Tematiche etico-sociali
Terremoto – “Perché?” Spiegabile ma non prevedibile
Roma, 30 ottobre 2016 – I “media” sembrano un “Bollettino di guerra”. Dopo la scossa di magnitudo 7.4, (noi l’ abbiamo pubblicato alle 07,59) poi scalata a 7.1 ed infine a 6.5,
è un susseguirsi di notizie e di scosse. Nei centri più vicini all’epicentro la gente è comprensibilmente terrorizzata perché il terremoto… terrorizza e, quel che è peggio, non può essere previsto.
Nei centri più lontani la situazione è, ovviamente, diversa, ma per tutti, indistintamente, alla luce di questa impossibilità scientifica di poterne prevedere il suo verificarsi, la domanda è una sola, “perché?”.
A questa domanda si può dare una risposta scientifica. Il terremoto è forse l’unico fenomeno geofisico che, non essendo prevedibile, può essere spiegato solo dopo che è avvenuto. Una giusta deduzione a questo fenomeno, l’ha fornita Paolo Messina, direttore dell’istituto geologico ambientale, ospite di “L’Arena” condotta da Giletti. “Allo stato attuale” ha detto, “non siamo in grado di dire se ci saranno altre scosse o non” infatti l’ipotetica possibilità di dire questo, avrebbe significato la possibilità di poterlo “prevedere” e abbiamo già detto che essa è inesistente. Allo stato attuale della situazione non si può fare altro che una deduzione che può solo servirci a farci capire “perché”.
Torniamo ai felici tempi delle nostre scuole elementari e poi delle medie in cui la materia veniva affrontata a quei “minimi termini” che ci permettevano di affrontarne e capirne il concetto.
L’Italia, questo meraviglioso paese, circondato dal mare da tre dei suoi quattro lati, è, nella sua realtà geofisica (astronomica, se vogliamo), il “risultato” di una “pressione” esercitata da tre “blocchi” specifici, l’Eurasia, da est, l’Africa, da sud, e l’area dell’oceano Atlantico e dell’Europa occidentale, da ovest. In virtù del viaggio che la Terra fa nello spazio dal momento del Big-Bang, che ne genera tutti i movimenti, la “pressione” di questi tre “blocchi” la vediamo dalla Catena degli Appennini che, presumibilmente, all’”inizio del tempo”, non doveva nemmeno esserci ma, poi, in virtù della “pressione” anzidetta, è “uscita fuori”. Ovviamente ci sono i calcoli a dimostrare questo fenomeno scientificamente e sarebbe assurdo affrontarli in questa sede. Ci basti prendere atto della logica che lega i fenomeni.
Se la regione geofisica dell’Italia è sottoposta alla pressione da una parte e dall’altra, la “materia” che sta al centro, nella contrazione dei territori, “esce fuori” e crea la “fuoruscita di quella che nei miliardi di anni è diventata una catena montuosa. Questo fenomeno è in continua evoluzione perché la Terra, nello spazio, non si ferma e questo fornisce al risposta a quel “perché?” che sembrava incomprensibile e “senza risposta”.
Purtroppo, senza risposta resta, comunque, e lo riconfermiamo, tutto ciò che viene dopo “quella” risposta perché l’avvenimento, dopo che è avvenuto, è spiegabile, ma, prima, non è prevedibile.