Roma, 13 maggio – È per eccellenza la montagna della Toscana. Certo, più su c’è l’Abetone, ma questo confina con l’Emilia ed è metà e metà. L’Amiata, invece, è tutto toscano, perché sta in mezzo alla regione italiana forse più famosa nel mondo. Un versante che dà sulla provincia di Grosseto, l’altro su quella di Siena, con le Valli del Paglia e dell’Orcia di sotto che offrono panorami e colori mozzafiato soprattutto in primavera, quando la natura torna a sbocciare in tutta la sua bellezza.
Qua ci sono borghi antichi come Abbadia San Salvatore, con il suo bel Duomo e altri più veraci come Castel del Piano o Arcidosso, che dette i natali a David Lazzaretti, il “Profeta dell’Amiata”, la cui storia si svolse a cavallo della metà dell’800 divenendo leggenda, tanto che ancora oggi troviamo costruzioni e tracce di quella che fu una vera “chiesa nella chiesa” e di quel movimento, il “giurisdavinismo”, da lui stesso fondato e rimasto attivo fino al 2002.
In alto, su entrambi i versanti, spicca la croce dell’Amiata, dalla quale si ammira un panorama sulla Toscana sottostante e che, d’inverno, sta alla sommità di piste da sci anche ben frequentate.
Nel territorio circostante si spargono tracce di etruschi e tombaroli, storie fantastiche e popolari, saperi antichi e tradizioni giunte fino a noi grazie ai racconti dei contadini intorno al fuoco nelle sere d’inverno o sulle aie in quelle d’estate.
Perché l’Amiata, con i suoi soffioni gassosi e le miniere di mercurio (oggi visitabili con gite guidate che partono da Castel del Piano), in quei secoli antichi dai più superstiziosi era considerato anche una sorta di anticamera dell’Inferno. Oggi, invece, è un vero e proprio Paradiso per i turisti che decidono di trascorrerci alcuni giorni di relax.
E se d’inverno è lo sci a farla da padrone, in primavera e d’estate sono le terme, le passeggiate nei boschi e la buona cucina, nonché la bellezza dei borghi, a renderlo davvero attraente.