Uganda, seconda tappa di Papa Francesco. Perché il mondo si accorga dell’Africa.

Kampala, 28 novembre –  Nel pomeriggio di ieri Papa Francesco ha iniziato il viaggio in Uganda con la visita di cortesia al presidente della Repubblica nella State House a Entebbe, sulla sponda nord occidentale del Lago Vittoria, a circa 35 chilometri dalla capitale.

Poi l’incontro con catechisti e insegnanti a Munyonyo.

Nella mattinata di oggi per il pontefice una lunga sosta nel Luogo dei Martiri Ugandesi a Namugongo, prima presso il Santuario Anglicano, poi con la celebrazione eucaristica al Santuario Cattolico. Quarantacinque martiri, di cui ventidue cattolici santificati nel 1969 da Paolo VI, facenti parte della corte di  Mwanga II, re del Buganda, terra oggi all’interno dell’Uganda. Il sovrano ne ordinò la morte per la loro ferma volontà di anteporre alle imposizioni smodate e alle brame di quel re i precetti di Dio. Anche qui come in Kenya, la gioiosa presenza delle danze durante il momento religioso. Nel pomeriggio l’incontro con i giovani nel Kololo Air Strip. E la partecipazione è trascinante. In un Paese dove moltissimi sono i giovani che, pur avendo ancora nel cuore passati di tragedia sociale, dimostrano
incredibilmente la voglia e la capacità di ricominciare e di costruire un vero futuro ugandese comune. Poi la visita alla Casa della Carità di Nalukolongo, dove all’inizio bambini vennero riscattati dalla schiavitù e che per tradizione ospita i più bisognosi e ammalati, appartenenti a più religioni. Infine l’incontro, a Kampala, con i vescovi nell’arcivescovado e con i sacerdoti, i religiosi e le religiose nella cattedrale.
Oggi, da papa Francesco, anche una benedizione in lingua locale.
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