Roma, 7 luglio – Probabilmente vi starete chiedendo: “Cosa ha a che fare con Tolkien il Baronetto di Liverpool Ringo Starr?”. È forse un riferimento alla nota passione del batterista dei Beatles per i monili?
In realtà, tempo addietro, un quotidiano nazionale riportò la notizia degli Scarafaggi i quali, nel 1967, erano prossimi alla realizzazione (come interpreti) del suddetto film per la regia di Stanley Kubrik. Dopodiché il progetto non si fece. Non tramontò però la verve “fantasy” dei produttori cinematografici, tant’è che poco dopo fu prodotto “Yellow Submarine” (LP e cartone animato).
Ringo Starr (il vero nome è Richard Starkey) è un musicista e avrebbe potuto essere attore a tempo pieno in quanto interpretò diversi film, alcuni dei quali ebbero un buon successo. Col tempo è anche divenuto un pittore di buon livello e non è inusuale che sovvenzioni iniziative in questo campo, dimostrandosi così un artista a tutto tondo. Ultimo ma non meno importante: da buon Inglese, è anche un fine umorista. Al giornalista che, nel 1964, gli chiese: “Come mai, dei Beatles, sei quello che riceve più lettere?” Ringo Starr rispose: “Non saprei, ma forse perché mi scrive più gente”.
Chiudo questo omaggio con un saluto ad un personaggio che, come molti di noi, stimo e ammiro. Non doveva essere facile a Liverpool nel Dopoguerra (è nato nel 1940) per uno che, oltre alle ovvie difficoltà del momento, da giovane ebbe anche una salute non proprio di ferro. Ringo Starr ha saputo farsi strada in un mondo difficile e competitivo come quello della Musica grazie alle doti che gli riconosciamo, in primis una simpatia innata ed un grande altruismo. Starr era l’amico di tutti. Mentre gli altri litigavano, lui era quello che tentava la mediazione. Dopo lo scioglimento dei Beatles continuò a collaborare con loro (seppur separatamente).
Si è trattato di un genio? Forse no. Ma di certo si è trattato di una persona di spessore, che con piacere, dopo averlo fatto con l'”Almanacco” di oggi, ricordiamo su queste pagine.