Nome in codice: “Condor”. Realtà inquietanti profetizzateci da films capolavoro
“I tre giorni del Condor” è stato un film che avrebbe dovuto fare epoca per i suoi contenuti, ma poichè l’umanità vede e dimentica, il film è passato come un bellissimo film d’azione e null’altro.
Questa la trama. Un agente della Cia sfugge ad un attentato che stermina tutti i componenti della sezione in cui opera. È l’unico superstite, e gli ci vuole poco per fiutare il pericolo per la sua vita che si cela sotto l’aspetto apparentemente innocuo del suo anonimo lavoro che è quello di fare proiezioni delle realtà future. Si sente subito braccato e fugge senza una meta precisa. In questa fuga priva di direzione, ha la facoltà di mettere a fuoco tutte le pedine sulle quali si articola la sua attività e di identificare personaggi che fanno parte del gioco e che lui incontra perché stanno sulle sue tracce; costoro gli confermano le sue intuizioni e lui scopre il grande segreto che sta alla base del suo lavoro di intelligence, cioè la guerra senza esclusione di colpi, che è la guerra per il petrolio. Dove avverrà l’azione più cruenta e clamorosa di questo conflitto strategico? Ovviamente sopra il più grande giacimento di petrolio del mondo; lo scacchiere del medio oriente. Era l’anno 1975. Trent’anni dopo, o giù di lì, lo scenario si ripete nella realtà quanto mai tragica, la feroce guerra senza quartiere nell’Afganistan, ufficialmente per combattere un terrorismo forse mai esistito o, comunque, come sostengono taluni, provocato…
Alla pari de “I tre giorni del Condor”, ci sono altri due films dal sapore dell’ anticipazione dei tempi, “Arancia Meccanica”, del 1972, di Stanley Kubrik e “Nodo alla gola”, del 1948, di Alfred Hitchcock, che trattano un fenomeno dei nostri giorni, la superviolenza come mezzo di evasione. Nel primo, il protagonista, capo della gang in un’Inghilterra del futuro, viene arrestato e sottoposto al lavaggio del cervello; quando esce, ufficialmente guarito, si constata che quella stessa violenza è aumentata a dismisura nella società. Il secondo, invece, narra la storia di un omicidio per mezzo del quale l’assassino vuole dimostrare a se stesso e agli altri di essere superiore alla morale comune. Simili alle situazioni narrate in questi grandi film, appaiono, ormai quotidianamente, nella cronaca attuale, altri fatti che attestano una preoccupante violenza nella società quale, tra i tanti, quella di giovani statunitensi, e un caso è stato denunciato anche in Inghilterra, che si cimentano nel gioco di riuscire ad abbattere un uomo con un solo violento pugno. E non è finita qui. Riportata dai media, recentemente, l’orrore di “Psyco” non è solo il soggetto di un film di Alfred Hitchcock, in cui si mescolano magistralmente thriller e suspance, ma è la macabra e orrenda realtà di un avvenimento verificatosi nel Belgio di oggi. Apprendiamo, infatti, con sconcerto, che una donna è vissuta almeno un anno con la salma del defunto consorte sul letto accanto a lei.
Da qui la domanda, più che legittima, su cosa di terribile si sta verificando nel genere umano……