URGE CAMBIARE I PARADIGMI CULTURALI

Il mondo è di fronte ad una crisi grave e per molti aspetti, assolutamente irreversibile.

Al centro della crisi, oltre alla crisi economica, c’è la crisi umana; l’uomo si fa continuamente male, ma non sa come risolvere i problemi che, giorno dopo giorno, diventano sempre più gravi. Si tratta di un male antropico che è anche male sistemico dove l’azione umana ne determina il cammino.
La crisi dell’uomo e del suo insieme sociale affonda le radici soprattutto nel crescente prevalere dell’apparire sull’essere; tutto si fa soprattutto, per apparire, relegando i valori dell’essere in un cantuccio umano sempre più dimenticato. Intanto l’uomo è solo; sempre più solo con se stesso.
Ognuno, stando solo con se stesso, si sente il mondo.
In questo, purtroppo, c’è l’inizio della fine; in questo, è preclusa ogni prospettiva possibile di futuro e di cambiamento umano.
Noi abbiamo dei doveri inviolabili nei confronti del futuro; non possiamo estraniarci, isolarci, facendo finta che non ci appartiene e che la nostra vita è fatta solo di presente.
La nostra vita è proiettata nel futuro; non appartiene solo a noi stessi, ma anche a quelli che verranno. A noi compete tracciare il futuro, dove ci sarà parte di noi, parte del nostro DNA esistenziale.
Ognuno deve capire la dimensione della propria vita.
Che fare? Prima di tutto, bisogna dare la giusta collocazione ai valori della vita.
Per questo, occorre cambiare e modificare con forza i paradigmi culturali, riportando al centro della scena l’insieme sociale, la vera anima, il vero motore del mondo.
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