PA: Entro 18 mesi, addio alla carta nei ministeri

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Con decreto della Pcm, via libera al documento digitale

Roma, 13 gennaio – Nella Gazzetta del 12 gennaio e che entra in vigore fra 30 giorni, è stato pubblicato il dpcm (Decreto Presidenza Consiglio dei Ministri) intitolato “Regole tecniche in materia di formazione, trasmissione, copia, duplicazione, riproduzione e validazione temporale dei documenti informatici nonché di formazione e conservazione dei documenti informatici delle pubbliche amministrazioni”, con il quale vengono stabilite tutte le modalità, uguali per l’intero Paese sia per la Pa che per i privati, con cui ‘scrivere’, e non solo, un file che ha valore legale, di certificato o di qualsiasi altro atto amministrativo.

“L’obbligo di adottare per tutte le amministrazioni pubbliche il documento elettronico nasce dal Codice per l’amministrazione digitale (Cad)”, chiarisce  Maria Pia Giovannini, responsabile dell’aerea  Pa dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) e che ha seguito da vicino la messa a punto delle nuove regole. Il Cad, infatti, già prevede  che “gli atti formati dalle pubbliche amministrazioni con strumenti informatici, nonché i dati e i documenti informatici detenuti dalle stesse, costituiscono informazione primaria ed originale da cui è possibile effettuare, su diversi o identici tipi di supporto, duplicazioni e copie per gli usi consentiti dalla legge”. Poi “non è un principio facile da far valere, anche se sono previste già sanzioni per i dirigenti che non si adeguino. Però oggi ci sono diversi modi per formare e trattare un documento informatico ed ecco perché sono previsti 18 mesi di transizione prima di passare al completo adeguamento” chiarendo che “le pubbliche amministrazioni adeguano i propri sistemi di gestione informatica dei documenti entro e non oltre diciotto mesi dall’entrata in vigore del presente decreto. Fino al completamento di tale processo possono essere applicate le previgenti regole tecniche”.

La  dirigente dell’Agid conclude: “ci sono tutti gli strumenti affinché la Pa, ma anche i privati, possano superare l’utilizzo della carta e la diffusione del documento digitale diventi una realtà per il Paese”. Ma se per la Pa ci sono termini ben precisi, per i privati è “un auspicio”.

 

 

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