Roma, 14 dicembre 2020 – La Sacra di San Michele è una delle più belle abbazie che sono state costruite nel Medioevo.
Un periodo che non è stato affatto “buio”, come lo definiscono in molti, ma che è stato pieno di spiritualità e arte. In ogni sua forma. Scritta o materiale.
Basti citare “La Divina Commedia”, il massimo capolavoro che generato da una mente umana.
O le cattedrali gotiche disseminate tra Francia, Germania, Belgio e Inghilterra.
O i tanti monasteri e abbazie del Vecchio Continente.
Tra queste c’è la Sacra di San Michele, che è stata costruita a 960 metri di altitudine sul Monte Pirchiriano, a 40 chilometri da Torino, tra il 983 e il 987.
La Sacra di San Michele è famosa anche perché ha ispirato Umberto Eco per il suo celebre romanzo “Il nome della Rosa”, del quale abbiamo celebrato poco tempo fa i 40 anni dalla pubblicazione.
Ma la Sacra di San Michele è anche uno dei luoghi del “cammino dell’Angelo” o via Micaelica.
Una via di pellegrinaggio lunga più di 2000 chilometri che è nata dopo la diffusione del culto di San Michele Arcangelo in Europa, intorno all’VIII secolo.
Il cammino parte da Mont Saint Michel, in Normandia, passa per la Sacra di San Michele in Piemonte, per Castel Sant’Angelo a Roma e arriva fino a Monte Sant’Angelo, sul Gargano, in Puglia.
La Sacra di San Michele è il monumento simbolo del Piemonte, ma come tutti gli altri musei e luoghi di interesse storico-artistico del nostro paese, al momento è chiusa al pubblico.
Ma ne scriviamo per non dimenticarla. E come essa tutto il patrimonio artistico che abbiamo in Italia in questo periodo in cui ci è impossibile visitarlo.
Appena la pandemia sarà passata vi consigliamo di andarla a vedere.
Magari anche solo per ringraziare San Michele di averla superata indenni.