74 anni fa, il sacrificio di Salvo D’Acquisto

Roma, 23 settembre 2017 – Stamattina, l’Arma dei Carabinieri, con una sobria ed austera cerimonia svoltasi presso la Torre di Palidoro, alle porte di Roma, alla presenza del Comandante Generale Tullio Del Sette e del fratello dell’Eroe, Prof. Alessandro D’Acquisto, con la deposizione di  una corona d’alloro dinanzi alla stele che ricorda l’Eroe,  ha commemorato il 74° anniversario  del sacrificio del 23enne  Vice Brigadiere Medaglia d’Oro al Valor Militare Salvo D’Acquisto.

Era il 22 settembre 1943 quando i tedeschi si attestarono su vecchie postazioni abbandonate dalla Guardia di Finanza in località Torre di Palidoro. Nel maneggiare alcune casse di munizioni contenenti bombe a mano rimaste li, per imperizia, si verificò l’esplosione di un ordigno che causò la morte di due tedeschi ed il ferimento di altri due. Non potendo dire la verità, i tedeschi parlarono di attentato ed affidarono le indagini per la scoperta dei colpevoli al Vicebrigadiere Salvo D’Acquisto, al momento il più elevato in grado della Stazione Carabinieri di Torrimpietra minacciando, per il giorno successivo, una rappresaglia. Il mattino del 23 settembre, Salvo D’Acquisto rispose che non vi erano attentatori nel Paese ed i tedeschi rastrellarono 22 persone, pronte per essere fucilate.
Salvo D’Acquisto riaffermò alle SS l’innocenza delle persone fermate e l’accidentalità del caso. I tedeschi li portarono poco lontano, facendo scavare loro una fossa mentre il sottufficiale venne allontanato dal gruppo e mantenuto sotto stretta sorveglianza e  picchiato più volte. Il Carabiniere rimaneva calmo ed impassibile alle violenze inflittegli.
Salvo, cristiano credente, aveva scritto profeticamente alla madre “Bisogna rassegnarsi ai voleri di Dio a prezzo di qualsiasi dolore e di qualsiasi sacrificio” e “Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio è con me e io non ho paura!”
Quando la grossa fossa comune era stata scavata dagli ostaggi, prima che le SS potessero mettere in atto la loro minaccia, il Vicebrigadiere Salvo D’Acquisto, forte nella sua Fede,  chiese e parlò con l’ufficiale delle SS, patteggiando la liberazione degli ostaggi e, permettendo così all’ufficiale di dire di aver identificato e punito l’autore dell’attentato, assunse su di lui la responsabilità dell’episodio. L’ufficiale, pur sapendo trattarsi di una bugia, accettò. Mentre gli ostaggi venivano liberati  ed allontanati, l’innocente Salvo D’Acquisto fu portato dinanzi alla grossa buca, con il plotone di esecuzione schierato.
Al suo grido “Viva l’Italia”, fecero eco alcune raffiche di mitra che lo abbatterono precipitandolo esanime nello scavo dove venne raggiunto da un graduato tedesco che gli esplose un ulteriore colpo di pistola alla testa.
I tedeschi, con i piedi, spostarono il terriccio per ricoprire il vergognoso assassinio del Vicebrigadiere dei Carabinieri Salvo D’Acquisto.
Gli stessi assassini, rivolgendosi agli ostaggi liberati, con ammirazione dissero  “Il vostro Brigadiere è morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte.”
Per il suo estremo sacrificio,  a Salvo D’Acquisto la chiesa cattolica nel 1991 ha riconosciuto il titolo di “Servo di Dio”. Le sue spoglie sono conservate nella prima cappella sulla sinistra, adiacente all’ingresso, della Basilica di Santa Chiara di Napoli.
 
Analoga cerimonia si è svolta nella Caserma Carabinieri di Tor di Quinto,  intitolata all’Eroe, con la deposizione di dinanzi al monumento.
 
Successivamente, nella Sala di Rappresentanza del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, il Comandante Generale ha voluto rendere merito a sei militari e a un orfano dell’Arma distintisi in operazioni e attività caratterizzate da spiccato senso di solidarietà, consegnando loro il Premio “Salvo D’Acquisto”.
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