L’intensità varia ma non supera il magnitudo 3, se non in pochi casi come stanotte quando alle 4,20 a Città di Castello, è stata di intensità 3,2.
Alessandro Amato, sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), ha dichiarato: ”Il settore dell’Appennino che va dalla zona di Gubbio a Città di Castello, tra le province di Perugia e Pesaro Urbino, è molto attivo dal punto di vista sismologico e per noi è un laboratorio naturale, nel quale abbiamo installato molto strumenti. E’ infatti una zona nella quale la sismicità è quasi continua e che stiamo studiando in dettaglio”, proseguendo ”Sono stati registrati terremoti di magnitudo compresa fra -0,7 e 3,8, proprio grazie alla fitta rete di strumenti che abbiamo in quella zona. Un gruppo di ricerca dell’Ingv ha recentemente studiato e localizzato con precisione tutti i terremoti avvenuti nella zona, identificando una faglia abbastanza superficiale e stretta poche centinaia di metri.La sequenza degli ultimi terremoti sembrerebbe la continuazione di questa faglia, come se un’altra piccola parte di essa fosse tornata a muoversi”. Aggiunge Amato “Il fenomeno che gli esperti stanno osservando è una sismicità che migra lentamente e che adesso sembra spostarsi più a Nord. Grazie alla rete capillare di strumenti che sorveglia la zona al centro dello sciame sismico, i sismologi dell’Ingv sono già al lavoro per analizzare la faglia. Allo stato attuale delle conoscenze, potrebbe essere la stessa faglia che si era attivata nel 2010 oppure una faglia adiacente: lo stiamo verificando”.