S. Francesco d’Assisi: “Voglio portarvi tutti in Paradiso!”

800 anni da quando nel 1216 il Poverello ottenne da Onorio III l’Indulgenza per la Porziuncola.
 
Assisi 4 agosto – Papa Francesco, pellegrino nel luogo francescano del Perdono.
Nel luglio del 1216 S. Francesco, mentre pregava alla Porziuncola,
ebbe un’apparizione: Gesù, la Madonna ed una schiera di angeli. “Cosa chiedi?” ed il santo rispose: ” Il Perdono, dal giorno del proprio battesimo per tutti quelli che, con cuore contrito, confessati e comunicati, lo chiederanno in questa chiesa”. La totale remissione gratuita delle pene senza obolo, pensando in particolare ai poveri che frequentava, prediletti, e in un luogo per loro facile da raggiungere durante le tante vicende, anche sanguinose, in cui proprio la povera gente veniva spesso coinvolta dalle azioni dei potenti.
Gli venne concesso, ma la via doveva essere la richiesta al papa, il vicario di Cristo in terra. E Francesco si recò il giorno dopo, con il confratello Masseo da Marignano, a Perugia dall’appena (il 18 luglio) eletto papa Onorio III, dopo il conclave per la morte di Innocenzo III. Il pontefice, che conosceva le tante virtù già esercitate dal santo, fissò al 2 di agosto il giorno di ogni anno per l’ “Indulgenza” da ottenere alla Porziuncola.
Dopo il permesso ottenuto dal papa, Francesco disse al popolo: “Voglio portarvi tutti in paradiso”.
S Francesco non pensò a chiedere al papa uno scritto e solo dal 10 agosto 1310 si ebbe una dichiarazione relativa al Perdono, il “Diploma”, conosciuto come Canone teobaldino, del vescovo di Assisi Teobaldo, frate minore.
Paolo VI con la Lettera apostolica Sacrosancta Portiuncolae Ecclesia del 14 luglio 1966, per i 750 anni dalla concessione di Onorio III, estese a tutti i giorni e a tutte le chiese francescane, in mancanza di esse la propria parrocchia, la condizione del tempo e del luogo per lucrare l’Indulgenza plenaria secondo le condizioni penitenziali previste.
Papa Francesco nel pellegrinaggio alla Porziuncola, racchiusa ora nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, oggi ha invitato a riflettere su come ognuno di noi, spesso, se gli viene fatto un torto, chiede giustizia, mentre di fronte a un torto compiuto spera nella
misericordia.
Molti lasciano passare tanto del proprio tempo nel rancore e rovinano così la propria vita e quella degli altri. Abbiamo tutti bisogno di misericordia. “Chi di noi crede qui di essere senza peccato?”  La domanda ai presenti. La via del perdono può rinnovare la Chiesa e il mondo. Testimoniare la misericordia è un compito a cui non possiamo sottrarci. Il padre, nella parabola del Vangelo, è sempre in attesa del figliol prodigo. Così Dio con noi.

Nella confessione viene perdonata la colpa, l’indulgenza ripara gli effetti e annulla tutta la pena temporale che resta. Se la disposizione d’animo è corretta, può essere ricevuta per sé o per un defunto.

Era presente, nel clima della comprensione e del perdono,  l’iman di Perugia Abdel Qader con la famiglia.

Il pontefice ha confessato alcuni fedeli, dopo aver invitato al ministero della confessione anche tutti i  prelati presenti.
 Molto emozionati e felici i giovanissimi che hanno definito l’esperienza della confessione con il Santo Padre bellissima, breve, sintetica, intensa, “Perché lui è bravo”.
Anche loro sono stati bravi e sintetici nell’esprimere a noi adulti che il papa si è messo a loro disposizione per aiutarli a capire, senza  paura, anzi con lieta disposizione a migliorare, in cosa può consistere la mancanza di attenzione verso il prossimo.

Exit mobile version