Roma, 10.04.2019 – La Polizia di Stato celebra il 167° anniversario dalla fondazione, alla presenza delle più alte cariche dello Stato.
E’ stata la splendida “Terrazza del Pincio”, a Roma, ad ospitare l’evento, che si è svolto il 10 aprile, data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge n. 121 del 1981 che ha delineato l’organizzazione ed i compiti della Polizia di Stato.
Durante la cerimonia sono state consegnate le onorificenze e le ricompense ai Poliziotti caduti in servizio, a quelli che hanno portato a termine importanti attività operative nonché agli sportivi olimpici del Gruppo Fiamme Oro che hanno conseguito importanti risultati sportivi nel corso dell’anno.
Quest’anno, inoltre, in occasione del centesimo anniversario dell’Aquila, emblema della Polizia di Stato che accompagna l’istituzione sin dal 1919, con il suo portato di storia, valori, tradizione, sacrificio e abnegazione, è stata realizzata una medaglia commemorativa, raffigurante l’aquila dorata dalle ali spiegate.
In tribuna presenti anche una rappresentanza di Funzionari della Polizia di Stato, che ha indossato, sugli abiti civili, la sciarpa tricolore quale simbolo della esclusiva missione del Funzionario di Pubblica Sicurezza, chiamato a garantire la salvaguardia delle Istituzioni democratiche e il sereno e ordinato svolgimento della convivenza civile per l’esercizio delle libertà costituzionali e dei diritti dei cittadini.
Il Presidente della Repubblica ha concesso, quest’anno, la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Bandiera della Polizia di Stato, per le attività svolte della Prevenzione e dalle D.I.G.O.S. che, con eccezionale valore e senso del dovere, hanno profuso ogni energia nella lotta al terrorismo e all’eversione dell’ordine democratico, per la difesa dei valori e delle Istituzioni della Repubblica. Ricorre quest’anno anche il 60° anno dall’istituzione dell’allora Corpo di Polizia Femminile, che ha dato possibilità alle donne di far parte della Polizia di Stato, ricoprendo a pieno titolo e a tutti i livelli un ruolo fondamentale.
Ora, come di consueto, ripercorriamo il passato e apriamo il mondo dei ricordi nei confronti di benemeriti appartenenti alla benemerita Istituzione… con i quali anche se taluni personalmente non conosciuti, abbiamo però percorso le stesse strade in particolare nella Roma degli anni di piombo…
E così, il 21 ottobre di ogni anno, il Questore di Roma depone una corona di alloro sulla Lapide collocata in località Ponte Ladrone, ad Acilia, in memoria del Capitano del disciolto Corpo delle Guardie di P.S. (oggi Polizia di Stato) Francesco Straullu e dell’Appuntato Ciriaco Di Roma. Furono barbaramente trucidati da un commando composto da quattro giovani appartenenti al gruppo eversivo dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), dell’ultadestra… Le indagini consentirono di individuare e catturare tutti i componenti del gruppo criminale, che vennero poi condannati all’ergastolo. Così fu ucciso il Capitano di Polizia Straullu, un ragazzo nuorese di nome Francesco, di appena ventisei anni, “aggregato”, fatto inedito all’epoca (in quanto Ufficiale del disciolto “benemerito” Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, prima della riforma del 1981 che smilitarizzò la Polizia), alla Digos della Questura di Roma. Il suo superiore diretto era il Commissario Capo Minozzi, che trattava il terrorismo di destra, autore di un importante rapporto all’Autorità Giudiziaria del novembre 1979 sull’eversione nera romana, ma vanno ricordati anche altri funzionari di quell’Ufficio, quali il valoroso Nicola Simone, nel 1982 scampato, benchè gravemente ferito, ad agguato di elementi delle BR, presentatisi come “postini” nella sua abitazione romana di Piazza Bologna; Ansuino Andreassi, figura di grande prestigio nell’ambito della Polizia Politica di quegli anni; ma soprattutto lo stesso Dirigente della Digos, l’irpino Vice Questore Alfredo Lazzarini (tutti da me ben conosciuti). La lotta al Terrorismo di destra, sino alla Strage di Bologna del 2 agosto 1980, nel panorama dei terrorismi nazionali, era stato colpevolmente trascurato.
