Roma, 4 gennaio – Nella notte di Capodanno, l’83,5 per cento dei Vigili Urbani romani era assente per malattia, donazione sangue o disabilità. Leggiamo su DAGOSPIA che “Bastava leggere le pagine Facebook loro e dei loro sindacati per capire che si preparavano a un sabotaggio, per protesta contro la rotazione del personale e la riforma dello stipendio accessorio…”.
Bene, cosa hanno fatto Sindaco e Stato per prevenire questa indecenza? Da quel che sembra, niente! Tralasciando la situazione romana che sembra scaturisca da fatti di malapolitica, approfittiamo dell’occasione offerta per dare un’occhiata al mondo della sicurezza locale italiana.
La storia dei poteri per la sicurezza ai Sindaci, che come tutti sanno hanno per braccio armato i propri Vigili, è stato tarlo mentale della Lega-Nord separatista, ed è iniziata con un decreto legge presentato dal Ministro dell’Interno Maroni secondo cui Prefetto e Forze di Polizia dovevano assicurare l’attuazione delle ordinanze dei Sindaci in materia di sicurezza urbana.
Provvidenzialmente, la Corte Costituzionale, con la sentenza n.115 del 2011, ha sanzionato il fallimento di questa politica, bocciando i Sindaci sceriffo che avevano in taluni comuni del nord Italia emesso ordinanze su tutto, condizionando alcuni diritti fondamentali dei cittadini. Nel ribadire che il tema sicurezza pubblica è materia molto importante, non certamente delegabile a Sindaci e Vigili Urbani perchè spetta allo Stato nelle sue varie articolazioni, sappiamo che la questione è ben diversa negli USA, dove per altra situazione legislativa e ordinativa, il New York Police Department, che dipende dal Sindaco, non è certamente un Comando di Vigili Urbani italiani, ma un Dipartimento di Polizia vero e proprio, peraltro il più grande d’America con 38 mila Agenti, con compiti di una Polizia a competenza generale.
Tale Polizia, nei giorni scorsi, è balzata agli onori delle cronache per i funerali di uno dei due Agenti uccisi a Brooklyn da un ventottenne nero che aveva dichiarato di voler vendicare l’afroamericano ucciso da poliziotti bianchi prosciolti da ogni accusa. Erano decine di migliaia gli Agenti in uniforme presenti ed un gruppo di poliziotti, fuori dalla chiesa, per protesta ha voltato le spalle al maxischermo mentre parlava il Sindaco di New York.
Tornando alle questioni di casa nostra, è indubbio che nel Comparto Sicurezza del nostro Paese sono molte le lacune con confusione di attribuzioni, come non sono pochi i personaggi dei piani alti, succedutisi nel tempo, che dovrebbero fare un bel “mea culpa”, per carenza di analisi e previsione dei fenomeni come per imperdonabile indifferenza.
Ricordiamo che nel 2000, in Puglia, fu iniziata l’ importante “Operazione Primavera” contro il contrabbando di sigarette, fenomeno organico alla mafia pugliese, decisa dal Capo del Governo dell’ epoca, Massimo D’ Alema, certamente per motivi elettorali, con gran dispiegamento di Polizie. Ci chiediamo ancora oggi perchè la Guardia di Finanza non abbia proceduto autonomamente senza attendere che il Governo intervenisse così massivamente, magari chiedendo il concorso delle consorelle Forze di Polizia? Perché, ancora, in tempi più recenti, si è intervenuti nel casertano contro i famigerati clan dei casalesi solo quando il Ministro dell’ Interno dell’epoca, il leghista Maroni, decise spettacolarmente di agire, con grancassa di risonanza mediatica e utili ritorni politici, l’invio di centinaia di Agenti di Polizia e Carabinieri nel casertano?
Chi avrebbe vietato operazioni di Polizia adeguate alla complessità dei gravissimi fenomeni? Come già sostenuto su questa testata, possiamo ribadire che da tempo la politica, ormai straripante e parolaia, ha schiacciato la pubblica amministrazione, ambito importantissimo dello Stato, che non agisce più in via autonoma ma solo su interessato imput della stessa politica. E ciò è molto grave……
Sull’argomento, articolo del 12 Novembre 2014 “Chi è tenuto ad imporre il principio di legalità? A chi spetta?“