Leggendo il suo interessante libro, scritto con Dario Del Porto, vediamo come il Magistrato ha coordinato le ricerche che hanno portato alla cattura dei boss latitanti Mario Caterino, Giuseppe Setola e del capo Antonio Iovine, collaboratore di giustizia dal maggio 2014; scopriamo anche come va in crisi con gli arresti la rete di comando della più potente famiglia di camorra e la strategia più complessa.
“Tutto si compie nel carcere dell’Aquila (pag.3) dove Antonio Iovine è stato condotto per essere interrogato. Ha chiesto di parlare, è deciso. Lo conoscevo, Iovine. Anni e anni di lavoro per catturarlo. Un’ossessione. Per me e per la Polizia Giudiziaria. Fu lui a chiamare me. Ed io a farlo condurre a L’Aquila. Eccoci….Fine del clan dei Casalesi…”.
Dal racconto, scrive l’Autore, “non possiamo esimerci, anche nel caso di assoluzioni, di analizzare le enormi responsabilità politiche di uomini come Antonio Bassolino, che è stato Governatore della Campania durante gran parte dell’emergenza rifiuti”.
Da pag. 70 leggiamo: “Il ciclo dei rifiuti si caratterizza per inadeguatezza, rilevanti errori tecnici e scelte sbagliate, condizionando il successivo decennio e provocando le esplosive situazioni del 2001 e del 2008. Nel mezzo ruberie, corruzioni, truffe, clientele etc….Tutto comincia dopo l’aggiudicazione di quell’appalto. Il termovalorizzatore di Acerra non viene realizzato; vengono prodotte “ecoballe” non idonee alla combustione perché composte di rifiuti “tal quali” che generano pericoloso percolato. Con l’accusa di frode in pubbliche forniture nei confronti di Bassolino (e altri) si celebrerà un processo che dopo cinque anni e mezzo di dibattimento si è concluso il 4 novembre 2013 con l’assoluzione di tutti gli imputati….”.
E come non ricordare l’On. Nicola Cosentino, ex Sottosegretario all’Economia durante l’ultimo Governo Berlusconi, attualmente in carcere perché ritenuto “il referente nazionale” delle cosche casalesi; poi, ancora, l’On. Mario Landolfi, ex Ministro delle Comunicazioni e già Presidente della Commissione Parlamentare sulla Rai.Secondo (pag 75) “Michele Orsi la società Eco4 faceva comodo a tutti…..per cui doveva avere il sostegno di importanti politici (Nicola Cosentino e Mario Landolfi), e inevitabilmente della camorra (il clan Bidognetti)….”.
La parte più interessante del libro è senz’altro costituita dal capitolo “La terra dei rifiuti” (pagg.64-86) che inizia raccontando di …milioni di tonnellate di rifiuti bruciati, campi contaminati, falde acquifere a rischio, strade invase da cumuli di munnezza. Fusti di melma tossica interrati, colture avvelenate, una percentuale altissima di tumori….In quei luoghi non ha governato la camorra. Ha governato lo Stato, sono stati spesi centinaia di milioni di euro, si sono arricchiti politici, funzionari, faccendieri. Un giro vorticoso di denaro e veleni che ha spinto l’ex boss del clan dei casalesi Carmine Schiavone a lanciare una terribile profezia: “…..gli abitanti di quelle zone rischiano di morire di cancro entro vent’anni…”. Parole pronunciate non al chiuso di una caserma, né in un’intercettazione, ma in un’aula parlamentare il 7 ottobre 1997, quando Schiavone rispose alle domande della Commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti….Una confessione che avrebbe dovuto spingere la Politica a promuovere immediatamente un programma di verifiche, accertamenti, bonifica e risanamento….Invece è calato il silenzio. Su quel verbale è stato opposto il segreto per oltre quindici anni”.
Le 63 pagine sono state rese pubbliche solo nel novembre 2013, su disposizione del Presidente della Camera Laura Boldrini. E’ vero, Schiavone aveva riferito le stesse circostanze anche ai Magistrati del pool anticamorra…..Ma la politica ha aspettato tre lustri prima di far conoscere quanto Schiavone aveva riferito…e che pone la domanda: “La mafia e la camorra non potevano esistere se non c’era lo Stato….Se le istituzioni non avessero voluto l’esistenza del clan, questo avrebbe potuto esistere?”.
Lo Stato, dunque, è colpevole, argomenta l’autore, più della camorra… I boss sono in carcere, ma le relazioni e le trame sono ancora forti. La Politica ha le maggiori colpe perché dopo gli arresti proprio perché corrotta non riesce ad essere sostitutiva alle logiche di mafia che persistono; non costituisce per i cittadini l’alternativa cui affidarsi…..Il bello (se bello si può dire) è che con la cattura dei boss a latitare sia proprio …lo Stato.
Per concludere, è stata la Politica indecente con le sue interessate connivenze a rendere la camorra potente e che oggi non può più permettersi di essere assente, ora che, come scrive Ardituro, “il trono è vuoto!”.
Altri articoli di interesse: “Rifiuti tossici in Campania? Vicenda ben nota!” del 19 Settembre 2013; “Terra dei Fuochi, roghi e discariche abusive: arriva la sanzione europea“ del 20 Ottobre 2014.