Proseguendo questa cronaca di morte che merita il massimo rispetto, soprattutto dalla Politica ingrata e parolaia, come non ricordare, ancora, quel che accadde il 3 maggio 1979 quando un gruppo di fuoco delle Brigate Rosse assalì “more militari” a Piazza Nicosia gli uffici regionali della Democrazia Cristiana romana, in cui perirono il Brigadiere Antonio Mea e l’Agente Pierino Ollanu, mentre un terzo Agente, Vincenzo Ammirato, rimase ferito? Erano tutti del I° Distretto di Polizia di Piazza del Collegio Romano. Come non ricordare, ancora, quel tragico 13 luglio 1979, quando le famigerate BR uccisero il valorosissimo Ten. Colonnello dei Carabinieri Antonio Varisco, Comandante del Reparto Servizi Magistratura (per il quale recentemente è stato pubblicato un interessante libro della bravissima scrittrice Anna Maria Turi: “L’AGGUATO SUL LUNGOTEVERE” Edizioni Segno, che invito a leggere..), e successivamente, a seguire, i Marescialli Romiti, Traversa e l’Agente Granato, tutti della Polizia romana; mentre dai neofascisti dei NAR l’Agente di PS Arnesano e l’ Appuntato della Polfer Rapesta, alla Stazione ferroviaria di San Pietro?
Tornando a Straullu, la scena che si vide subito dopo l’attentato, nei pressi di Acilia, fu certamente impressionante. Il povero “ragazzo” aveva il cranio letteralmente esploso da proiettili di FAL cal.7,62 NATO, arma in dotazione alle Forze Armate, sparati a distanza ravvicinata, proprio nel momento in cui l’auto, guidata dall’ Agente Di Roma, rallentava per immettersi nel tunnel denominato Ponte Ladrone. Quale la colpa? Aver collaborato il PM Mario Amato e, successivamente, dopo l’assassinio di questi da parte dei NAR, il pool di Pubblici Ministeri (finalmente costituito, all’italiana maniera, “post mortem”!) capeggiato dal Magistrato Loris D’Ambrosio, divenuto molti anni dopo Consigliere Giuridico del Presidente della Repubblica Napolitano. Tra gli autori dell’attentato a Straullu, anche Francesca Mambro; lei, figlia di un bravo Maresciallo di Polizia; lei, Francesca Mambro, che aveva visto la Divisa del Padre chissà quante volte, e avrà sentito discorsi sulla legalità e il rispetto dell’altrui bene, proprio lei uccise un rappresentante della stessa Polizia nella quale aveva, per lunghi anni, militato il Padre! Ma la Mambro, non solo su Straullu levò la mano assassina e fratricida, ma anche contro l’appena ventenne Agente Arnesano di servizio ad un’Ambasciata nei pressi di Piazza Mazzini in Roma, e l’Appuntato Evangelista, detto “Serpico”, del Commissariato PS Porta Pia, davanti al Liceo “Giulio Cesare”, in complicità di un’altro personaggio, anch’esso appartenente alla Famiglia della Polizia di Stato, il terrorista appena diciassettenne Luigi Ciavardini, figlio di Maresciallo e fratello di un giovane e promettente Capitano di PS, dello stesso Corpo del povero Straullu!
Nella Scienza della devianza non credo che tali situazioni aberranti, forse perchè non molto diffuse, siano state ben approfondite e studiate. In effetti, l’odio contro lo Stato può portare, in linea generale, anche a forme di singolare brutalità. Ma, per gli episodi in esame, attingendo a principi di psicologia, penso si possa fare riferimento al processo di “Proiezione Identificazione”, vale a dire a quel processo mentale che porta la persona patologica a calarsi talmente nel ruolo (in questo caso in quello del rivoluzionario), tanto da fargli perdere la sua personale identità e i propri riferimenti, consentendogli così di impugnare le armi contro le Divise che avrebbero dovute essere se non amiche, quantomeno non nemiche. Chissa….!
