vita dignitoso e quando ci sono bambini e mancano gli asili nido o fa capolino il raffreddore con la febbre, la disponibilità dei nonni diventa la vera manna, non sostituibile certo dalla “baby-sitter” che, peraltro, non tutti possono permettersi per gli alti costi di esercizio. Poi c’è il periodo estivo quando le strutture scolastiche sono chiuse ed allora l’impegno dei nonni si dilata e diventa sempre più importante ed insostituibile che arricchisce e consolida il rapporto vicendevole col nipotino.
Non v’è dubbio alcuno che vivere accanto a queste creature, costituisca una impareggiabile esperienza appagante e gratificante, perché offre il senso e la misura della vita che continua oltre che la sensazione netta di essere ancora relativamente giovane e, soprattutto, utile agli altri.
Qualche aspetto controverso può sorgere nei metodi educativi e comportamentali scelti ed adottati dai nonni, notoriamente più tolleranti, più pazienti, più accondiscendenti, più concilianti, più indulgenti, più compiacenti, tutti atteggiamenti, questi, che nell’immaginario delle giovani coppie vengono generalmente considerati come elementi sostanzialmente discutibili, capaci di incidere a livello caratteriale, educativo ed umorale scatenando nel bambino fisime e bizzarrie di ogni genere.
Personalmente ritengo non sia così grave e compromettente per la formazione del piccolo, ma il mio giudizio potrebbe essere o sembrare di parte e forse lo è.