Roma, 28 marzo – Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, la città in cui le caverne del centro sono diventate il fiore all’occhiello di un territorio che merita di essere valorizzato come si sta facendo negli ultimi tempi. Qui coesistono cultura e natura, spirito e terra, attualità e storia. Già, la storia, quella che riviviamo proprio scoprendo i celebri Sassi, le grotte materane che si inseriscono in un sistema naturale di gravine scavate nel calcare dai venti e delle acque (Parco Naturale della Murgia Materana).
La zona, abitata con continuità fin dal Paleolitico, è una testimonianza tangibile della capacità dell’uomo di reinventare un ecosistema. Fino allo sfollamento del 1952 i Sassi hanno ospitato abitazioni, ma anche chiese e monasteri, in un equilibrio fra spiritualità e natura unico al mondo. E proprio due delle chiese rupestri più antiche di Matera simboleggiano l’armonia tra natura e spirito, passato e presente della città: la Madonna delle Virtù e l’adiacente cripta di San Nicola dei Greci, oggi prestigiose sale per mostre d’arte contemporanea e set cinematografici, come, ad esempio, quello allestito per “La Passione di Cristo” di Mel Gibson e quello che verrà messo su per le riprese del nuovo Ben Hur.
Una riscoperta di questi luoghi così particolari che, dopo l’abbandono dei Sassi, e il conseguente degrado che colpì molte di queste grotte, si deve all’opera di esperti imprenditori, che in alcune di esse hanno ricavato anche degli alberghi molto suggestivi.
Perfino al loro interno si può riscoprire quel legame fra Matera e l’anima che è un punto fermo dell’immaginario italiano e che colpì pure Carlo Levi e Pier Paolo Pasolini, che in letteratura e cinema hanno rispettivamente espresso il fascino mistico di questa luogo.