Le Forze dell’ Ordine, dal dopo guerra (cito, tra i vari numerosi episodi, l’attentato a Togliatti, nel ’48 e i fatti del luglio 1960, quando per i gravi disordini cadde il Governo Tambroni), sono state unico presidio di legalità a tutela dei Cittadini, come lo sono ancora oggi.
Con il loro comportamento fermo, vigile e consapevole, hanno evitato più volte l’insorgere di situazioni che avrebbero potuto essere molto più gravi.
Ma questa azione di tutela dei cittadini si è verificata, in particolare, nella seconda metà degli anni ’70, nel fronteggiare il cosiddetto “movimento del ’77” come anche le contrapposizioni di piazza di destra-sinistra, veri prodromi di guerra civile attuata con precise tecniche di guerriglia urbana armata.
Durante l’autunno caldo (1969/’70), invece, un grosso supporto al mantenimento dell’ordine nelle manifestazioni e nei cortei fu offerto dai Sindacati che, d’intesa con le Questure, svolsero un’attenta azione di vigilanza curando la sicurezza delle zone d’interesse come anche l’individuazione di eventuali infiltrati provocatori; ma oggi, probabilmente, tale dispositivo non si può realizzare per minore forza di rappresentatività e credibilità degli stessi Sindacati nel mondo del lavoro. Unico incidente di rilievo, in quel difficile periodo, denominato appunto “autunno caldo”, fu quello in cui rimase ucciso l’Agente di PS Annarumma, a Milano, il 19 novembre del 1969, con il cranio fracassato da un tubo innocenti, lanciatogli contro da un dimostrante durante le manifestazioni per la casa. A seguito di ciò, la Politica accordò al comparto sicurezza la cosiddetta “indennità Annarumma” di 15 mila lire, apprezzabile per i tempi, e ciò per tacitare soprattutto i Reparti Celeri della Polizia che protestarono giustamente, però sempre nel rispetto delle regole.
Continuando, diamo un’occhiata più allargata a quel che accade oggi nel pianeta sicurezza, a favore o contro di esso. Quel che si evince da questo e da altri gravi episodi, ravviva il ricordo di anni molto lontani quando l’Ordine Pubblico nella Capitale era gestito molto bene da Funzionari di Polizia di altissimo spessore.
Per tutti, cito i Vice Questori Zampano, Epifanio, Francesco Pasanisi, Salvatore Luongo e Felice Vecchione, Renato Sangiorgio, Aldo Luzzi, Corrias e Raffaele Stella, eppoi De meo, Vitale, Secchi, Isidoro Adornato, ed altri ancora…I Funzionari in questione erano poi affiancati da eccellenti Ufficiali dell’Arma territoriale, quali il Comandante del Gruppo Roma I, Colonnello Giuseppe Richero, per proseguire con i Capitani Comandanti di Compagnia Nazzareno Volpe, Prospero Prosperi, Giancarlo Servolini, Luigi Nobili, Giorgio Castellani, Giuseppe Vecchio, Giuseppe Jannece, Romeo Martorelli, ed altri ancora…..(tra i giovani Tenenti era presente anche chi scrive..da ciò scaturisce la conoscenza diretta degli eventi romani..con la destinazione in anni successivi all’Antiterrorismo del Ministero dell’Interno, con il grande Vice Questore Mario Fabbri..)
