La Scuola di Magistratura annulla l’incontro con ex brigatisti
Roma, 10 febbraio – La Scuola della Magistratura ha deciso di annullare l’incontro, nell’ambito di un corso di formazione per i Giudici, al quale avrebbero dovuto partecipare gli ex terroristi Adriana Faranda e Franco Bonisoli, a seguito della grandinata di critiche giunte da figli delle vittime del terrorismo, ma anche dagli stessi Magistrati. La polemica era diventata forte dopo l’intervento di Alessandra Galli, figlia del Giudice Guido ucciso da Prima Linea: “E’ inaccettabile il dialogo in una sede istituzionale come questa con chi ha ucciso per sovvertire lo Stato e la Costituzione alla quale noi, come Magistrati abbiamo giurato fedeltà”. Dopo Alessandra Galli, anche Ambra Minervini, figlia del Magistrato Girolamo Minervini, ucciso dalle BR nel 1980, ha definito “oltraggioso” per la memoria del Padre che fosse invitata la Faranda peraltro vicino al carcere di Sollicciano (FI), che si trova lungo la strada intitolata proprio a Minervini e un’altra vicina che porta il nome di Girolamo Tartaglione (ucciso dalle BR nell’ottobre 1978).
Ora, dopo aver brevemente fatto riferimento alle polemiche citate dalla stampa nazionale, quali liberi Cittadini e liberi Pensatori ci chiediamo cosa gli ex BR avrebbero potuto insegnare ai Magistrati della Repubblica; peraltro due dissociati e non pentiti, i quali proprio per questo hanno avuto gli sconti di pena senza fare nomi di complici nelle loro ribalderie criminal-terroristiche. Certo, i tempi cambiano e tutto trova una ragione nel fatto che oggi predominano criteri di valutazione diversi da quelli del passato certamente migliori e seri.
A questo punto ci chiediamo perché non sono stati anche invitati a tenere dotte conferenze i Capi Mafia Totò Riina, Provenzano e Matteo Messina Denaro, magari sospendendo a quest’ultimo per l’esigenza in parola i provvedimenti di carcerazione e cattura che pendono sul suo conto da decenni?
Terrorismo si; Mafia no? Perché?
Figuriamoci ora se sui banchi della Scuola si fosse trovato il Magistrato Bruno Caccia… (vds articolo: “Omicidio del Magistrato Caccia, arrestato dopo 32 anni un presunto assassino“del 22 Dicembre 2015), un esempio per tutti i Giudici della Repubblica per rigore morale e serietà, per alto senso dello Stato, per sublime dedizione al dovere. Il lavoro di Caccia a Torino fece vacillare le basi del dominio ‘ndranghetista tra Torino e provincia tanto che il 26 giugno 1983 fu ucciso.
E lo stesso diciamo limitandoci a citare solo i Giudici trucidati nel 1980 che fu davvero un Annus Horribilis; fu infatti l’anno del DC9 dell’Itavia precipitato a Ustica e della strage alla Stazione di Bologna; erano gli Anni di Piombo che lasciarono sulle strade i corpi senza vita di fedeli Servitori dello Stato colpiti a morte da terrorismi e mafie. Ricordiamoli, quindi, i Magistrati Caduti sul Fronte del Dovere nel 1980, con rispetto e riconoscenza: questi i Loro nomi:
Concludendo, in questo strano mondo iniziato con l’11 settembre 2001, andato avanti con la cosiddetta “guerra asimmetrica” (cioè conflitto ad armi impari, non dichiarato, nel quale una delle parti è costretta a difendersi da un nemico non identificabile) e proseguita con i deliri terroristici dei decapitatori “religiosi”; in tutti questi anni di povertà culturale e politica mediocre e modesta ma ricca di narcisismo e “pompa” che fruttano fior di miliardi grazie ad agenzie di malaffare, Banche “libere” che creano addirittura crisi finanziarie, rendiamo certamente omaggio a tutto l’Ordine Giudiziario in servizio che assicura ordine e tutela dei cittadini, essendo l’unico presidio di legalità esistente; piaccia o non piaccia, è così! Desideriamo infine, nell’onorare i Magistrati Caduti per l’affermazione della Legge, citati e non, ricordare il grande drammaturgo tedesco Bertolt Brecht, che scrisse: “Sfortunato quel popolo che ha bisogno di eroi. Ma ancora più sfortunato il popolo che ne disperde l’esempio e l’insegnamento…”.
Sì, proprio su questa strada è avviata l’Italia, da lungo tempo!