Perché per temi così delicati e profondi, in grado di orientare scelte che valgono la vita, propria e d’ altrui, il simpatico Pontefice trova sempre l‘ispirazione quando è in aereo? E’ un pezzo che ce lo chiediamo. L’altro ieri ci ha parlato del numero ideale dei figli e giù le polemiche, le interpretazioni, i distinguo, le smentite, le rettifiche, chiacchiere (inutili) a non finire. Poco prima, aveva detto, guarda caso sempre in aereo, che qualcuno ti dice fije ‘ndrocchia, si deve aspettare un pugno, e transit anche questo. Qualche tempo fa, sempre sull’ aereo, ci ricordò che Egli non ha il diritto di giudicare i gay. Accipicchia, che bella sorpresa. Ma che dovere aveva (e chi, peraltro, ne ha, se di questo si deve parlare) di farlo? Chi e quando mai e perché si dovrebbe “giudicare “ un essere umano per i suoi gusti o inclinazione sessuali? Lo si giudicherà per il suo lavoro, per i suoi fatti (o misfatti…) o per tutto quel che si vuole, ma perché lanciarsi senza paracadute in un argomento senza nessuna attinenza con il suo magistero petrino?
Altra volta, sempre in aereo, disse che un Paese aggredito ha il diritto di difendersi ( ! ) ma non con la forza (forse con la convinzione?) ed il Paese aggressore ha (attenzione!) il diritto ( ! ) di essere fermato. Fummo folgorati da tanto senso logico, ma sorvolammo, tanto per restare in aereo…..
Seconda riflessione. Pur apprezzando il suo essere così anticonvenzionale ed estemporaneo, ci siamo più volte domandati perché, troppo spesso, dopo l ‘ennesima esternazione, qualcuno (sala stampa vaticana, portavoce, portaborse, giornali, televisioni ecc.) debbano correre ai ripari rettificando, aggiustando e ritrattando quello che ha detto, essendo stato percepito in modo distorto dal pubblico. Ci domandiamo il perché di tanta fatica, che potrebbe essere inutile sol che si avesse la pazienza di incanalare nelle rette vie le sue (peraltro più volte condivisibili ) opinioni. Può essere che tutto ciò lo renda simpatico, anzi, spesso ne siamo convinti, ma forse è lecito avanzare qualche dubbio sulla correttezza di un tale atteggiamento, che ci appare più da pampero che da capo della cristianità .
Abbiamo letto l’ esortazione apostolica “Evangelii gaudium” e ne abbiamo apprezzato moltissimo i suoi contenuti, specie la netta presa di posizione su alcuni aspetti della liturgia, ad esempio il segno di pace, tramutato, col tempo, quasi in occasione di copula, come la smisurata durata di certe omelie, bolsamente ed asetticamente ammannite da troppi celebranti. Fummo folgorati dalle sue prese di posizione, che da troppo tempo fortemente auspicavamo. Abbiamo ascoltato numerose sue omelie a Santa Marta e ne conserviamo il ricordo come di vere gemme preziose, in grado di far comprendere la Parola come raramente ci è accaduto. Ma tutto questo non fa che acuire il nostro rammarico nell’ assistere ad involontarie esibizioni, gratuite e, peraltro, troppo spesso manipolabili (e manipolate) da una stampa non sempre amica. Siamo dispiaciuti nel vedere come le sue comparsate vengano rivestite dall‘implacabile mezzo televisivo da melenso e fatuo buonismo, quando occorrerebbe, specie in questo tempo, un’ immagine di forte carisma per affermare la nostra identità cristiana. Siamo del parere che ciò non possa giovare alla causa della cristianità, specie se tesa ad indebolirne la forza dei suoi principi.
In conclusione, non saremmo certo noi a dare consigli a tanto Personaggio. Preferiamo, quindi, un low profile e ci rivolgeremo, pertanto, al suo archiatra: dottore, visti i precedenti, almeno per evitare future gaffe in contesti extraterritoriali, faccia il piacere, prescriva al Santo Padre di non prendere l’ aereo! Finora, gli è stato sempre fatale! Gli consigli la nave. Lo faccia per Lui, per noi, per la cristianità , per questo mondo e per quell ‘altro.