Roma, 19 novembre – Si sono svolti ieri, nella gremita chiesa degli artisti di Piazza del Popolo, i funerali del pittore Maestro Piero Sbano.
Piero Sbano era nato nel 1931 a Paola, (Cosenza) e da ragazzo si era trasferito nella Capitale, dove aveva frequentato la facoltà di architettura dell’università La Sapienza di Roma e nel 1956 venne ammesso all’Accademia di Francia a Villa Medici. Nonostante avesse vissuto per 70 anni nella Capitale, il Maestro non aveva mai perso il tipico accento calabrese, rimanendo sempre innamorato della sua Città natale.
Inutile parlare della Sua capacità pittorica, la cui valenza è documentata nel suo sito.
Voglio ricordarLo come l’uomo ed artista da me conosciuto.
Lo conobbi nel lontano 1974, allorchè andai a comandare la Polizia Giudiziaria dei Carabinieri di Montesacro, con sede nel quartiere Talenti, a poche centinaia di metri dalla Sua abitazione romana.
Era ormai una figura tipica del quartiere e lo si poteva incontrare quasi ogni mattina nell’allora vicino vivaio di via Carlo Dossi, proprio adiacente casa sua, a parlare con il suo grande amico Walter Marchi. Poi, anch’io, passando per il quartiere che ho vissuto come Comandante, saltuariamente mi fermavo a scambiare due parole con loro, su argomenti che spaziavano, dall’attualità all’arte.
Quando gli dissi che io avevo “imbrattato” alcune tele utilizzando quale studio il locale caldaia dell’abitazione ed avevo poi smesso di dipingere, precisandogli che non usavo fare disegni sulla tela anche perché non avevo idea di cosa avrei dipinto, sorrise e mi invitò ad andare a visitare il suo studio, dandomi la possibilità di dipingere da lui.
Il 13 novembre 2003, giorno dopo la strage di Nassiriya, ci incontrammo occasionalmente al vivaio. Gli dissi che avrei voluto fare un quadro e lui: “Marescià, se vuole, venga da me. Almeno li il quadro lo fa veramente”. Accettai il suo invito – andavo alle 15 – e, nonostante lui non volesse, portai con me alcuni pennelli e colori ad olio. Accolto dalla moglie, la gentilissima signora Lucia, che conoscevo quale funzionaria della ASL, entrai nello studio del Maestro. Mi chiese cosa avevo intenzione di dipingere. Gli risposi che non ne avevo idea se non partire da una buca, quella che era stata la dimostrazione del quantitativo di esplosivo usato per far saltare la nostra base militare. Mi mise a disposizione un cavalletto ed un piano per fare la bozza del quadro. Gli ripetei che non disegnavo per due motivi: primo perché non sapevo cosa dipingevo e poi perché, un disegno fatto anche se a matita, era un’opera, per me, finita.
Feci poi delle copie del quadro su lastra di vetro. La prima, la portai a quel Maestro dal pizzetto bianco accennato, che gradì con entusiasmo.
Ovviamente, ci incontrammo ancora finchè appresi del decesso della signora Lucia.
Fu un duro colpo per Lui, come per chiunque la conobbe.
Dopo il mio congedamento avvenuto un anno fa, lo incontrai ancora un paio di volte per le vie del quartiere.
Per ultimo, circa un mese fa. Le sue condizioni non erano “eccessivamente” buone ma, quel calabrese era sempre una roccia e mi salutò con il solito affetto.
Ieri i funerali.
Piero Sbano, un personaggio importante del quartiere Talenti è venuto a mancare ma il Suo spirito vive con la Sua indiscussa arte pittorica.