Roma, 8 settembre 2022 – Che la si chiami Bruges alla francese o Brugge alla fiamminga è sempre una delle città più belle e romantiche d’Europa.
Una città che ti fa tornare all’epoca in cui i mercanti belgi e olandesi abbellivano i loro palazzi e le vie grazie alle ricchezze accumulate con i commerci per terra e per mare.
Bruges (diciamola alla francese, che per noi è il modo più familiare di chiamarla) è un salto nel passato.
Con i suoi canali e le case a graticcio che appena arrivi ti proiettano immediatamente all’indietro nel tempo.
Molti l’hanno chiamata “la Venezia del nord” per via della tanta acqua che scorre tra le sue case e che è stata canalizzata in tante vie percorribili con barche e barchette.
Come quelle che ogni giorno portano a fare il giro dei canali ai tanti turisti che arrivano da queste parti solo ed esclusivamente per visitarla.
Bruges, infatti, ha uno dei centri storici medievali meglio conservati al mondo.
E il quartiere Anseatico è la zona più adatta per scoprire la storia secolare di questa città.
Che fra il 1.200 e il 1.400 fu il centro di importanti scambi commerciali fra Scandinavia, Germania e Inghilterra e fra le ricche regioni di Francia, Spagna e Italia.
In questo quartiere si stabilirono tanti mercanti provenienti da tutta Europa e questo dette alla città quel carattere internazionale e multiculturale che ha conservato fino ad oggi.
Le sue architetture medievali e rinascimentali donano a Bruges un’atmosfera magica, che la rende una delle città più suggestive delle Fiandre.
Anzi, la regina delle Fiandre. Dove la vita sembra essersi fermata ai tempi del suo antico splendore.
A chiudere un piccolo ricordo personale. Conobbi Bruges per la prima volta grazie al calcio.
Quando la mia Roma affrontò la sua squadra (da sempre una delle migliori del Belgio) in una edizione della Coppa UEFA di metà anni ’70.
Poi vi ritornai sul finire del secolo scorso e la ritrovai bella e splendente così come l’avevo lasciata.
E caratteristica nelle sue tante locande e ristoranti, dove si beve e si mangia benissimo.
E che ti offrono un caldo riparo e ristoro nelle giornate in cui sulla città cade quella pioggerellina tipicamente belga che, però, alla fine la rende ancora più suggestiva.