Viaggi. Reportage dall’Argentina – 3 –
Il ghiacciaio che canta. Storie, sensazioni e immagini dal Perito Moreno.
Roma, 24 febbraio – Ci eravamo lasciati alla Penisola Valdés, tra pinguini, balene e leoni marini. Uno dei posti più suggestivi della Patagonia Argentina, nella quale il nostro viaggio prosegue ora alla volta del Perito Moreno, il ghiacciaio più famoso e fotografato di questa parte del mondo.
Per raggiungerlo ci vuole un altro spostamento aereo interno da Trelew a El Calafate, la cittadina che fa da punto di partenza per le escursioni in traghetto sul Lago Argentino fin sotto al ghiacciaio. Da El Calafate, con un’ora di pullman che copre i circa80 chilometridi distanza, si arriva all’imbarco e qui, ben coperti per fronteggiare la temperatura rigida della zona, saliamo sul traghetto che ci porterà a ridosso del “ghiacciaio che canta”.
La definizione, per quanto poetica possa sembrare, è molto vicina alla realtà che ammireremo, visto che il grande Perito Moreno è sempre in movimento (avanza di circa2 metrial giorno) e per questo, nel silenzio assoluto di queste lande deserte, ogni piccolo frammento che si stacca per cadere nel Lago Argentino o ogni minimo sommovimento della crosta ghiacciata emette rumori ben distinguibili e particolari.
Un ambiente, quello del “Parco Nazionale Los Glaciares”, che ti proietta in una realtà meravigliosa e incontaminata, con questo enorme ghiacciaio continentale (esteso per250 chilometriquadrati e lungo30 chilometri) che è la terza riserva d’acqua dolce del mondo.
La stessa realtà che dovette ammirare lo scopritore del luogo, l’esploratore Francisco Moreno, che studiò la regione nel XIX secolo e rivestì un ruolo di primo piano nella difesa del territorio argentino nella disputa sul confine internazionale con il Cile.
L’esperienza che vivrete su queste acque, sulle quali oltre al Perito Moreno si affacciano altri ghiacciai famosi come lo Spegazzini e l’Upsala, nonché i molti iceberg di varie dimensioni che da essi si staccano, rimarrà indelebilmente impressa nella vostra memoria.
Proprio come le immagini di questa enorme massa di ghiaccio che cambia colore a seconda del variare della luce del sole e che, nella sua immobilità solo apparente, quasi ti ipnotizza.