Dalla Sala Operativa della Questura Centrale di San Vitale, poi, la voce calma e professionale del Capo di Gabinetto Vittorio Frasca si faceva sentire per dare direttive, ricevere valutazioni e aggiornamenti di situazione…Una topica carenza di gestione dell’Ordine Pubblico si ebbe, come noto, a Genova, nel G8 di luglio 2001, sia per difetti di valutazione generale sia soprattutto per l’improvvido episodio della “macelleria messicana” della scuola Diaz…. intervento tardivo che comunque, se da attuare, andava condotto non già con giovani agenti già impiegati negli scontri della mattina…e quindi provati e forse anche esasperati….ma con forze territoriali mature (Digos, Squadre Mobili, Militari dei Reparti Operativi e Stazioni dell’Arma), certamente più moderate e consapevoli, ma non per questo meno efficaci. Con tutto il rispetto per il giovane manifestante deceduto in quella circostanza, va detto, senza se e senza ma, che l’unico episodio di affermazione della Legge in quei tragici giorni è stato quello dell’uso legittimo delle armi da parte del Carabiniere Placanica, attuato in pieno stato di necessità! Ma com’era l’ordine pubblico romano tanti anni fa? Certamente difficile, ma sempre gestito in modo che mai degenerasse per difetto di valutazione dei responsabili sul campo…
Certamente, la venuta del Presidente USA in Italia, nei primi mesi del 1969, in pieno rinnovo dei contratti di Lavoro, in quel periodo passato ormai alla storia come “Autunno Caldo”, rappresentò un evento straordinario, per quel che concerne il Comparto Sicurezza dell’epoca, per la straordinaria mobilitazione di Forza Pubblica. La saldatura tra mondo del Lavoro e Polo Studentesco era già avvenuto, e l’occupazione delle Università e di Istituti Superiori costituiva un problema da non sottovalutare. Il giorno precedente dell’arrivo dell’illustre Ospite, il Viminale decise lo “sgombero” dell’Università di Roma, da tempo occupata, anche perchè rappresentava un focolaio di possibili azioni violente. Per la cronaca, i Carabinieri allora non avevano manganello e scudo, ma solo, con la divisa di servizio (in nero), un manicotto di “contenimento”, in plastica dura, sul braccio destro.
L’Università, all’alba, fu trovata deserta, probabilmente grazie ad una “provvidenziale” soffiata, “ispirata” dall’Ufficio Politico (poi Digos), diretto dal grande Bonaventura Provenza, supportato da funzionari di primissimo piano, quali Spinella, Improta, Lazzarini ed altri…Unico incidente di rilievo, in quel difficile periodo, denominato appunto “autunno caldo”, fu quello che abbiamo ricordato sopra, in cui rimase ucciso l’ Agente di PS Antonio Annarumma, a Milano. Certamente, come ampia cronaca testimonia, per quasi tutti gli anni ’70, ci furono incidenti ancora più gravi, in un clima di vera e propria guerra civile, ma la tenuta delle FFOO fu esemplare.
Come non ricordare gli incidenti nel quartiere San Basilio nel 1974? La lotta per il diritto alla casa era molto forte, nella Capitale, quando, quel 5 settembre del 1974, nella borgata di San Basilio, all’estrema periferia est della Capitale, le Forze dell’Ordine intervennero con imponenti contingenti di Polizia e Carabinieri, iniziando a sgomberare le 150 famiglie che da circa un anno occupavano altrettanti appartamenti IACP. La Polizia, accolta con sassi e bottiglie incendiarie, esplose numerosi lacrimogeni, ma nel pomeriggio fu costretta a sospendere gli sfratti perché alla fine dell’ assemblea organizzata dal “Comitato di Lotta per la casa di San Basilio”, fu tentata la rioccupazione delle case, per cui ci furono nuove cariche con lacrimogeni. Negli incidenti che seguirono, mentre un contingente di Forza Pubblica fu costretto a ritirarsi, dai dimostranti furono esplosi alcuni colpi di arma da fuoco. Alcuni Agenti, tra i quali un Capitano di P.S., rimasero feriti, alcuni in modo grave, mentre il giovanissimo Fabrizio Ceruso, di 19 anni, fu purtroppo colpito in pieno petto da una pallottola, decedendo durante il trasporto in ospedale. Alla notizia della morte del giovane, tutto il quartiere scese in piazza e la rabbia esplose in modo violento. ll giorno seguente ebbero inizio le assegnazioni di alloggi alle famiglie d San Basilio, di Casalbruciato e Bagni di Tivoli.
Certo, di chi le responsabilità del fatto che per le assegnazioni di case si dovettero attendere incidenti così gravi da causare addirittura la morte di un giovane, che comunque, viveva per un ideale di sostegno e aiuto per i più deboli e bisognosi; un ragazzo che lottava esponendosi in prima persona per una migliore giustizia sociale?
Concludendo, nei confronti della Polizia di Stato e di tutte le Forze dell’ Ordine..: ONORE E RISPETTO!!