La Baia di Ieranto, il luogo segreto dove vivono le sirene
Nelle acque cristalline si nascondono le sirene che incantarono Ulisse.
Se non ci siete mai stati o non la conoscete, è il momento giusto per un giro da fine settimana nella costiera sorrentina alla Baia di Ieranto, angolo incontaminato dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, proprio davanti ai Faraglioni di Capri.
Con i suoi 5 km di costa, l’area naturalistica gestita dal FAI vede un alternarsi di meravigliose calette con scogli e grotte, e un tratto dell’entroterra. Se da un alto sarete sorpresi dal carattere ripido e roccioso di Punta Campanella, dall’altro potrete godere della dolcezza del promontorio di Montalto che digrada in una piana naturale che si allunga nella distesa originata dalla dismessa attività della cava da cui si estraeva roccia calcarea.
Tra i molti recessi scavati nella roccia, dovete assolutamente arrivare alla Grotta Salara (chiamata anche delle Sirene o della Campanella) che riconoscerete per il grande scoglio che sembra chiuderne l’ingresso e che sentire respirare al passaggio di ogni onda, anche le più piccole, accostandovi nel lato rivolto allo Scoglio della Campanella.
L’area che circonda la Baia di Ieranto, abitata fin dal Paleolitico, è di grande importanza anche dal punto di vista storico. Qui sono stati ritrovati numerosi resti della presenza romana tra cui due fornaci che servivano per produrre calce e una villa sul mare. Di epoca successiva, ma ancora oggi a guardia della baia e raggiungibili con una semplice passeggiata, sono la Torre di Montalto e la Torre Minerva, possenti punti di osservazione fortificati che facevano parte del sistema difensivo per l’avvistamento degli attacchi via mare e la trasmissione da torre in torre dell’allarme.
Altra testimonianza della storia e della vocazione agricola della zona, sono i terrazzamenti per la coltivazione dell’ulivo che si riscopre in una grande fattoria nella baia, in cui è possibile vedere le antiche macchine per la spremitura delle olive. Dell’inizio del XX secolo restano invece gli edifici e le infrastrutture necessarie alle attività della Cava di Ieranto un tempo destinata all’estrazione della pietra calcarea.
Un’altra chicca è la villa dello scrittore Norman Douglas, che scelse di trasferirsi in quelle terre per vivere in una dimora oggi nota con il nome di Casa Silentum, il cui ingresso è caratterizzato appunto da questa scritta. Fu proprio qui che Douglas nei primi anni del 1900, trovò pace e iniziò a scrivere “Siren Land” – La Terra delle Sirene – un libro che racconta e celebra la regione, in un intreccio di storia, mito e tradizioni.
Un altro buon motivo per venirci è senza dubbio l’incontro con le sirene che, secondo lo scrittore romano Plinio il Vecchio, abiterebbero proprio nella Baia di Ieranto dove incontrarono Ulisse. Tra le leggende, una riporta alle origini del nome di Punta Campanella: si narra infatti che durante un’incursione saracena nella penisola sorrentina, i pirati saccheggiarono la Chiesa di Sant’Antonino Abate, sottraendone anche la campana, ma che, proprio davanti a Punta Campanella, furono bloccati da una forza misteriosa e costretti a liberarsi del bottino nel tentativo di alleggerirsi e procedere. Pare che ciò avvenne solo quando fu lanciata tra le acque la campana, che scatenò un forte vento in grado di far ripartire il vascello pirata. E qualcuno sostiene che se ne possa sentire ancora oggi il suono perfino sott’acqua, in occasione della festa del Santo protettore di Sorrento.