Tematiche etico-sociali

Ricordi di un’ Italia che non c’è più: l’on. Prof. Luigi Mariani

Va detto, senza tema di smentita, che soprattutto oggi, nella grande crisi politica e morale della Nazione, per ambiguità, mediocrità e modestia culturale dei rappresentanti pubblici, è doveroso onorare taluni personaggi, facendoli uscire dalle nebbie del tempo, di quel tempo che li vide protagonisti per cui tanto benemeritarono per alto intelletto e grandezza di opere perchè l’Italia divenisse una grande Nazione europea!

In questo viaggio della memoria, ricordiamo un eminente Parlamentare, marchigiano di Camerino (1842-1913), il Prof. Luigi Mariani. Di precoce e vivace ingegno, a 16 anni si iscrisse al primo corso biennale di matematica e fisica nell’ antico Ateneo cittadino, trasferendosi poi a Roma dove vi conseguì, nel 1861, la Laurea in Fisica e Matematica pura, allievo prediletto del celebre fisico matematico Angelo Secchi, Padre Gesuita, fondatore della spettroscopia astronomica. A Bologna, subito dopo, in quell’illustre Università, a seguito di un altro biennio di studi teorico -pratici, ottenne con brillante successo il Diploma di Ingegnere Civile ed Architetto. Fatto ritorno nella città nativa, appena ventiquattrenne, cominciò ad insegnare estimo, costruzioni e topografia in quello stesso Istituto tecnico di cui fu Professore e per oltre venti anni Preside benemerito. Il Ministro della Pubblica Istruzione, apprezzandone i meriti professionali, lo volle a Roma distaccato nella Direzione dell’Ufficio centrale per la verifica e riforma dei progetti di edifici scolastici; quindi lo designò quale collaboratore del celebre Architetto Giuseppe Sacconi per la Sovraintendenza ai monumenti delle Marche e dell’Umbria. Ricordiamo che Sacconi, nel 1884, progettò il Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II, noto come “Il Vittoriano”.

Fra i molti progetti che gli apportarono meritata fama, il prolungamento della strada ferrata Fabriano – Civitanova e la variante per Castelraimondo. Di vasta cultura umanistica, fu fertile oratore e scrittore, autore di due bellissimi romanzi: “Il Signor Venanzo” e “Lo Scoglio del Paradiso”. La sua nomina a Deputato al Parlamento Nazionale per il Collegio di Camerino, nella 18^(1892-’95) e 19^(1895-’97) Legislatura post unitaria, e quella di Consigliere Deputato provinciale che tenne per molti anni, lo videro affermarsi anche nella vita pubblica.

Fu fondatore sia del Corpo dei Vigili del Fuoco di Camerino, dotandolo di mezzi e attrezzature per l’epoca oltremodo moderni, sia della Società Operaia, favorendo l’attivazione di uno stabilimento industriale per la filatura della seta, della quale Camerino ebbe fortuna economica nel Medio Evo. Persona di coscienza adamantina e grande rettitudine, si racconta che durante i mandati parlamentari, che ricordo all’epoca erano gratuiti, pur prevedendo un rimborso di spese, preferiva corrispondere personalmente  gli oneri di trasporto come anche soggiornare nell’abitazione della sorella, in Roma, per non gravare sul denaro pubblico. Rifiutò, garbatamente, una terza candidatura che una deputazione di concittadini gli offrì per il Parlamento nazionale, solo desideroso di tornare ai suoi studenti, agli studi, alla Famiglia.

Nello stupendo cortile quadriportico del Palazzo Ducale di Camerino, dove ha sede l’antica e illustre Università, è apposto un busto bronzeo dell’illustre concittadino. Con l’ articolo del 15 Gennaio 2013 dal titolo: “Ispirandosi ai grandi politici del passato per un’Italia davvero migliore!” (http://www.attualita.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=1141:ispirandosi-ai-grandi-politici-del-passato-per-unitalia-davvero-migliore&Itemid=76), abbiamo invece ricordato l’ On. Luigi Dari, altro illustre politico marchigiano della Provincia di Ascoli Piceno, che nel 1914 fu chiamato da Antonio Salandra alla responsabilità di Ministro della Giustizia. In tali funzioni, Dari presentò subito alla Camera una complessa riforma del processo civile, reintroducendo la collegialità dei Tribunali nelle cause di prima istanza, ma tenuto conto che il sistema collegiale era reso difficoltoso dalla carenza di Magistrati, che aveva già portato a ridurre la composizione delle Sezioni delle Corti d’Appello, in materia civile, da cinque a tre Giudici, provvide subito ad aumentare il numero complessivo dei Magistrati d´Appello di cinquanta unità e di quelli di Tribunale di ben duecento. Venivano, inoltre, immessi nelle mansioni giurisdizionali ulteriori quarantanove Giudici, per le importantissime funzioni di Pretore e, per evitare le lungaggini dei concorsi tradizionali, all’ epoca particolarmente complessi, il Ministro autorizzò, in via eccezionale, sia l’anticipata immissione nella funzioni degli Uditori Giudiziari, sia un concorso per gli Avvocati, con almeno trent’anni di età, iscritti all’ Albo da almeno due anni, alla stregua di analoghe similari esperienze maturate con successo in Francia, Inghilterra e Germania. Non fu trascurato, infine, di implementare di cento unità il ruolo dei Cancellieri, con la creazione di venti Ispettori di Cancelleria per la vigilanza sulla correttezza delle spese di giustizia. Nel far tutto ciò, il Guardasigilli istituì Commissioni consultive della Camera dei Deputati, del Senato del Regno e della Suprema Corte di Cassazione, tenendo conto del parere dell´Ordine Forense, al quale apparteneva.

Il 3 luglio 1914, dopo appena tre mesi, l’ambizioso progetto diveniva Legge dello Stato.

Consideriamo se tutto questo, in termini di concretezza, speditezza e onestà intellettuale sia oggi possibile, soprattutto in materia Giustizia!

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